Comunicato del Comitato Ospedale di Porretta Terme
In cinque anni e mezzo e’ stato detto tutto quello che si poteva dire sulla chiusura dei Punti Nascita in Montagna e soprattutto su quello di Porretta.
Oggi la nostra Regione vanta il primato sulle altre Regioni in termini di risposta ai bisogni di salute della popolazione, ma c’e’ anche bisogno di assicurare sicurezza socio-sanitaria nelle zone montane piu’ disagiate della nostra regione.
I parti in emergenza che si sono succeduti in questi giorni lasciano ancora una volta presagire che per la Montagna non ci sia da parte delle istituzioni un vero interesse a rivedere la riapertura del Punto Nascita dell’Ospedale “Costa” di Porretta.
Ci avevano anche dato rassicurazioni sul fatto di voler e poter adeguare strutture e organizzazione rispetto ai parametri di sicurezza, a partire dal potenziamento degli organici, ma tutto cio’ non e’ accaduto. E siamo tutti consapevoli che la sicurezza, quando si parla di Sanità, deve sempre venire al primo posto.
La protesta dei Sindaci dell’Alto Reno di 5 anni fa davanti alla vasca per il parto in acqua
L’Azienda deve prendersi le proprie responsabilità garantendo il minimo, ovvero almeno il parto in Pronto Soccorso. E questo può avvenire solo prevedendo anche in montagna un servizio Stam efficiente e la presenza h24 di personale ostetrico-ginecologico.
Mi appello nuovamente ai 12 sindaci del Distretto affinche’ riprendano le redini sulla questione “punto nascita”, trovando nelle sedi preposte le risposte alle mille domande che da 5 anni e mezzo ci stiamo facendo tutti.
La prima che vogliamo in modo chiaro è a questa precisa domanda:
CI SONO LE POSSIBILITA’ POLITICHE ED ECONOMICHE PER FAR RIAPRIRE IL PUNTO NASCITA A PORRETTA TERME?
Questa volta spero che qualcuno mi possa rispondere.
Gennaio non e’ poi cosi lontano…. e noi non crediamo negli spot elettorali.
Emanuela Cioni
Presidente del Comitato Ospedale di Porretta Terme e Presidente Nazionale del CISADeP
Nella foto Emanuela Cioni, Paolo Brunetti e Mauro Brunetti, ex sindaco di Castel di Casio, nel corso di una manifestazione di protesta di 5 anni fa