Stamane, domenica 30 Maggio, ho dato un mano ad amici speleologi, ad accompagnare un po’ di persone a vedere le Grotte del Farneto a San Lazzaro di Savena, nel Parco dei Gessi. Non solo sono state organizzate tre squadre di visitatori, quindi un congruo numero di persone, ma ho analizzato le caratteristiche di tali persone. La maggioranza era formata da nuclei familiari con uno o due figli. Tutti curiosi di conoscere vita morte e miracoli delle grotte e di questa in particolare. Curiosità ben saziate dalle spiegazioni dell’amico Paolo, sotto l’aspetto storico, grotta di importanza archeologica, che di quello idro-geologico. Taluni si sono già interessati per una successiva visita alla Grotta della Spipola, assai più gratificante per l’immaginario speleologico. Intanto che eravamo alla base di partenza, la Casa di Fantini, ho osservato che vi era un continuo via vai di persone, a piedi, con il loro zainetto in spalla che transitavano in vicini sentieri. A seguito di ciò faccio le seguenti osservazioni: i luoghi prossimi alla città sono sempre più frequentati da un popolo di camminatori, escursionisti, appassionati dell’ambiente. Sono numeri in costante ascesa e, direi, esponenziale. Le ragioni, a mio modo di vedere, sono molteplici. Partiamo da quella economica. Per fare queste attività, comprese le visite speleologiche, si fanno pochi chilometri, si perde poco tempo e, da non sottovalutare, il pranzo lo si fa in casa. La spesa per una famiglia di 3 persone è contenuta in alcune decine di € e, cosa importante, non si passano ore in auto, handicap non trascurabile. Una caratteristica che accomuna i visitatori delle Grotte del Farneto, è la fame di conoscenza, del sapere perché si sono formate dette cavità, la loro evoluzione ecc . Certo non vi sono i panorami mozzafiato del Corno alle Scale e le cascate del Dardagna, ma, come ho detto, non vi è neppure l’incubo di stare in auto per ore. A questo punto, vista la curiosità dei visitatori, è mai venuta l’idea nel Belvedere di organizzare gite che, oltre a far vedere i panorami mozzafiato e le cascate del Dardagna, ne spieghino l’evoluzione geologica, la presenza degli antichi ghiacciai ed altro ? Quando feci da guida per il Rugletto dei Belvederiani, anni fa, le adesioni erano notevoli. Oggi, penso, vi sarebbe un afflusso considerevole di turisti e curiosi, dato l’interesse per detti argomenti. Anche questo aspetto culturale potrebbe fungere da attrattiva purché vi siano persone in loco che credono che anche la cultura serva a portare turismo ed entrate economiche.