Vaccini, storia dell’arte e della scrittura

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Mi è arrivato un filmato di un signore di Via Stalingrado che, oltre all’ironia, è andato giù pesantemente sull’uso e abuso di termini in inglese per qualsiasi operazione si debba fare. Qui, sembra, fosse legata alla vaccinazione anti Covid19. A parte l’osservazione del livello culturale che circola nel marasma partitico e politico che, a giudizio di molti, è notevolmente basso, verrebbe da pensare che l’uso di terminologie inglesi sia correlata a due aspetti : Il primo è l’uso approssimativo dell’italiano da parte di molti che siedono nei centri del potere, il secondo è creare una distanza lessicale tra il potere stesso ed i sudditi. Non essendo obbligatoria la conoscenza dell’inglese, anzi, oserei dire che, specialmente per persone datate, è un linguaggio un po’ inusuale. Tutto ciò mi fa ritornare a mente quale fosse stato il cambiamento delle immagini pittoriche tra il medioevo, diciamo tra il 1200 e la fine del 1400 e quello che comparve con l’avvento dei centri di potere signorili nel 1500. Gli affreschi ed i dipinti medioevali, specialmente nei luoghi di culto, dovevano essere di una facile lettura anche per persone non istruite, la maggioranza della popolazione. I Santi, la Vergine, Gesù e tutto ciò che riguardava il sacro, dovevano esplicitare concetti semplici e facilmente comprensibili da tutta la popolazione. Con l’avvento delle Signorie, e, quindi, di una classe sociale intoccabile, ad altissimo livello, con incommensurabile distanza dal popolo, l’arte figurativa diventa altamente concettuale, di difficilissima interpretazione, con costanti rimandi a retroterra culturali di esclusiva appartenenza a detta Super Società. Possiamo dire che anche in Italia abbiamo assistito ad una simile trasformazione, in breve tempo. Dapprima l’impiego di un gergo da parodia dell’iitaliano, denominato burocratichese. La funzione di detto criptico linguaggio era quello di evidenziare la distanza che correva, e tutt’ora corre, tra i gestori del potere e degli scartafacci e il popolo comune. Non bastasse, vista la scarsa dimestichezza con l’italiano esplicitata dal burocratichese e dalle pubbliche esternazioni di diversi appartenenti al mondo partitico e politico, si è deciso di fare un salto di qualità : le informazioni e comunicazioni si danno in inglese. A parte plateali errori di ortografia e sintassi anche qui, il messaggio è quello dei Signori del 1500 : Noi siamo il potere ed utilizziamo i mezzi di comunicazione che più ci aggradano al fine di evidenziare la distanza che intercorre tra il nostro Empireo e le plebi. A questo punto consiglierei alla cittadinanza tutta di compilare documenti utilizzando le seguenti scritture : Geroglifici egiziani del 2° millennio a.C., il cuneiforme assiro-babilonese con l’aggiunta del Lineare B (paleo greco del tempo della guerra di Troia). Personalmente non mi sembra vi siano sostanziali difficoltà interpretative tra queste scritture ed il burocratichese, anzi, direi che è più facile comunicare e farsi comprendere con quelle antiche scritture che decifrare un testo delle nostre amministrazioni. Se poi queste amministrazioni impiegano l’inglese, l’uso del lineare B mi sembra il più adeguato essendo stato impiegato più di 3.000 anni fa proprio per usi burocratici.

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