Programmazioni per l’Appennino…e l’Istruzione ?

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Ho letto il piano di eventuali interventi per il miglioramento socio-economico dell’alta valla del Reno. Noto però, con disappunto, che manca la voce ISTRUZIONE . E’ basilare un sistema viario valido ed efficiente, infrastrutture, anche informatiche, da 3° millennio, ma se manca una scolarizzazione, appunto, da 3° millennio, a mio avviso, si fa poca strada. Basta leggere quali siano le nuove stat up, i nuovi indirizzi produttivi per rendersi conto che tutto questo si basa su di un alto livello di istruzione. Faccio un ragionamento ipotetico : se una di queste start up formata da tecnici e laureati specilistici decidesse di impiantare una sua succursale a Panigale di Lizzano in Belvedere, dove troverebbe i dipendenti con le necessarie basi di istruzione da operare in detta attività? Nella mia vita ho visto che una cospicua parte dell’emigrazione è stata causata dal basso livello di istruzione offerto in zona. I giovani, se volevano inserirsi nel mondo del lavoro, erano obbligati ad andare a studiare in città, non solo l’Università, parlo anche con indirizzi pratico-tecnici quali l’Istituto Aldini Valeriani. Una volta in città, si impiegavano in aziende del posto, richiamavano i parenti rimasti in montagna, mettevano su famiglia e chi si è visto si è visto. Si parla molto del lavoro, giusto, ma questo lavoro quale specializzazione e professionalità da spendere altrove può creare ? Si parla molto di potenziare gli impianti di sci del Corno. Chi lavora su detti impianti quale specializzazione può acquistare ? Lavorare alla biglietteria, controllare chi scende e sale dagli impianti e, per alcune settimane, fare da maestro di sci. Certo ci può essere una ricaduta nell’indotto, ristoranti ed alberghi, ma di nuovo non si crea nulla. Sono lavori definiti di scarsa o nulla innovazione e facilmente saturabili da qualunque persona anche di bassa scolarizzazione. Vi sono occupazioni, socialmente importanti, sia ben chiaro, come persone addette alle pulizie, imbianchini o manovali da muratori ed altro, che, non richiedendo un particolare iter di studi, possono essere svolti da chiunque. I figli di costoro, come anche di quelli addetti agli impianti o in mansioni correlate, se decidono di elevare il proprio livello occupazionale, cosa dovrebbero fare ? Andarsene. A mio avviso, anche la crisi di varie aziende in zona, è stata creata dal non avere un personale qualificato in grado di sostituire i fondatori di tali attività. Le nuove forze che avrebbero dovuto apportare nuove idee, nuovo slancio non ci sono state e quindi le imprese si sono fermate alla stadio di 1 – 2 o 3 generazioni fa mentre il mondo produttivo proseguiva sulla strada dell’innovazione, grazie, appunto, ai giovani. Un auspicio ? Portare il livello di istruzione dell’Alta Valle del Reno a quello che oggi è indispensabile ed anche un po’ oltre al fine di far sì che possano sorgere nuove imprese con nuove idee.

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