L’Appennino abbandonato

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Ho letto nell’ultimo numero de“L’Espresso”un interessante articolo intitolato :”Quell’Italia nuda e abbandonata” nel quale si parla, appunto, di quelle amplissime aree del Paese lasciate in stato di abbandono. L’epicentro di questa zona nell’Appennino settentrionale comprende le aree montane delle provincie di Bologna, Modena e Reggio ( Atlante progetto Postmetropoli ) . Detto lavoro ha visto all’opera ricercatori e docenti del calibro di Joan Rosés, professore alla London School of Economics, Nikolaus Wolf capo economico alla Humboldt University di Berlino, Thomas Piketty autore de “Il Capitale nel XXI secolo “, oltre alla economista polacca Danuta Hubner e l’italiano Fabrizio Barca .

Ho citato queste autorevoli voci per far comprendere ai lettori che qui non si tratta di problemi marginali risolvibili con manifestazioni episodiche, ma di uno spaventoso gap culturale e conoscitivo, legato anche a ragioni di inefficienza , incapacità e disinteresse del mondo partitico ed amministrativo cui è stato demandato il compito di combattere questo degrado .

Riporto uno stralcio dall’articolo citato :”Esemplare è il caso dell’Unione dei sette comuni dell’Appennino Reggiano, una zona dove vivono 33 mila abitanti in crisi . L’assenza di lavoro ha provocato lo spopolamento delle valli . Negli ultimi quattro anni, spiega Enrico Bini, presidente dei comuni montani, il territorio è entrato a far parte del progetto nazionale Snai e abbiamo interpellato 350 persone per coinvolgerle nella rigenerazione del territorio . Abbiamo rilanciato un plesso scolastico specializzato nell’elettronica e meccatronica, anche grazie alla vicinanza di un’azienda la Elettric80, che assume i giovani usciti dalla scuola . Questo ci ha permesso di diventare un polo attrattivo per 1.500 ragazzi che arrivano anche da Modena e Parma, al quale vorremmo offrire un servizio autobus migliore, visto che passano tre ore al giorno sui mezzi di trasporto . C’è un però . Circa sei mesi fa le amministrazioni regionali hanno imposto la chiusura dell’unico punto nascite del territorio . E’ bastato questo segnale di abbandono per compromettere l’intera strategia locale….” .

Vogliamo calarci nel degrado della Valle del Reno e suoi affluenti ? Da tempo, non sono un genio, sono solamente una persona che osserva con occhio critico il mondo che mi circonda, vado dicendo che sarebbe opportuno prendere quei contatti con il mondo culturale : Università, Istituti di Ricerca ecc. per impostare qui centri di studio proiettati sulle necessità della società futura . Tra l’altro è questa nostra zona erede di una cultura metalmeccanica plurisecolare . Nel reggiano hanno tolto il centro nascite dopo la creazione di un centro di studio, qui hanno preceduto i tempi, l’hanno tolto prima di qualsiasi iniziativa .

Riporto i dati forniti da : Strategia Nazionale Aree interne in merito a :Distanza media dei servizi ( in minuti ) Aree periferiche 42,3 – Aree cintura e poli 13,5 ne consegue che per andare al lavoro, a scuola, e per altre necessità un abitante dell’Appennino impiega più di tre volte del tempo impiegato da chi abita a Bologna o nella cintura della città . Riporto anche il tempo che intercorre tra la chiamata e l’arrivo di una ambulanza 21 minuti contro 16 . Sembrerebbe una differenza da poco, ma se sommiamo i 21 minuti con i 42,3 per il trasporto in un Ospedale con centro nascite, tanto per ritornare sull’argomento, otteniamo 63,3 ( avete letto bene un’ora abbondante ) contro i 29,5 minuti ; questo ovviamente se non si è al Farnè, a Pianaccio o zone assimilate cui bisogna aggiungere altri 40 minuti quando va bene .

Questo, ed altro ancora, spiega il cambiamento elettorale del 4 Marzo in una regione tradizionalmente “rossa” . Purtroppo la protesta già evidenziata con le elezioni del presidente regionale ( 38 % di votanti comprese schede nulle e bianche ) non ha fatto cambiare di un millimetro le strategie dell’abbandono dell’Appennino da parte delle amministrazioni regionali . Vi è da dire che non solo quelle regionali, ma anche quelle locali non hanno evidenziato un salto qualitativo, specialmente sul piano culturale, in grado di riportare l’economia, l’ambito scolastico ed infrastrutturale su di un piano adeguato a quello offerto dall’area centrale cittadina e dell’interland .

Un esempio per tutti, visto che è una zona che conosco bene, ciò che non si è fatto nel Comune di Lizzano in Belvedere . Invece di impostare un dialogo con la cittadinanza alla ricerca di un piano strategico in grado di garantire, se non subito, almeno nel medio periodo, una continuità di apporto economico, l’Amministrazione si è dedicata ad avvenimenti episodici privi di un reale organico substrato . Due kermesse di “Belvedere Belpensare” che, a parte i logorroici e sconclusionati interventi di politici, oltre a costare al contribuente, non hanno apportato alcun beneficio all’economia della zona . Iniziativa lodevole quella delle gare sciistiche per bambini e ragazzi, ma priva di un piano mediatico in grado di far conoscere l’evento oltre alla cerchia degli addetti ai lavori . Se non ci si fa conoscere, e bene, non si esiste ! Conseguentemente, finito l’evento finito tutto .

La statua di Enzo Biagi a Pianaccio . A parte presentarsi con alcuni tratti di strada in condizioni penose da anni, non è un gran bel biglietto da visita, non si è pensato, la sparo così, di dedicare a questo mio lontano parente, una scuola o un corso di giornalismo da attivarsi con tempi e metodi da concertarsi con appositi istituti ? Penso che le figlie di Enzo sarebbero liete di dare un loro fattivo contributo . Finita l’inaugurazione dell’opera scultorea, finito tutto ! Cari signore e signori, se non ci si attiva e non si raccolgono consigli si fa poca strada . Da tempo vado scrivendo su Renonews che tutto, proprio tutto, nasce e si basa sulla cultura . Credersi depositari di potere o di onniscienza per grazia di partito/i e non per consenso democratico, vero, non al 17% , porta a non attivare tutti quei canali che servono per far decollare le nostre zone che non meritano ASSOLUTAMENTE, di essere amministrate a questa maniera .

Un esempio di scarsa lungimiranza e dispregio di chi abita nelle zone emarginate : il costo del biglietto del trasporto per i bambini delle medie inferiori ! Il futuro è quello, quello dei bambini che studiano, non delle riunioni delle segreterie partitiche o della auto blu o di altro colore che costano sia in termini di danaro che di offesa a principi etici una enormità ! Credo che il nostro Appennino meriti qualcosa di meglio e di più di quello che ci viene miseramente elargito .

Ettore Scagliarini

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