Tra burocrazia e frutta

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Mi sono letto una parte dell’avviso di concorso per il responsabile di ortopedia dell’Ospedale di Porretta Terme. Ho detto: Una parte ! Leggerlo tutto richiede un consumo di caffè a livello industriale. Tutti queste citazioni di: normative, codicilli, interpretazioni, leggi ecc. ecc. rendono la lettura un tale mattone da far schiattare anche un bradipo. Per associazione di idee mi è ritornato in mente (nulla a che vedere con la canzone di Lucio Battisti) il crollo del ponte di Genova. Da almeno 10 (dieci) anni ci si era resi conto della fatiscenza delle strutture portanti di detto manufatto. Cinque anni or sono si era deciso di risolvere il problema. Nel 2016 una apposita commissione, pur non decidendo nulla, lasciando spazio, all’italiana, a qualsiasi interpretazione, consigliava di mettere in sicurezza il ponte. Nel Maggio del 2018 si era deciso di programmare la gara di appalto di tali lavori da farsi a tempo debito, vado a memoria, tra il 2020 ed il 2022. Nell’Agosto di quest’anno 43 morti hanno certificato che i tempi burocratici non collimano con i tempi della vita umana. Con la speranza che una frattura ad una tibia non richieda 10 (dieci) anni per la nomina del medico ortopedico per essere ingessata, in quel di Porretta, cerchiamo accuratamente di fare le scale mooolto lentamente e di non esporsi ad eventuali traumi ossei.

Mi hanno riportato l’interrogazione di Galeazzo Bignami agli organi competenti sulla fornitura di frutta e verdura incommestibile nelle scuole . Giustissima rimostranza! Attendiamo la doverosa risposta e i provvedimenti in merito. Se partiamo dal concetto che l’Italia è fra i massimi produttori mondiali di frutta e verdura e che quella marcia o acerba viene servita nelle scuole, c’è qualcosa che non funziona. Si potrebbe supporre che in alto loco, nei centri del POTERE, sia questa una delle varie strategie messe in opera per dissuadere i giovani ad andare a scuola. La prima mossa è quella di togliere un bel po’ di soldi al finanziamento dell’istruzione e della ricerca. In aggiunta ci si mette la lotteria delle cattedre, delle assunzioni, dei presidi e via discorrendo. Alla fine si ottiene il risultato eclatante del 24,7 % dei giovani studenti che abbandonano la scuola. D’altronde se l’Italia vuole conservare la maglia nera europea del minor numero di laureati ogni 100 abitanti, da qualche parte bisognerà pure incominciare ! Intanto ci si da da fare con frutta e verdura da cassonetto delle immondizie. Per chi pensasse che stia parlando a vanvera, rammento che l’Italia ha 4 laureati ogni 100 abitanti contro la media europea di 17 ogni cento. In compenso ogni anno perdiamo quasi 100.000 fra laureati e diplomati che fuggono all’estero. Si comincia con le carote marce e poi……

Ettore Scagliarini

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