Dopo le ripetute bombe d’acqua, gli allagamenti e le morti, non sono riuscito a sentire un solo commento istituzionale su due argomenti che sono alla base di questa tragedia : 1) La crisi climatica 2) Un piano ad ampio respiro di sistemazione collinare e montana in grado di attenuare l’effetto di queste violente piogge. Andiamo per ordine : l’acqua va verso il basso e se non si sistema la parte alta, più giù diventano guai. Pochi sapranno che una consistente ragione del dissesto collinare e montano da cui siamo afflitti, ha avuto origine verso la fine del 1800. S pressione dei grandi agrari, fu emanata una legge che consentiva il disboscamento e la messa a coltura dei terreni al di sotto del limite del castagno, circa 700 m.s.l.d.m. . Perché questa legge ? Per smorzare le proteste sociali di braccianti e mezzadri che reclamavano il diritto ad avere della terra da coltivare per la propria sopravvivenza . Quindi ? Non si scalfirono i privilegi dei “Veri signori” ma si diede il via ad uno dei più grandi dissesti idrogeologici dell’età moderna. Dopo alcuni decenni ci si accorse della porcata fatta, ma, non essendo possibile togliere milioni di coltivatori dai nuovi terreni così conquistati e neppure approntare nuove e civili leggi agrarie, si abrogò detta legge. Questi terreni, privi in gran parte della loro copertura arborea, ma destinati a coltivazioni in gran parte di grano, diventarono sede di costanti smottamenti, frane, instabilità di versante, con torrenti che ad ogni pioggia un po’ consistente, si tramutavano in pericolose fiumane, rimasero a questa destinazione agricola sin dopo la II G.M. . Dato il tipo di terreni, la insufficiente concimatura, spesso dilavata nei pendii, detta agricoltura risultò essere di scarsa resa e di estrema precarietà per chi ci operava sopra. Dalla fine della II G.M. iniziò un costante esodo di questi agricoltori verso lavori più sicuri e remunerativi nella fabbriche e nell’edilizia in città. Di conseguenza case abbandonate, campi e torrenti senza alcuna cura, spesso, chi emigrava, provvedeva al taglio totale dei pochi boschi rimasti al fine di vendere il legname per racimolare un po’ di danaro. Dinnanzi a questo sconvolgimento antropico, cosa si fece ? Praticamente nulla . Si sarebbe dovuto iniziare un piano ad ampio respiro di consolidamento dei suoli, a seconda delle tipologie, con terrazzamenti, piantumazione di piante autoctone, controllo e sistematica pulizia dei corsi d’acqua al fine di non trovarsi dinnanzi a temporanei sbarramenti dei corsi con alberi e piante crollate, ammassi di inerti ed altro creatori, più a valle, con il loro crollo, in caso si elevata piovosità, di notevoli disastri. “La Natura aggiusterà tutto !”Una frase ricorrente per anni. Certo, in alcune migliaia di anni. Adesso, poi, si aggiungono gli effetti della Crisi Climatica, sistematicamente negata in siti della gestione della cosa pubblica. Certo, non si fanno appalti avendo come argomento principale detta Crisi. Cosa ci aspetta dopo questo diluvio ? Di certo nessun piano di sistemazione delle valli, dei corsi d’acqua e di consolidamento dei versanti. Qualche lacrimuccia in attesa del prossimo disastro dietro l’angolo.