ALTO RENO TERME: Presentazione delle opere di Pasqualina Tedesco e Stefano Petri

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Poesia e Narrativa, tra viaggi ed emozioni

Presentazione di Fabrizio Carollo

 

Ancora una volta, il suggestivo contesto della biblioteca comunale Martinelli farà da sfondo ad un doppio appuntamento culturale che vedrà magistralmente coniugarsi poesia e narrativa, grazie all’incontro con due degli autori più originali e talentuosi del nostro Appennino.

Pasqualina Tedesco, poetessa di emozioni e legata profondamente al territorio che l’ha adottata ed in particolare a Granaglione, presenterà il volume dal titolo “Una Poesia per te” (Andromeda Editore), dove la verve artistica dell’autorevole poetessa spazierà tra ricordi, emozioni, luoghi e tutto ciò che le semplici parole faticano e descrivere.

Una raccolta dedicata a chi alimenta l’anima e riesce a nutrirla con lo sguardo e le sensazioni, facendo sì che ogni verso possa rimanere nel cuore a lungo, dopo la lettura.

L’autrice dialogherà con il prof. Saverio Gaggioli.

Lo scrittore Stefano Petri avrà invece il compito di raccontare genesi, trama e sviluppo del suo “L’ombra del Mulino” (IlMioLibro), seconda opera letteraria dopo il successo del precedente romanzo “Storie di fiume e di vita”.

Nella seconda avventura letteraria, Petri farà compiere al protagonista un viaggio periglioso, che lo costringerà a stravolgere la sua vita, portandolo a conoscere un mondo nuovo, al quale però è appartenuto da sempre.

Ad affiancare lo scrittore ci sarà Elena Gaggioli, vice sindaco di Alto Reno Terme.

L’incontro con i due autori si terrà SABATO 16 dicembre alle ore 20.30 e sarà presente anche l’editore Paolo Brunetti.

Giuseppe Nanni, primo cittadino, introdurrà l’appuntamento.

Un incontro imperdibile, non soltanto per gli appassionati della lettura, ma anche per gli instancabili difensori e sostenitori di un territorio sempre affascinante e sorprendente, che ha la capacità di ispirare qualunque artista lo viva, portandolo a raccontare storie che fanno sorridere e commuovere, nei modi più diversi.

 

 

 

 

Con il Patrocinio del Comune di Alto Reno Terme

                     EVENTO LETTERARIO

SABATO 16 DICEMBRE 2017 ORE 20.30

Presso la Biblioteca Martinelli di Porretta Terme

Una poesia per te” di Pasqualina Tedesco

presentato dal Prof. Saverio Gaggioli

L’ombra del Mulino” di Stefano Petri

presentato da Elena Gaggioli

Vice-Sindaco del Comune di Alto Reno Terme

Sarà presente l’Editore Paolo Brunetti

Intervento del Sindaco di Alto Reno Terme

Perché scrivere una poesia? Perché ho sempre pensato che una poesia è per sempre, così come può esserlo una foto o un album di famiglia; perché una poesia ha il potere di imprimere sentimenti ed emozioni su un foglio bianco; perché una poesia, dopo averla letta, ti lascia qualcosa dentro; perché una poesia arriva dove con le parole non puoi esprimere ciò che hai nell’anima; perché una poesia ti permette di sognare. E così ho pensato che una parte di esse, dedicate a persone e luoghi e a momenti particolari della mia vita, si sarebbe  meritata una raccolta così, semplice e unica, che possa lasciare nel lettore qualcosa di vero!

                                                                                                          Pasqualina Tedesco

 

   

Cosa collega Messina alla valle del Randaragna? All’apparenza nulla, a meno che non venga creato artificiosamente un legame, capace di unire due realtà così distanti ed eterogenee.

Sorge spontanea una seconda domanda:

Perché tutto questo? Con quale finalità?

Ebbene, non esiste un motivo specifico.

La voglia di esercitare l’arte della scrittura, nonché alcuni consigli recepiti dai miei lettori, che mi invitavano ad allargare i confini autobiografici della mia prima opera (“Storie di Fiume e di Vita”) per realizzare qualcosa di più sofisticato e innovativo, hanno incanalato la mia ispirazione verso una traccia originale, sulla quale sviluppare una trama basata, per quanto possibile, su fatti storici realmente accaduti.

Intendiamoci, la mia inventiva non si è fatta influenzare in alcun modo. Mi sento libero di scrivere quello che mi pare perché credo fermamente nell’inviolabilità della libertà personale. Quando la penna scorre sul foglio, vengo catapultato in una realtà parallela, dove solo io posso entrare per gestire gli eventi.

Allo stesso modo ritengo sia prova di maturità ascoltare i suggerimenti, estrapolando da essi gli elementi in grado di migliorare il proprio lavoro.

Premetto che non ho mai visitato Messina e tantomeno conosco persone che vi hanno vissuto e alle quali chiedere informazioni. Pertanto sarà un’impresa ardua e affascinante entrare nel cuore e nell’anima di una città attraverso fotografie e notizie recuperate dai libri o dal web.

Per reperire informazioni sulla valle del Randaragna il compito parrebbe più semplice. Risiedo infatti a pochi chilometri da questo sottovalutato e affascinante meandro boscoso, attraversato da un torrente impetuoso ricco di cascate e splendidi anfratti. È una zona ricca di borghi caratteristici, i cui fondatori hanno lottato con perseveranza per strappare all’asprezza della montagna il necessario per una vita dura e frugale.

È mia intenzione armarmi di registratore per rendere indelebili le memorie degli anziani ancora residenti in quei luoghi. Sono loro gli ultimi custodi della valle. Gente coriacea e infaticabile, dal carattere duro e spigoloso come le rocce, però generosa e ricca di umanità.

Purtroppo anche questo angolo di Appennino è stato interessato dal drammatico fenomeno dello spopolamento.

Da buon pescatore, mi sono inoltrato nel torrente Randaragna. È un corso d’acqua bizzoso e prepotente. Le sue piene autunnali incutono un certo timore e mal si associano all’aspetto pacifico di cui si vestono le correnti nel periodo estivo.

È lungo circa sei chilometri e nasce dal Pian dello Stellaio a quota 1350 metri per poi gettarsi nel fiume Reno.

Sono rimasto impressionato dalla ricchezza di tradizioni sviluppatesi intorno a un corso d’acqua dalle proporzioni ridicole, se paragonato alle culle delle grandi civiltà come il Tevere oppure il Nilo. Eppure, a dispetto delle sue dimensioni, il Randaragna ha consentito la sopravvivenza delle genti che per molte generazioni hanno sfruttato la sua vitalità.

Vorrei che i personaggi di questo romanzo trasmettessero l’immagine di persone vere, in modo che il loro operare possa rispecchiare stili di vita appartenenti a un passato meritevole di essere protetto dalle oscurità della dimenticanza.

Anche se potrebbe sembrare un paragone azzardato, scrivere un libro è come avventurarsi nella ristrutturazione di una casa vecchia: se l’inizio dei lavori è prevedibile, la fine è solo auspicabile, perché interverranno sempre mille intoppi pronti a sbarrare la strada.

Traggo questa similitudine da un ampio bagaglio di esperienze personali.

Ritenendo di aver creato un’introduzione esaustiva, mi pare sensato dare spazio al lavoro vero e proprio.

 

                                Stefano Petri

 

 

 

 

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