CITTA’ METROPOLITANA – Blackout e disagi in Appennino – Evangelisti:”: Istituire un tavolo permanente”

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Carabinieri Bologna - Appennino Maltempo

Istituire, presso la Città Metropolitana, un tavolo permanente di coordinamento per le politiche di prevenzione – tutela dei servizi del territorio montano metropolitano.

E’ la proposta della Consigliera di Uniti per l’Alternativa, Marta Evangelisti, portata all’attenzione della giunta metropolitana in apertura del consiglio odierno.

Tutto ciò a seguito dei nuovi e gravi disagi patiti dalle popolazioni dell’Appennino per via dell’ondata di maltempo e delle raffiche di vento ancora una volta ampiamente previste. Ma anche stavolta infrastrutture e linee elettriche e telefoniche sembrano non aver retto. “Lunedì 11 Dicembre, mentre il Ministro Delrio siglava il Patto per il Trasporto pubblico locale e regionale, spostandosi da Imola a Bologna, illustrando collegamenti viari, distribuendo cospicue somme, lungo gli assi di collegamento, in Alto Reno così come in tutto il territorio montano metropolitano, volavano tegole come coriandoli”, afferma Evangelisti che ricorda:
“Alla pioggia incessante della notte e di metà mattinata, sufficiente ad allagare gran parte delle carreggiate stradali e a far esondare diversi fiumi e torrenti, si era aggiunto un vento impetuoso, le cui raffiche, viaggiavano alla velocità misurata di 180 km orari: sicuramente più veloci dei treni in ritardo che arrancavano sulla tratta Bologna – Porretta. È volato il tetto del nuovo Ospedale Costa e molto altro in giro.
Ma non è tutto. Alle ore 9,30 di quella mattina, gli utenti Vodafone avevano già poggiato telefono e mouse, rassegnati a soggiacere a quanto ancora accaduto un mese fa, gli utenti di Enel di metà montagna invece, imprecavano ad un numero verde che immancabilmente, dopo qualche ora, ha smesso di rispondere”.

La consigliera di opposizione, inoltre, non manca di sottolineare come, nuovamente, numerose cabine elettriche siano finite ko in gran parte dei Comuni dell’Appennino bolognese.

“Ma la presa di posizione della Città Metropolitana è comunque tardiva – tuona la consigliera -.
Se la costituzione di parte civile infatti, suggerita un mese fa sempre da questi banchi, non ha trovato il gradimento del Sindaco e della Giunta, si voglia quantomeno valutare la costituzione di un tavolo permanente cui fare sedere con cadenza periodica, un rappresentante della RER, della Prefettura, di Enel, RFI, i gestori della telefonia, i Presidenti delle Unioni o Sindaci loro delegati. Un tavolo operativo, che sappia porre in essere regole e strumenti per tutelare il territorio montano e i servizi che lí, in quel contesto, devono necessariamente funzionare. Si tratterebbe di una sorta di cabina di regia vera, non fittizia, per garantire una efficace azione di coordinamento tra soggetti interessati, finalizzata alla realizzazione di una serie di buone pratiche, il cui governo e controllo farebbe capo alla Città Metropolitana, quale Ente coordinatore”.

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Un commento

  1. Sig.ra Evangelisti, le do una risposta tecnica . Le linee elettriche e telefoniche sono basate su collegamenti, palificazioni, concepite un secolo fa, con vari rabberci nel tempo ma senza alcun piano strategico successivo . Si pensi solo a pali in legno posti al margine o dentro a boschi e castagneti che 100 anni fa erano puliti, potati e mantenuti . Oggi sia a causa dello spopolamento sia per demenziali disposizioni che impediscono, di fatto, anche una semplice ripulitura delle aree boschive, ci troviamo in mezzo ad una selva amazzonica . Gli alberi invecchiano, una volta si provvedeva ad abbatterli, oggi se tocchi una foglia finisci in tribunale . E’ inevitabile che tratti delle palificazioni vengano colpiti da rami ed alberi collabenti . A questo punto le vie sono due, come per Ercole, o si fa una ripulitura forestale di mantenimento o si provvede ad un tipo di palificazione adeguata alle condizioni ambientali attuali . Essendo la prima via, quella della ripulitura forestale, impercorribile, manca la cultura di base, resta la seconda . Ma anche lì ci troviamo dinnanzi ad una arteriosclerosi burocratica da Guinness dei primati . Le infrastrutture recenti soffrono invece della sindrome del pressapochismo . Vengono costruite con un margine di resistenza temporale di 12 minuti . Se poi crollano o non funzionano nessuno ne risponde .

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