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Il Fascismo eterno

Ho dato il titolo a questo mio intervento prendendolo a prestito da una pubblicazione di Umberto Eco. Perché questo richiamo al ventennio dittatoriale? Per la ragione che il fascismo, oggi, non ha necessità di camice nere, di manifestazioni oceaniche e di irregimentazioni militari per stare al potere. Dobbiamo comprendere che dalla nascita del fascismo sono trascorsi quasi cento anni, la società è profondamente mutata, i mezzi di comunicazione, spesso di condizionamento pseudoculturale, la fanno da padroni sotto forma di TV e di Internet. Leggiamo cosa scrive Eco a pg. 46 del suo lavoro:”Avendo perduto il suo potere di delega, i cittadini non agiscono, sono solo chiamati pars pro toto, a giocare il ruolo del popolo. Il popolo è così solo una finzione teatrale. Per avere un buon esempio di populismo qualitativo, non abbiamo più bisogno di Piazza Venezia o dello stadio di Norimberga. Nel nostro futuro si profila un populismo qualitativo TV o Internet, in cui la risposta emotiva di un gruppo selezionato di cittadini può venire presentata e accettata come la “voce del popolo””. Partiamo dal fondo: un gruppo selezionato di cittadini. Questa, come ho già scritto, si potrebbe definire “Indagine demoscopica” con la quale possiamo ottenere conferma delle nostre idee, obiettivi e scelte, basta congegnare detta indagine in maniera tale da ottenere le risposte che ci aggradano. Un esempio eclatante è stata la risposta data da un ristrettissimo numero di persone e che è stata presentata come la stragrande maggioranza dei cittadini. Questa élite demoscopica  desidera solo spostarsi in bicicletta o con mezzi pubblici e che non vi sono altri problemi nella viabilità. Parcheggi inesistenti, strade trasformate in depositi di auto, mezzi pubblici che a causa di questi inconvenienti sono obbligati a velocità commerciali ridicole, inquinamento dovuto a questa dissennata politica tesa a nascondere ciò che è sotto gli occhi di tutti, questi problemi non esistono. Il popolo quale finzione teatrale: è sufficiente trasformare le votazioni in una farsa affinché gli aventi diritto al voto, piuttosto che perdere il proprio tempo a recarsi alle urne per DOVER votare partiti e persone impresentabili, se ne stia a casa. Al voto si possono così recare solo gli appartenenti alle segreterie partitiche per proclamare, a spoglio avvenuto, eclatanti maggioranze, strepitosi risultati, consensi quasi plebiscitari. Se poi si vanno ad esaminare i numeri si scopre che il partito che ha ottenuto una notevole performance ha ricevuto il 9% dei votanti e meno del 4% degli aventi diritto al voto, tolto schede nulle o bianche. Ormai, come qualcuno ha scritto, è nell’interesse dei nostri partiti che gli elettori non vadano a votare. Togliere le possibilità decisionali al popolo, questo è il metodo del nuovo fascismo, quello del 3° millennio. Non è casuale che in una regione quale l’Emilia-Romagna, dove la partecipazione politica ha sempre avuto numeri altissimi, si sia giunti alle ultime elezioni presidenziali ad un 38% da cui bisogna togliere schede nulle e bianche per trovarsi dinnanzi ad un miserrimo 35% circa. Questo 35% è la pars pro toto. Se si fosse recato solo il 3% sarebbe stato ancor meglio essendo questa percentuale la più vicina ai numeri degli appartenenti a segreterie di partiti. Ciò che infastidisce è che con una simile gestione della cosa pubblica, che possiamo definire oligarchica se non autocratica, si abbia la spudoratezza di parlare di democrazia e si festeggi il 25 Aprile! Adesso sono partite, a quanto sembra, le manovre propagandistiche a base di promesse, di programmi inesistenti, di illusioni per le elezioni del 2019. Nell’ Ecclesiaste leggiamo :”Infinito è il numero degli stolti”. E’ questo il tipo di elettore gradito alle nostre segreterie partitiche? Dai numeri dei votanti nelle ultime elezioni regionali mi sembra che non sia proprio così, anzi che il numero degli stolti sia in forte diminuzione specialmente dinnanzi ad un seggio elettorale. Speriamo che uno spirito realmente democratico metta fuori causa una impresentabile casta partitica, non politica, la politica è una cosa seria, come ci insegnarono i greci.

Ettore Scagliarini

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