La Schola gregoriano-polifonica bolognese SAN PIETRO

 

Anche quest’anno a Porretta Terme abbiamo visto svolgersi l’annuale festival di musica antica organizzato in collaborazione tra Comune, Parrocchia e quella che era la associazione culturale Vox Vitae.

Quest’anno si sono compiuti due fatti importanti:

1 – già lo svolgersi del festival, considerando la situazione attuale, è stato un importante traguardo,

2 –  fatto molto importante con lo spegnersi dell’associazione Vox Vitae, la direzione artistica del festival è passata in mano alla società Corale Euridice di Bologna (la più longeva realtà musicale bolognese), in collaborazione col Baritono Giacomo Contro.

Questi importanti eventi, non hanno inficiato sul risultato, ma anzi, hanno anzi incrementato il livello qualitativo del festival, dove due importanti gruppi professionistici si sono esibiti dando vita ad un weekend musicale di altissimo spessore.

L’ensemble “Vago Concerto”

Partendo dal sabato sera, abbiamo potuto ammirare l’ensemble vocale veronese “Vago Concento“, diretto e concertato dal M° Marcello Rossi Corradini, che si è seduto anche al clavicembalo per accompagnare i cantanti. Il concerto, (come tutto il festival, in realtà) ha voluto mettere al centro dell’attenzione dell’ascoltatore il tema dell’acqua, in quanto tema molto importante per il nostro territorio (specie dopo il recente disastro ambientale verificatosi proprio nel nostro appennino). La sera del 22 agosto, infatti, l’ensemble diretto da Corradini, ha portato all’ascoltatore le più belle composizioni rinascimentali dedicate a questo tema.

Il M.o Rossi Corradini al cembalo

Abbiamo potuto ascoltare brani di autori celebri quali Monteverdi, o Arcadelt, ma anche altri di autori più sconosciuti come il bellissimo ciclo madrigalistico sull’estate di Lelio Bertani. Il gruppo ha eseguito questo programma con particolare maestria e conoscenza del repertorio. In particolare i madrigali più complessi come quelli a cinque voci (su cui spiccano i capolavori Zefiro Torna Ecco mormorar l’onde). Il M° Corradini ha presentato un programma quindi eterogeneo, leggero ma lo stesso tempo profondo e di un altissimo livello di difficoltà per gli esecutori.

Da notare come nella serata del 22 agosto, la scelta di eseguire questa serata all’aperto davanti alle terme di Porretta sia stata estremamente raffinata e che abbia colpito positivamente il pubblico accorso ad ascoltare.

Il M.o Enrico Correggia

Domenica 23 agosto invece, presso la chiesa parrocchiale di Porretta terme, abbiamo potuto assistere ad una serata molto particolare. Il M° Enrico Correggia, insieme alla Schola gregoriano-polifonica bolognese SAN PIETRO, ha realizzato un magnifico gemellaggio tra musica e storia. La serata aveva infatti titolo: “Lepanto: L’acqua teatro di guerra”. Il M° Correggia infatti oltre che essere compositore e direttore di coro, è anche storico. Ha infatti realizzato una conferenza su questo importantissimo evento storico. Alternando la sua conferenza all’esecuzione di un capolavoro della musica rinascimentale: la messa “Pro Victoria” del compositore rinascimentale spagnolo T.L. de Victoria.

Questa messa fu infatti scritta proprio in onore della grandiosa vittoria da parte della Lega Santa.

Musicalmente stiamo parlando di un autentico capolavoro del Rinascimento, troppo sconosciuto anche a molti addetti ai lavori. Una messa nove voci, quindi che prevede uno sforzo musicale da parte degli esecutori e del direttore veramente notevole, in quanto riuscire nell’esecuzione di uno spartito così complesso richiede da parte del gruppo un alto livello di preparazione.

E così è stato, e il pubblico ha potuto ascoltare un’autentica massa sonora investirlo raggiungendo picchi musicali raramente visti nel nostro territorio.

Correggia ha realizzato un concerto curato nei minimi dettagli, dalle singole voci fino ai più grandi e complessi intrecci contrappuntistici previsti dalla partitura.

Il tutto alternato a una sapiente descrizione della battaglia, curando dettagli storici, politici, geografici, e quelli anche un po’ crudi

(ma questi sono stati proprio il tocco in più che hanno coronato la serata).

Quello che invece proprio non serviva è stata la coincidenza con due fattori: un ipotetico maltempo, scongiurato l’ultimo secondo da non si sa quale grazia divina, che ha visto avvicinare un’autentica tempesta ma che ha deviato all’ultimo secondo e…la finale di Champions League.

A questa però, non si è potuti scappare. Una coincidenza letale per quel che riguarda l’affluenza del pubblico.

In pochi infatti hanno voluto godere nella partecipazione a questa esecuzione (pochi ma buoni, ma soprattutto fortunati…).

Ma in troppi evidentemente hanno preferito starsene comodamente a casa e guardarsi la partita.

Non è certamente nostra voglia fare polemiche, ognuno ha ovviamente il diritto di scegliere e non deve essere mai obbligato ad andare a un concerto.

Ma il fatto che molta gente decida consapevolmente di guardare 22 signori in pantaloncini correre dietro un pallone invece che arricchire il proprio bagaglio culturale… fa decisamente pensare. Ma a cosa? Le risposte possono essere tante… l’unica cosa che ci auguriamo è che coloro che preferiscono stare comodi sul divano a guardare la partita, piuttosto che assistere a serate del genere, magari a pochi metri da casa (considerando la centralità della chiesa di Porretta), non siano gli stessi che però si lamentano quando vedono un crollo a Pompei, una statua del Canova sfregiata, una fontana del Bernini rotta (tra l’altro da colleghi tifosi calcistici). In tal caso ci sarebbe poco da lamentarsi della decadenza del nostro patrimonio culturale, quando si è i primi a non sostenerlo non diciamo economicamente, che sarebbe già tanto, ma quantomeno assistendo in prima persona a serate uniche come questa.

Ci limitiamo a dire che per quel che riguarda le scelte: De gustibus non disputandum est..

Ma soprattutto che, ancora oggi, nel 2020,  in un confronto diretto cultura-calcio una delle tradizioni italiche più antiche non è mai stata intaccata dopo quasi 2000 anni:

«[…] [populus] duas tantum res anxius optat: panem et circenses»

In ogni caso, come ogni anno, l’Alto Reno MusicAntica Festival (e a chi collabora con loro e li sostiene, comune di Alto Reno Terme in primis) ci colpisce con l’alto livello di qualità che raggiunge con la sua organizzazione e con i musicisti chiamati a raccolta.

E come ogni anno ci sentiamo di fargli sempre il medesimo augurio: Ad Maiora!

 

 

Foto di Giovanni Modesti

 

 

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