Prevenzioni, disastri e passerelle

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Ultimamente, sull’argomento alluvioni in Emilia-Romagna, mi sono letto svariati lavori, brevi ma documentati. Il primo è stato pubblicato da un docente Universitario di Urbanistica che si è focalizzato su di una legge regionale del 2017 che, teoricamente, avrebbe dovuto mettere un freno alla cementificazione dei suoli ma che, in realtà, è stato un tale colabrodo da aver favorito tale scempio proprio in quelle zone e comuni colpiti, poi, pesantemente dall’alluvione. Come tutti i lavori scientifici e documentati che danno fastidio al Potere, è stato fatto uscire di scena velocemente. Ugualmente una serie di lavori sui rimboschimenti, sulla gestione dei corsi d’acqua e su altri argomenti che possiamo definire “fastidiosi”. Un articolo anomalo è stato quello di un artista che si è focalizzato, invece, sulle “Passerelle” dei politici a seguito di avvenimenti disastrosi o di estrema gravità sociale. Taluni di questi politici avrebbero, a dire dell’articolista, dovuto prendere provvedimenti, dato il loro ruolo, affinché certe disgrazie non avvenissero. Sembra che la cosa non fosse di particolare urgenza o interesse. Questa focalizzazione sulle “Passerelle” è centrata su avvenimenti di estrema gravità che fanno da epicentro mediatico. Ma vi sono altre “Passerelle” che, pur non presentandosi in momenti così calamitosi, fanno però da corollario ad un sistematico e continuo degrado socio-economico di ampie zone. Facciamo mente locale alle zone appenniniche che ci riguardano : l’Alto Appennino Bolognese. Non passano sei mesi, al massimo un anno, che non venga organizzato un Convegno sul rilancio dell’Appennino con relative “Passerelle” del mondo politico-amministrativo che, dati i discorsi, incomprensibili, le visioni di future risoluzioni, le varie piattaforme, le analisi socio-politiche, le soluzioni ipotetiche ed altro, farebbero pensare ad un domani meno incerto e più valido sul piano della Sanità, Istruzione, Reddito-lavoro, trasporti, infrastrutture, servizi sociali ed altro di peculiare di una società civile. Dopo oltre 35 anni di queste “Passerelle”, i risultati sono stati i seguenti : reddito precipitato ai valori più bassi della ex provincia di Bologna, Chiusura di un ospedale e carenza di personale nell’unico rimasto aperto con contrazione di determinati servizi o loro cancellazione, Carenza di medici di base, Istruzione inadeguata alle esigenze di una società del 3° millennio, collegamenti stradali fermi, come viabilità, al 1865, buche comprese, quelli ferroviari aventi una certa inaffidabilità, paesi semi spopolati con massiccia fuga di giovani ( età media lavorativa oltre i 50 anni), sistematica chiusura di strutture alberghiero-commerciali e di intrattenimento, per tacere di altri guai. Cosa si ricava da queste “Passerelle” ? Che dove si manifestano palesemente o vi è un disastro ambientale di estrema gravità che poteva essere, se non evitato, almeno limitato, vedi alluvioni, oppure che il disastro è in corso d’opera, meno appariscente ed eclatante ma ugualmente devastante. Traendo le conclusioni, in caso di “Passerelle” accendere qualche cero a qualche Santo affinché ci tenga lontani da simili sventure.

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