Qualche dubbio

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Sto leggendo di occasioni irripetibili, aiuti economici, facilitazioni ecc ecc e chi ce ne ha più ce ne metta per l’impiego di stufe a pellet . Facciamo il punto : la stufa a pellet genera aria calda come un inserto nel classico camino. La differenza sta ne fatto che, mentre nell’inserto necessita inserire, abbastanza spesso, ciocchi di legna, nella stufa a pellet questa si alimenta da sola nel serbatoio. Ovvio che l’autonomia della stufa è legata a due fattori : 1° il consumo orario 2° la capacità del serbatoio . Il rendimento dell’inserto di ultima generazione è di poco inferiore ad una stufa a pellet, purché si abbia l’avvertenza di usare legna secca. Lo stesso avvertimento vale, in altra direzione, per l’uso del pellet. Se si impiega pellet di bassa qualità con una elevata quantità di cenere residuale, siamo a punto e a capo. Dove sta, a mio avviso, il limite dell’uso sia dell’uno, l’inserto, che del secondo, la stufa a pellet ? Nel fatto di generare aria calda . Questa ha una bassissima inerzia termica, appena la stufa cessa di funzionare siamo al fresco. Con l’inserto si può andare ancora avanti un paio d’ore grazie al cumulo di braci nel vano di combustione. Ed allora tutto questo can can ? Partiamo dalla mia esperienza legata al fatto di avere una casa a Pianaccio, paese definito da Enzo Biagi : “ Con due mesi di fresco e dieci di freddo” . Le cose, con la Crisi Climatica sono un po’ cambiate, ma vi delucido cosa ho fatto. 1° Inserto nel camino di sasso costruito da mio nonno nel 1915 avente una potenza max di 18 Kw erogati . L’aria calda, mediante apposite tubazioni inox, viene inviata alle due camere da letto sovrastanti, oltre che riscaldare la sala da pranzo-cucina ove si trova. 2° Una caldaia a pellet da 18 Kw erogati che alimenta un circuito con termosifoni in ogni camera, due bagni e vano scale. Una mia semplice modifica ha portato l’autonomia di detta caldaia dalle 10 ore al max, sino a 16 ore grazie all’aumento del serbatoio.3° Una caldaia a gas per fornire acqua calda nei bagni e nella cucina alimentata da bombole di GPL da 15 Kg. .  4°Una cucina a gas alimentata da bombole di GPL da Kg 10 . La casa, in sasso di un certo spessore, ha infissi con vetri termocamera, doppia porta in ingresso ecc ecc . Arriviamo all’atto pratico. Fine settimana, si decide di passare almeno 6 o 7 giorni nell’ameno paesello, siamo in inverno. Temperatura in casa 8° alle ore 18 . Accensione dell’inserto con ottima legna. Questo, dopo neppure mezz’ora spara fuori getti di aria calda ove previsto. Accensione della caldaia a pellet. Data l’inerzia termica dell’acqua del circuito, prima di 3 ore il sistema non arriva alla sua erogazione ottimale. Accensione caldaia a gas. Cena, alle ore 20,30, allietata dalla visione della fiamma nell’inserto con una temperatura ambiente oscillante tra i 17° ed i 18°. Ore 22,30-23 , si va a letto, dopo aver messo un paio di ciocchi di quelli tosti nel camino-inserto. Questi, con tutti i tiraggi chiusi, andranno avanti un paio d’ore, tranquillamente, diminuendo progressivamente la loro potenza. Ma intanto la caldaia a pellet è andata a regime in un ambiente nel quale l’aria, si badi bene l’ARIA, è già sopra ai 18° . Quindi la caldaia, per un tot di ore, va al massimo per mantenere dette condizioni o migliorarle. Un apposito termostato in casa gestisce la potenza erogata dalla caldaia. Arrivata a quanto deciso, detto impianto, progressivamente, diminuisce il consumo e la conseguente potenza erogata. Perché ho sottolineato il termine ARIA ? Perché le pareti interne della casa necessitano di molto più tempo per mettersi in equilibrio termico con l’aria. In una qualche maniera funzionano come radiatori di freddo. Infatti già dal secondo giorno di permanenza, constatiamo che, per mantenere una gradevole temperatura in casa, non importa fare andare il camino in potenza, e la caldaia a pellet lavora, quasi sempre, al minimo consumo : i muri si sono scaldati ! Cosa significa questo in termini di spesa e consumo per una casa di 90 m2 ? 80 sacchi di pellet di ottima qualità, ripeto OTTIMA QUALITA’, 40-45 ql di legna analoga, 2-3 bombole di GPL da 15 Kg ed 1-2 bombole di GPL da Kg 10 . Sino ad un anno fa la spesa globale per 7 (sette mesi) era di € 320 x il pellet + € 600 x la legna ed € 60-70 per il GPL per un totale di meno di € 1.000, ovvero circa € 150 il mese . Adesso con il pellet a € 12 il sacco la musica cambia. Siamo già a € 1.000 per il solo pellet, una 100 € per GPL, invariato il costo legname, cresciute le spese per l’energia elettrica. In poche parole ci avviamo verso una spesa di € 2.000 per i sette mesi, ovvero circa € 300 il mese . Non è una grande spesa, ma si tratta di una abitazione studiata in modo integrale, coibentata ed altro. Si badi che, come ho spiegato, passare un fine settimana o un’intera settimana, i costi variano di poco. I consumi hanno il loro picco nei primi due giorni fin quando le pareti non giungono all’equilibrio termico. Da qui la decisione di molte famiglie di rinunciare a passare fine settimana ed addirittura le vacanze natalizie nella seconda casa in montagna. Ritorniamo all’argomento iniziale : la stufa a pellet . Benissimo, per scaldare l’aria, ma risulta poi necessario un circuito per riscaldare l’acqua del bagno e per la cucina. Se ipotizziamo di non disporre di un circuito a radiatori, detta stufa dovrà essere in funzione, quasi ininterrottamente, pur con oscillazioni di potenza. Quando la stufa cessa di funzionare, in breve, specialmente, nei primi giorni, ci si troverà al fresco. Quindi ? Un ottimo oggetto da sistemare in una casa avente già un impianto di riscaldamento di base efficiente ed alimentato con poca spesa . Qualcuno potrebbe ipotizzare che questa entusiastica pubblicità per le stufe a pellet sia stata organizzata da chi, dalla sera alla mattina, ha aumentato il costo di un sacco di pellet di Kg 15 da € 4 ad € 12 tra l’assoluta indifferenza istituzionale. Il mercato, forse, ha soprasseduto all’acquisto-capestro e si sta cercando di vendere ciò che ristagna nei magazzini.

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