Dal dire al fare

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Ringrazio Valerio Giusti, portavoce del Comitato Ferrovia Porrettana e presidente del CRUFER, per le tempestive notizie che ci invia. Purtroppo sempre brutte e purtroppo sempre uguali !  Ho fatto anch’io il pendolare in passato e so bene cosa significhi aspettare un treno sotto un caldo sole e , ahimè, anche al freddo sotto le gelide pensiline, salire su scompartimenti ancora più gelati (ricordo bene quello delle 6 !). E quindi non faccio fatica a immaginare lo stress se non lo si vede arrivare, le ansie quando i dati sul ritardo vengono sempre aumentati, le arrabbiature quando si vede “sparire” quel convoglio tanto atteso che sarebbe stato determinante per arrivare ad una scuola, ad una visita, ad un lavoro, ad un incontro personale di una certa importanza.  Ma perchè questo lungo continuo costante determinarsi di disservizi ? Perchè in tanti anni non si è riusciti a sanare questa linea che è fondamentale per tutti gli abitanti della Valle del Reno e di una parte della provincia di Pistoia ? Perchè anche con le interruzioni estive (pesanti per turismo e non solo)  non si è risolta questa situazione che si trascina da tempo ? Perchè una linea ferroviaria che era strategica è stata così abbandonata ? Vorrei una risposta dal Comitato che ha più contatti  e più attuali dei miei. Io non ho alcuna remora a dare la mia: sul banco degli accusati vedo allo stesso livello le ferrovie e i politici. Il territorio è stato ed è tuttora trascurato, perchè poco rilevante come bacino elettorale e richiede investimenti costosi a fronte di introiti relativamente bassi. La chiusura del punto nascita di Porretta, gli spostamenti dei (e nei) reparti ospedalieri di Porretta e Vergato, Case della Salute comprese, ed i problemi della S.S. 64 ne sono una conferma.

Nelle “stanze dei bottoni” leggono sicuramente le note quasi quotidiane di Valerio Giusti che in modo molto preciso e dettagliato informano gli utenti di questo tratto ferroviario, ma a quanto pare non sembra che preoccupino. A mio parere  nelle “stanze dei bottoni” pensano che la protesta essendo solo verbale sia quindi….ben assorbibile.. Io leggo le tante e vibranti proteste dei cittadini solo sui social. Sui quotidiani sono apparse prevalentemente  solo interviste o note del Comitato.

E quindi mi è nata una curiosità: ho visto foto di incontri fatti nel Medio e Alto Reno con Donini, quando era assessore ai trasporti, con Bonaccini che era ed è ancora  presidente di Regione, ma mi risulta che non sia mai stata fatta alcuna protesta (corretta, intendo) nei loro confronti. Vidi le foto della assemblea fatta a Vergato in cui si presentavano i lavori per il secondo binario e pensai che fosse una ghiotta occasione sia per ringraziare (c’era un investimento di 6 milioni e mezzo di euro !) che per protestare per i noti disservizi. Niente. Tutti zitti. Poi ci sono stati i politici in visita nel corso dell’ultima campagna elettorale, nessuna protesta alla presenza dei candidati. Tutti gli sfoghi solo sui social.

Le voci degli ottimisti , coloro che asserivano che “nei prossimi mesi cambierà tutto”, si sono sempre più affievolite. Dalla fine dello scorso mese però hanno ripreso a vedere il futuro più roseo.

Dai primi giorni di novembre  un nuovo gruppo, composto da imprenditori locali,  prenderà le redini della stazione sciistica del Corno e gestirà quanto verrà fatto da Governo e Regione (i famosi e tanto discussi nuovi impianti a fune), inoltre Bonaccini nell’ultima visita alle Terme di Porretta ha lasciato trapelare l’ipotesi di acquisto degli stabilimenti e dell’albergo da parte dell’INAIL, che a sua volta darà il tutto in affitto a chi ha esperienze nel settore.

E quindi non resta che aspettare che tutti facciano il famoso passo: dal dire al fare. E poi continuare…non solo iniziare e concludere alla vigilia delle prossime elezioni…I tempi sono particolarmente difficili, ma lo si sapeva quando pubblicamente sono state fatte le promesse e presentati i progetti.

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Un commento

  1. Certo, il bacino elettorale della montagna è poco appetibile per il mondo partitico (politico sarebbe troppo impegnativo). Però quando si tratta di spender soldi del contribuente (res nullius dei nostri antecedenti romani), non ci sono ostacoli, specialmente su discutibili operazioni di un ancor più discutibile incremento turistico. Ricordo qui i 32 mln tirati fuori dalle casse del ministero dello sport (20 mln) e 6 mln + 6 mln delle due regioni Toscana ed Emila-Romagna per finanziare l’utopia di un collegamento dal Corno sino all’Abetone ! Mica un progetto, solo un’idea campata per aria. Adesso la Regione Emilia Romagna, sempre con i danari dei contribuenti, sembra voglia finanziare un nuovo impianto a fune nella zona del Corno alle Scale per un importo di 7 mln di €. Se nell’intero comprensorio non esistesse alcun problema, sarebbe una spesa sempre inutile, ma che, a parte l’ambiente, non darebbe adito ad ulteriori danni. Il guaio è che in detto Comune, Lizzano in Belvedere, gli acquedotti sono da tempo in condizioni precarie, leggere l’ultima ordinanza del Sindaco in merito. Le infrastrutture di accoglienza lasciano parecchio a desiderare. Non mi sembra di aver letto di un piano di utilizzo delle emergenze storiche, paesaggistiche e culturali del comprensorio al fine di un integrale rilancio del turismo. Ho chiesto se non fosse il caso di dirottare detti 7 mln a sistemare gli acquedotti, vista anche la pubblicità negativa in merito, ed eventualmente a porre in atto un piano infrastrutturale. Mi è stato risposto che se i soldi sono stati indirizzati a detta spesa per un impianto a fune non possono essere trasferiti in altri lavori, anche se di estrema urgenza e necessità sociale, come l’acqua potabile. Dal ché ho capito che in campo Amministrativo le fondamentali necessità di una vita civile sono un optional. Siamo messi bene !

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