Seguendo l’articolato dibattito sulla Europa che sta occupando mass media e mondo politico, mi è ritornato in mente il dibattito sull’argomento:”Futura Europa” che avemmo in terza Liceo Scientifico assieme all’insegnante di Storia e Filosofia, Giuseppe Conti, giovanissimo ma maestro di vita e di pensiero.
Già allora ( 1957 ) a noi, giovani liceali, erano evidenti i due corni del problema: Europa dei cittadini o Europa della Finanza. Si riconosceva l’importanza di una compattizzazione europea onde poter dialogare con le due superpotenze USA & URSS; URSS non a livello subalterno. Il problema di fondo rimaneva però quello: sarebbero state capaci le istituzioni della futura Europa a considerare privilegiato l’interesse per i cittadini e riuscire a tenere a bada il mondo speculativo-finanziario che avrebbe fatto di tutto per avere una associazione di stati al suo servizio ?
Come si vede in ambito culturale, terza Liceo, già erano presenti problemi che si sono evidenziati in maniera drammatica in questi ultimi decenni. Alla luce di ciò che è avvenuto tra il 1994 ed oggi, possiamo dire che le istituzioni europee si sono lasciate progressivamente incartare dentro al perverso mondo della Finanza Speculativa. La crisi post 2008 ha evidenziato la incapacità=non volontà di far fronte a detto mondo. Ci siamo trovati dinnanzi a Banche che hanno scaricato sulla collettività gli effetti negativi delle proprie spericolate speculazioni, in parole povere : Gli utili sono privati e le perdite sono pubbliche. Con l’aggravante che tali perdite dovevano essere ripianate con pubblico danaro, ovvero i cittadini truffati due volte. Emblematico l’esempio del Monte dei Paschi di Siena, i cui dirigenti hanno condotto l’Istituto sull’orlo del fallimento ( 6,5 miliardi di perdite di pubblico danaro) con uno stentato salvataggio con 4,5 miliardi di altro pubblico danaro. La cosa è avvenuta in quasi tutti i paesi Europei. Detto danaro che avrebbe potuto servire al benessere sociale, è stato dirottato nelle tasche, praticamente, dei grandi speculatori. Costoro, poi, non hanno pagato né economicamente né penalmente per le loro malefatte.
Oggi ci si meraviglia della rivolta antieuropeista di parte della popolazione degli stati europei. L’unione Europea si trova oggi dinnanzi ad un bivio : o indirizzarsi sulla strada del servizio ai cittadini, del soddisfacimento delle loro necessità, come in parte è stato fatto, oppure lasciarsi sempre più inghiottire dai diktat della Finanza Speculativa e portare al disastro l’Utopia Europea. Questo ultimo risultato farà la gioia dei nostri interlocutori in campo mondiale : USA, Russia, Cina e, forse, India che vedrebbero togliere dall’agone un pericoloso dialogante. Se ci si pensa bene, tutti questi paesi sono Unioni di Stati, anche l’Europa dovrebbe essere una Unione di Stati che con la ricchezza culturale, imprenditoriale e di storia sarebbe un temibile concorrente internazionale.
Adesso, a mio avviso, sarebbe opportuno, più che sfasciare la U.E., vedere di raddrizzare il timone della sua gestione. Ricordiamoci che ogni stato europeo, da solo, verrebbe inghiottito, nell’agone internazionale, dalle grandi potenze di cui sopra. L’Italia, non avendo ricchezze, essendo un paese solo trasformatore ed anche in affanno data la scarsa scolarità universitaria, scarsa specializzazione e scarsa ricerca, finirebbe per avere una totale irrilevanza internazionale. D’altronde è su questa strada che una irresponsabile, affaristica ed impresentabile classe politica sta indirizzando il Paese da oltre un trentennio. Concludo dicendo che certe osservazioni fatte nel 1957 in una classe di terza Liceo, sotto la guida di un ottimo insegnante, abbiano evidenziato problemi che, poi, sono emersi un sessantennio dopo.
Ettore Scagliarini