Come un tornado è arrivato, improvviso e devastante.

Abbiamo sfidato il Covid-19 con ogni strumento in nostro possesso, la fatica fisica ed emotiva per eventi e giornate che sembravano non finire mai.

Abbiamo sfidato noi stessi e le nostre emozioni (dietro al professionista c’è sempre una persona), sfidato le paure delle nostre famiglie (molti di noi hanno figli e coniugi che ci guardano con occhi colmi di paura quando chiudiamo la porta per arrivare al lavoro…) abbiamo sfidato il desiderio di “dare di più ad ogni residente e ad ogni famiglia”

Portiamo nel cuore, pesante come un macigno, il ricordo di chi non c’è più. Abbiamo accompagnato ogni residente nel proprio fine vita, tra le mura dell’istituto, con la dolcezza che abbiamo potuto. I Raa e gli operatori custodiranno gli occhi di queste persone per sempre nello schermo della loro anima e nel loro cuore. Ogni morte è dolorosa. Quando amiamo non è mai l’ora per lasciare. Ma queste morti sono state diverse: sono state espropriate della presenza di coloro che li amano.

A qualcuno è stato possibile ascoltare la voce di un figlio/a qualche ora prima del suo ultimo respiro, qualcuno è morto con la mano dell’operatore stretta tra la sue… Tutto è stato fatto affinché nessuno morisse solo.

Ciò che ci ha addolorato profondamente è ciò che è accaduto alle persone inviate all’ospedale, per le quali abbiamo faticato ad avere notizie: è stato difficile per noi comprendere dove fossero ricoverati e soprattutto avere informazioni sulle loro condizioni cliniche. Abbiamo appreso l’informazione della loro morte con giorni di ritardo dalle famiglie stesse. Assurdo e doloroso, ma forse inevitabile. Troppa emergenza tra le corsie degli ospedali e nei corridoi delle nostre comunità per salvare, con le unghie e con i denti delle vite. Resta vero che nelle nostre telefonate a tutte le famiglie che hanno perso qualcuno di caro abbiamo offerto il nostro sostegno emotivo e la nostra vicinanza.

Per aiutare le famiglie ad affrontare la vita quotidiana, la paura, l’incertezza la coordinatrice della struttura scrive tre lunghe mail alla settimana per dare evidenza delle scelte e delle azioni che si compiono, i medici danno informazioni sullo stato di salute dei residenti in situazioni cliniche critiche, l’ass. sociale ha continui contatti con i famigliari delle persone in situazioni cliniche stabili, gli animatori ed educatori stanno creando continui ponti relazionali tra le famiglie ed i residenti attraverso video chiamate, lettere, messaggi audio e la psicologa è a totale disposizione delle famiglie per elaborare vissuti ed emozioni.

In questo tsunami emotivo portiamo nel cuore anche i sorrisi degli oltre duecento anziani, i loro incoraggiamenti, alcune risate fatte insieme quando ci sembrava che non ci fosse un motivo per ridere, i loro sospiri a febbre passata, la fatica senza sosta del personale, qualche macchia di colore che ha iniziato a fare capolino raccontando a tutti che Pasqua è vicina, la forza di una task force interna che abbiamo costituito immediatamente e che non si è mai persa d’animo. La task force Covid-19 dell’istituto ha sostenuto ogni azione, grazie alla collaborazione di tutti, per vivere questa sfida.

Ci stiamo nutrendo anche delle tantissime mail che ci arrivano da parte delle famiglie, parole di ringraziamento e di sostegno vengono condivise con gli operatori di ogni comunità e sono tra i nostri “carburanti” preferiti: sentire che la nostra fatica è stata vista e percepita ci fa bene al cuore. Essi ci raccontano come hanno potuto toccare con mano la nostra umanità e professionalità

Gli articoli sul giornale che ci accusano di non aver fatto abbastanza? Di aver sbagliato tutto? Di aver lavorato senza i giusti dispositivi? Di aver fatto morire da sole le persone? Di non aver comunicato e parlato con le famiglie? Le comprendiamo nel profondo del nostro cuore. Deve essere straziante essere un famigliare e vivere la morte in questo modo. Alcuni ci hanno scritto righe bellissime, altri ci minacciano con denunce. Modi diversi di elaborare il lutto e cercare di dare un significato a tutto ciò che hanno vissuto.

Per quanto ci riguarda viviamo la serenità di aver fatto quanto il Ministero della Salute e le disposizioni dell’Usl ci hanno indicato, adeguandoci prontamente ad ogni modifica e impastandole ogni volta con il massimo dell’umanità di tutti gli operatori che sono stati professionisti di questi giorni” 

 

La task force

dell’istituto S. Anna – S. Caterina

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