Progetti per tutto l’anno

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“La montagna deve vivere tutto l’anno” ho letto questa frase attribuita ad un imprenditore con impegni nell’area del Corno alle Scale. La frase è azzeccata, bisogna però vedere come si decide di far vivere questa montagna. Sino ad oggi le soluzioni applicate hanno portato a : Spopolamento con massiccia fuga di giovani, un disastroso rapporto giovani/pensionati, un crollo del reddito medio, un costante aumento dei tempi di raggiungimento delle zone montane partendo dalle città, un collegamento ferroviario con parecchi problemi irrisolti, un abbandono di borghi e paesi con culture e storia plurimillenarie, una istruzione rimasta bloccata a parecchi decenni fa e che non offre agli studenti un bagaglio di conoscenze atte ad inserirsi nel mondo del lavoro, una sanità in costante smantellamento, un patrimonio ambientale e naturalistico lasciato in totale abbandono e con il rischio, tutt’altro che remoto, di una sua devastazione. Queste sono le conseguenze di una politica legata ad una monocoltura, quella dello sci e degli impianti a fune. Sia ben chiaro che detta attività va mantenuta, ho detto mantenuta e non illudere ed illudersi che con la costruzione di una sequela di nuovi impianti a fune con seri problemi ambientali e di sperpero di pubblico danaro si ottengano : cospicue precipitazioni nevose in dispregio alla Crisi Climatica, nuovo appeal sociale per detta attività, afflussi oceanici di utenti smaniosi di passare da una seggiovia all’altra ed altre amenità fra cui, quella vergognosa, di portare persone con problemi motori a scorrazzare sul crinale appenninico ben stigmatizzata dal pres. della Federazione delle Associazioni di queste persone. Se si vuol far vivere la montagna tutto l’anno bisogna, almeno, conoscerla. Per conoscerla bisogna avere nel proprio bagaglio culturale alcuni pilastri che oggi non vedo. Sto parlando della storia, del patrimonio culturale, paesaggistico, ambientale, edilizio, religioso di cui sono pieni questi luoghi e volere e saperli valorizzare in sinergia con attività ricreative, sportive tra cui vi è anche lo sci. Ma pensare che si risolvano i problemi che ho evidenziato prima delle nostre montagne solo investendo milioni fitti dei contribuenti in impianti a fune per rendere “ricchi” gli abitanti con circa 16 fine settimana di frequentazioni sciatorie, salvo il brutto tempo con venti ad oltre Km 270/h, chi farà affari saranno solo i costruttori di detti impianti . Attendo da chi ha formulato la frase “La montagna deve vivere tutto l’anno” un piano di valorizzazione del patrimonio della zona che ho accennato e consentirebbe, a mio avviso, passato il piccolo boom estivo, di non scendere ad un utilizzo delle strutture ricettive al 3% delle proprie potenzialità per i lunghi mesi che vanno dai primi settembre a Natale e dal termine dei fine settimana sciatori al mese di Luglio.

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