Non sembrava che arrivasse fin qui! Si pensava che fosse una cosa dilagante delle città affollate, degli autobus strapieni di gente, dei treni invasi quotidianamente da pendolari e di supermercati sempre più saturi.

Invece il corona virus ha fatto il suo ingresso fra i verdi monti, come comunicato dal Distretto Sanitario, sia con i pochi casi accertati sia con persone in quarantena per precauzione e lasciando tutti un po’ spiazzati.

L’Amministrazione Comunale, che lavora senza sosta per far sì che le regole vengano rispettate, aggiorna continuamente i suoi cittadini sulla situazione monitorata giorno per giorno.

Tutto ciò che sembrava appartenesse ad altri fino a qualche settimana fa, di colpo con il DPCM del 9 marzo si è capito che riguardava tutti e quindi anche l’Appennino tosco-emiliano.

Qui in Alto Reno dove la popolazione non supera i 7000 abitanti e dove in alcuni borghi, ci sono a disposizione, non un metro di distanza, ma centinaia di metri per ogni abitante!

Eppure anche se c’è questa gran comodità, la sua comparsa ha cambiato totalmente le proprie abitudini e ridotto drasticamente la propria libertà personale, soprattutto dei giovani abituati a uscire in gruppo e divertirsi.

La Fonte del Cinque di Granaglione

 

Ma qui a Granaglione e Porretta Terme la vita come è cambiata per gli abitanti?

Granaglione, già spopolato quasi completamente nel periodo invernale, ora si trova ad affrontare un silenzio surreale, senza negozi e con pochissime persone  che non vanno a fare la spesa in due, che non vanno a trovare i parenti, che non vanno in chiesa, che non vanno a fare una bella passeggiata in queste giornate lunghe, preludio di primavera. Un silenzio surreale, come il Castello che lo domina dall’alto,  rotto dallo scorrere dell’acqua di qualche fontana o dalla voce di qualcuno che si scambia una parola dai balconi.

Porretta Terme, già provata da una crisi economica pregressa, si ritrova con tante saracinesche abbassate e seppure a malincuore, gli esercenti hanno dimostrato in questi giorni quel senso di responsabilità e sacrificio necessari per il bene della comunità, evitando la diffusione del contagio.

Porretta Terme si trova col silenzio e il deserto di Via Mazzini, di Via Roma e di Piazza della Libertà, rotto dal rumore incessante del fiume Reno che attraversa la cittadina termale o da qualche treno “Vivalto” o “Jazz” che riparte velocemente dalla stazione, non essendoci così tanti passeggeri.

Ma tante attività essenziali dell’Alto Reno, come farmacie, macellerie famose, supermercati, pizzerie e ristoranti,  si sono attrezzati per la consegna a domicilio delle persone invitandole a “restare a casa”. Un servizio essenziale che ancora una volta, dimostra la caparbietà della gente montanara nata qui e che vuole salvare la salute e l’economia della sua gente.

E in tutto questo danno economico, dove la paura del contagio è più forte di tutto, è bello pensare che le acque termali potrebbero essere un potente antidoto contro il coronavirus!

Per non parlare di tutti gli eventi che potevano creare assembramento nel territorio, ovvero cultura, sport, enogastronomia, sono stati tutti annullati già dalla prima settimana di marzo, quando non si pensava a delle restrizioni così severe come ora.

Lo sanno bene le Associazioni e le Proloco, tutti gli altri Gruppi ed Enti che guardano al futuro con grande speranza di uscire fuori da questa emergenza e ridare ad Alto Reno Terme la vivacità perduta.

 

Foto di Pasqualina Tedesco

 

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