ENTE GESTIONE PARCHI: L’ “allarme cinghiali”

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Il comunicato dell’Ente Parco:

 

Facciamo il punto: “Lavoriamo per garantire la sicurezza dei cittadini  il lavoro  degli agricoltori e la difesa della Biodiversità”

L’Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità Emilia-Orientale ha affrontato di petto “l’allarme cinghiali”, tanto che nell’ultimo triennio nei territori del Parco sono stati abbattuti 1.974 ungulati (che rappresentano quasi il 60% del lavoro fatto in comune con ATC e Polizia provinciale).

Tempo di bilanci, dunque, per l’attività di contenimento della presenza dei cinghiali sull’Appennino bolognese. Da oltre un paio di lustri, infatti, i “cugini selvatici” dei maiali sono diventati una calamità per agricoltori, cittadini e automobilisti.

Raschiano la terra coltivata danneggiando i raccolti, spesso spaventano gli ignari passanti che se li trovano, con tutto il loro peso, vis à vi. E sono responsabili di molti incidenti stradali che, quando non provocano feriti, distruggono automobili e ciclomotori.

Da qui il forte impegno dell’Ente Parchi presieduto da Sandro Ceccoli per arrivare a una soluzione radicale: la riduzione in modo razionale, selettivo e strutturale del numero di capi. Un modo per preservare la biodiversità del nostro territorio dove, non si deve mai dimenticarlo, il cinghiale attualmente presente non fa parte della fauna autoctona, ma vi arriva a partire dai tardi anni ’70 a seguito di introduzioni dissennate.

È stato un lavoro meticoloso, frutto di impegno quotidiano che sta dando risultati positivi sotto il punto di vista sia quantitativo, sia qualitativo.

Un lavoro che ha visto impegnati, ognuno per le aree di propria competenza, il Parco, l’ATCBo2, la Polizia provinciale e due Aziende faunistico venatorie, su di un territorio di oltre 137 km2 che compone il cosiddetto Areale Bologna Sud-Est.

A parlare sono i numeri: dal primo gennaio 2016 al 4 febbraio 2019, nell’areale Bologna Sud-Est sono stati abbattuti 3.495 cinghiali (di cui 1.974 ad opera dei selettori in forze al Parco, 811 da singoli cacciatori e 710 dagli agenti della Polizia provinciale).

La serie storica parla di un crescendo di interventi che testimonia l’impegno: 897 abbattimenti nel 2016 (609 da parte del Parco, 182 dei cacciatori, 106 dalla Polizia provinciale), 1.227 nel 2017 (Parco: 657, cacciatori: 305, Polizia provinciale: 265), 1.268 nel 2018 (Parco: 656, cacciatori: 289, Polizia provinciale: 323), mentre nelle prime settimane dell’anno in corso sono stati abbattuti 152 capi (Parco: 72, cacciatori: 54, Polizia provinciale: 26).

Di particolare significato anche il numero di cinghiali abbattuti per chilometro quadrato: i selettori dell’Ente Parco hanno abbattuto 41,1 ungulati al chilometro quadrato, mentre la somma di quelli abbattuti da cacciatori privati e agenti della Polizia provinciale arriva a 20,5 capi chilometro quadrato (cacciatori: 12,5, Polizia provinciale: 8).

Altro punto significativo del lavoro fatto è stata la riduzione dei danni alle coltivazioni, che dai 59.132 euro del 2012 sono passati ai 8.034 euro del 2018.

Un lavoro che ha visto impegnati tutti, compreso quel mondo agricolo che ha affiancato l’Ente parchi nella gestione diretta di strutture di cattura, nell’abbattimento all’aspetto ed in importanti opere di prevenzione.

“I dati sull’attività di controllo del cinghiali (ovvero i fatti) danno ulteriore conferma del valore aggiunto che si ottiene sempre quando si riesce ad operare in condivisione di intenti, come sta avvenendo dopo un  periodo di rodaggio all’interno del Parco dei Gessi e nei territori adiacenti compresi nell’areale che con la Regione si è individuato per affrontare in maniera efficace il problema, con l’obiettivo unanime di volerlo correttamente risolvere.  L’impegno dell’Ente di Gestione   in condivisione con la Comunità del Parco dei Gessi  in termini di risorse e obiettivi operativi  e di risultati continua a mantenersi alto” spiega Mariangela Corrado, Presidente della Comunità del Parco, la quale sottolinea come “questi numeri da un lato dimostrano l’importante  lavoro svolto e dall’altro ci spronano a continuare con impegno, consapevoli tutti che la questione non è ancora chiusa, per la necessità di garantire tutela e sicurezza ai nostri territori di eccellenza, a chi vi lavora e vi abita o a chi li fruisce.  A questo scopo, al momento si stanno svolgendo nel Parco frequenti azioni in girata, mirate in particolare all’abbattimento di capi in aree boscate critiche perché prossime all’urbano”.

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