Foto di Giorgio Bianchi
Martedì 21 aprile, giorno della Liberazione di Bologna, fuori dalle finestre del Palazzo Comunale sono state esposte le bandiere delle brigate partigiane.
La commemorazione ufficiale è stata trasmessa in diretta sulla pagina Facebook del Comune, con la partecipazione del Sindaco Virginio Merola.
Tra le bandiere esposte, quella che colpiva di più la vista del cittadino bolognese rappresentava la brigata che porta il nome di Irma Bandiera, la prima donna
bolognese a prendere le armi nella Resistenza, uccisa a ventinove anni davanti a casa, in quella che oggi è la via a lei intitolata.
Ma chi era Irma Bandiera?
Ecco il profilo dell’eroina tratto dal libro di L. Arbizzani: “Contributo per una
storia del movimento femminile nella Resistenza bolognese, in Donne emiliane
nella Resistenza, III quaderno de “La lotta”, Bologna 1964, pagina 30.”
***
ll 13 agosto 1944 viene assassinata dai fascisti la “staffetta” Irma Bandiera. Il
comando della 7. Brigata GAP traccia un profilo dell’eroina e lo invia al C.U.M.E.R..
La biografia inserita nel Bollettino Militare del mese di agosto 1944 del “Corpo
Volontari della Libertà” (aderente al CdLN) Comando Militare Unico Emilia
Romagna è la seguente:
“Una eroina caduta gloriosamente nella lotta di Liberazione Nazionale.
Il 13 agosto 1944 veniva barbaramente assassinata nei pressi del Meloncello a
Bologna e gettata quindi sui marciapiedi dove è rimasta esposta tutta la
giornata la Gappista Irma Bandiera detta Mimma, nata a Bologna nel 1916 in
via Gorizia n.19.
La Patriota, subito dopo l’otto settembre si era messa al lavoro assieme ad altre
amiche antifasciste incominciando quella lotta contro i tedeschi ed i fascisti per
la liberazione della Nostra Patria dal feroce giogo, lotta che solo la morte
doveva troncare.
In questo lavoro essa si distinse così brillantemente che per la sua iniziativa e
per la sua audacia, nel mese di marzo 1944, veniva chiamata a far parte della
7. Brigata Garibaldi G.A.P. prima in questo fra tutte le donne bolognesi.
Animata dalla più larga fede nel luminoso avvenire di libertà e giustizia della
nostra Italia, dava tutta l’apporto del suo sano entusiasmo, del suo fervore di
lotta, della sua volontà di combattere portando a termine tutti i compiti della
più grande importanza a lei affidati cosciente del pericolo che ogni Gappista
affronta ogni giorno.
Il 9 agosto fu il giorno tragico nella quale ebbe inizio il martirio di Irma Bandiera
e che la nostra Brigata non dimenticherà mai più. Arrestata, rinchiusa nelle
​celle della SS, per quattro giorni l’eroina veniva barbaramente torturata dai
carnefici nazi-fascisti che volevano costringerla a parlare, ma la loro inumana
ferocia fu vana,essa mantenne alto il suo ideale, conscia del dovere che ogni
Gappista ha in quella circostanza, e le belve hitlero-fasciste, visti inutili i loro
sforzi, il giorno 13 agosto l’assassinavano.
Irma Bandiera ebbe i natali da una famiglia agiata. Facili furono per lei
l’adolescenza e la prima giovinezza trascorsa tra l’affetto premuroso dei
genitori che nulla le facevano mancare.
In quel periodo conobbe la vita del mondo suo, piccolo borghese in tutti i suoi
vari aspetti e, nella sua mente ancora chiusa di allora, la trovò certo prodiga di
soddisfazioni, diremo quasi di felicità. Poi la guerra la strappò da quel mondo
che distrugge. Dispersa la cerchia delle vecchie amicizie, il fidanzato lontano,
dando uno sguardo retrospettivo a quanto era stato, si fa strada in lei un’amara
constatazione: il passato le si palesa improvvisamente nella sua vera luce,
vuoto ed insignificante. Di esso ormai non rimane che un vezzeggiativo con cui
tutti sono soliti chiamarla: Mimma.
Irma Bandiera – ph dalla “Collezione Luca e Lamberto Bertozzi”
Nel più assoluto smarrimento spirituale trova chi le parla di un mondo nuovo e
diverso da quello da lei ritenuto il solo possibile, sente forse per la prima volta
le parole “libertà” “lotta e sacrificio”, indispensabili queste per raggiungere
quella e conquistarla. Essa ascolta con curiosità, sulle prime incredula, poi la
nausea, l’odio per il passato così subitamente incenerito dal tempo e dagli
eventi, l’amore, la bontà, la sua grande ed infinita bontà e soprattutto l’ansiosa
aspirazione alla vagheggiata vita nuova, il desiderio di dare il suo contributo
per affrontare l’avvento della libertà sul suolo della nostra Patria, la fecero
salire con decisione sugli spalti della lotta antitedesca e antifascista.
Questo suo slancio generoso, audace, è stato barbaramente troncato dalla
belva nazi-fascista che, con sadico furore, si è dilettata nella più spietata
tortura di quel corpo esile che pure racchiudeva in sé tanta energia, tanto
coraggio, tanta pertinenza nel perseguimento di un fine. Ma a nulla valsero le
atroci sofferenze, essa rimase per il boia una fortezza imprendibile uno volontà
incrollabile.
Esempio di combattività a tutta prova, la Mimma, sia pure con tutte le
debolezze, inseparabili da questa nostra vita terrena, è di incitamento e sprone
alla lotta per tutte le donne alle quali l’oscurantismo e le barbarie nazi-fasiste
tolsero, come a lei, gli affetti più cari e le e le ragioni di vita più sacrosante. A
lei la palma gloriosa del martirio, a noi tutti la tristezza dei sopravvissuti ed il
compito inderogabile di non lasciare vano ed indicato il suo sacrificio.
Grave è per la 7. Brigata G.A.P. “Gianni” la perdita di Irma Bandiera, ma siamo
convinti, siamo certi che già altre donne raccolgono la sua insegna, prendono il
suo posto di combattimento e nel suo nome per i suoi sacrifici, rivendicheranno
l’onore di lottare strenuamente; per la conquista della libertà e della vittoria
finale.
A cura di Lamberto Bertozzi
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