Stranezze

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Talvolta viene spontaneo fare considerazioni su avvenimenti quotidiani. Spesso si giunge alla conclusione che molta gente viva nel mondo dei sogni o in un universo parallelo con scarsi agganci con la realtà quotidiana. Molte di queste persone occupano posti collegati con la produzione di beni, oppure sono all’interno del mondo burocratico ed anche in luoghi con responsabilità della gestione della società, quello che comunemente viene definito Mondo Politico. Incominciamo dal basso. Tempo fa ho acquistato un semplice apparato elettronico regolarmente imballato in una scatola di cartone ondulato con i lembi chiusi con comune nastro adesivo plastico. A parte mi è stato fornito il manuale di istruzione con ben 24 pagine. Giunto a casa ho iniziato a leggere detto manuale. Bel 22 delle 24 pagine erano destinate a come aprire la scatola di circa cm 40 x 25 alta cm 10 . A parte il fatto di NON fare detta operazione sul corrimano della ringhiera della terrazza, e neppure a bordo di un tavolo, ma bensì con detto contenitore ben sistemato a centro tavolo. E poi tanti consigli di come utilizzare l’eventuale taglierino per sezionare le bande di nastro plastico. Non dirigere la lama verso le proprie mani e neppure verso la propria persona ecc ecc ecc per varie pagine. Poi altri consigli per evitare di sfregare i polpastrelli sul bordo del cartone dal momento che la carta ha la capacità di tagliare l’epidermide umana. Ed avanti così per pagine e pagine. Alla fine il fondamentale consiglio di togliere il prodotto sollevandolo dall’interno con le mani e non di rovesciare il contenuto sul pavimento di casa con il rischio di danneggiare l’apparato. Nelle restanti due paginette, si davano le dritte di come inserire la spina nella presa di corrente, gli spinotti di collegamento negli appositi orifizi e che le operazioni di gestione dell’apparato erano più che istintive e congratulazioni per avere scelto il nostro prodotto. A mio avviso si sono dimenticati di dire che la spina di alimentazione elettrica non andava inserita nelle narici e gli spinotti non erano da conficcare negli orifizi auricolari. Questo tipo di manuale è già stato evidenziato da un articoletto di Umberto Eco che aveva sottolineato tale modo di fornire indicazioni e consigli. Non essendo il primo e neppure l’ultimo dei miei acquisti in confezioni imballate nel cartone con apposito nastro adesivo ed avendo letto negli appositi manuali quanto sia periglioso, difficile e non da tutti riuscire ad aprire detti contenitori con pagine e pagine con tanto di avvisi, il tutto, ovviamente, a scapito delle istruzioni per gestire e far funzionare l’apparato contenuto, mi è sorto il sospetto che chi opera nelle aziende di produzione di apparati elettrici e/o elettronici abbia avuto qualche trauma infantile maneggiando una qualche scatola di cartone eventualmente avente qualche nastro adesivo di chiusura. Quindi il punto focale delle loro istruzioni è come non finire al pronto soccorso per aver tentato di togliere un computer o una videocamera dal suo contenitore di cartone. Come far funzionare tali oggetti risulta totalmente secondario. Queste mie osservazioni sono in buona compagnia con quello che scrisse una persona di indubbia cultura ed ironia quale Umberto Eco. Passiamo ad intoppi più macroscopici, ad esempio quello di Porta Saragozza a Bologna. Al fine di quasi raddoppiare la capienza del parcheggio sito nella Piazza della Porta, si è trasformato la via di uscita sul viale in un budello con totali intasamenti diurni e notturni. A mio avviso non si è preso in considerazione che su detto breve tratto stradale si convogliano ben tre assi stradali di cui uno, via Saragozza, a doppio senso di marcia e via del Frassinago che convoglia un cospicuo flusso di veicoli proveniente da via S. Isaia. In aggiunta vi è via Foscolo e, ciliegina sulla torta, i veicoli che devono manovrare per entrare ed uscire dal parcheggio. E’ vero che se invece di viaggiare in auto si andasse tutti in bicicletta e che i furgoni e camion per consegna e ritiro merci utilizzassero anche loro le biciclette caricandosi sulle spalle alcune decine di quintali di merci, surgelati, mobili ed altro, il traffico sarebbe più spedito. Se questo è l’approccio alla risoluzione dei problemi del parcheggio a Bologna, è meglio che gli incaricati a questo compito lascino le cose come stanno. E’ vero che per esercitarsi all’intasamento i bolognesi possono frequentare via D’Azeglio dall’incrocio con via Solferino sino al viale di circonvallazione. Molto istruttivo quando vi sono furgoni e camion per operazioni commerciali con l’aggiunta degli autobus. Lì regna Cortex il Dio del tappo latino. Non ci si illuda che fuori porta le cose migliorino. Basta andare per via C.Colombo direzione Castelmaggiore che arrivati a via del Sostegno ci si trova dinnanzi ad un sottopasso ferroviario a una sola corsia. Forse nessuno, da molti anni, si è accorto che in detto sito vengono convogliate ben tre strade di grande scorrimento. Ovvio che il caos regni sovrano ed il disagio per i cittadini-utenti raggiunga valori elevati. Verrebbe da pensare che da tempo qualcuno consideri che se i conducenti dei TIR, invece di trasportare beni con tali ingombranti veicoli, si caricassero tutto sulle spalle e viaggiassero in bicicletta e questo anche per gli altri utenti motorizzati, il problema non sussisterebbe. Andiamo verso Pianoro e ci troviamo nel famoso Tappo di Rastignano ove, da alcuni mesi sono in corso lavori per bypassare tale imbuto. Tali opere arrivano nel 2024, ovvero 50 anni dopo la evidenza del TAPPO . A Bologna si dice “Arrivare dopo la puzza”, ovvero un bel po’ dopo, più o meno come a Casalecchio di Reno dove il Tappo Porrettana, Tangenziale, Autostrada, Bazzanese più altre 3 o 4 altre vie di elevato traffico finiscono lì . Non credo, da assiduo frequentatore di tale zona da molti anni, che in Alto Loco ci si sia mai accorti di tale mostruoso Tappo da circa 65 anni visto che si è continuato ad edificare in ogni angolo restringendo, quindi, la possibilità di creare una migliore viabilità. Anche qui possiamo dire “Arrivare dopo la puzza” . Vedremo se il Alto Loco ci mostreranno soluzioni che gratifichino di poter dire “Arrivare prima della puzza”. Che Dio ce la mandi buona, diceva quel contadino.

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