Terremoti e prevenzione

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California, il più forte terremoto da vent’anni: magnitudo 6.4 – foto meteoweb.eu

 

Dopo l’ultima “scossetta” nel Mugello si torna a parlare di terremoti. L’Italia, forse qualcuno non se ne è ancora reso conto, è una zona sismica. Dal momento che i terremoti non sono prevedibili sia per anno, mese. giorno ed ora, ma solo in via statistica nelle aree sismiche ( memorie storiche ), l’unico mezzo per tamponare detti disastri, come quello delle alluvioni ed altro, è la PREVENZIONE. Cosa significa prevenzione in aree ad elevata sismicità ? Significa dare una dovuta sistemata ad edifici che per la loro metodologia costruttiva, non danno alcuna garanzia di stare in piedi al primo terremoto di una certa intensità. Per fare questo però si incoccia in alcuni problemi che, in Italia, possiamo dire, istituzionali. Qualcuno disse:”A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”; memore di tale consiglio, qualcuno si è dato la briga di cercare di spiegare perché non si riesca a fare un assennato piano di prevenzione sismica, mentre, dopo un disastroso terremoto con centiaia di morti, saltan fuori miliardi da spendere nella “ricostruzione” che sembra di stare dinnanzi al cappello a cilindro di un prestidigiatore. Costui, non ricordo il nome, disse che nella prevenzione, le imprese edili lavorano al cospetto dei padroni di casa i quali sono poco propensi a veder impiegare sabbia al posto del cemento e fil di ferro invece di tondini di acciaio. In parole povere i lavori rischiano, sì, proprio, rischiano di essere fatti a regola d’arte e con costi controllati. Dopo il disastro, tutto quel sottobosco imprenditoriale che vive, prospera e si ingrassa all’ombra dei partiti, può scatenarsi nelle opere di “ricostruzione” ovvero in lavori malfatti, con materiali scadenti e con tempi biblici e con costi allucinanti. Forse, il nocciolo del problema della mancata prevenzione sta lì, “cui prodest” fare un lavoro serio ed affidabile che possa evitare stragi di persone e distruzione di beni ? Non di certo al mondo partitico-amministrativo né tantomeno ai satelliti che vi ruotano attorno. Ergo, più il disastro è grande e più ci sono morti e più ci si guadagna. Cinico? Direi realistico. Quando mi viene a mente il nome di chi ha espresso detti pensieri, ve lo cito.

 

Ettore  Scagliarini

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