Costi dei lavori pubblici

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Quando si parla di costo di un lavoro pubblico, viene citato SOLO il costo dell’opera in sé. Dei costi e disagi che devono sopportare e subire i sudditi, neppure una parola. Ho già parlato della avventura per arrivare alla fiera per vedere ArteFiera e del relativo ritorno a casa. Giorni fa ho avuto la disavventura di dovermi recare fuori porta San Donato . Una avventura, anzi un incubo fra strade a striminzito senso unico, deviazioni a non finire con sistematica mancanza di indicazioni (costano ?) ed i soliti cantieri per il tram elettrico. Detto tram elettrico è ormai assunto a simbolo di barzellette, prese in giro, ironie a non finire per non parlare di peggio. Tra l’altro questo continuo spostare sensi di marcia, sensi unici ed altro, ha il grosso vantaggio, per la pubblica amministrazione petroniana di fare una valanga di multe per divieto di transito. Quelle per divieto di parcheggio sono un’istituzione intoccabile. E’ evidente che un suddito, abituato da decenni a percorrere una certa via, abbia memorizzato la fattibilità della cosa. Se, per nessuna ragione, si decide, in Alto Loco, di vietare detto transito, non vi sono cantieri, né ostacoli né altri impedimenti, è ovvio che si fa una cassa con poca fatica speculando sul fatto della abitudine del suddito che non porta, oltre a fissare gli occhi nella strada per evitare ciclisti che balzano fuori dai portici, altri che ti piombano contromano, pedoni distratti, miniscooter zigzaganti in ogni direzione, ad un nuovo cartello che ti dice che da lì non puoi passare e per arrivare a casa tua, 300 m oltre, devi tornare indietro e fare circa tre chilometri fra strade del centro, viali di circonvallazione ed altro. Il tutto in nome della ecologia o presunta tale, vedi tram elettrico e ciclisti. A questo punto sarei a chiedere alla Pubblica Amministrazione, visto la semi paralisi della città di Bologna da molti mesi e con prospettiva di continuazione per parecchio tempo, se abbia mai fatto fare da apposito istituto di ricerca, abbiamo la più antica Università del Mondo (1088 d.C.) , su quanto sarebbe costato ai sudditi in tutti i termini, tale ciclopica impresa del tram elettrico, di COSTO derivato. Quello primario lo possiamo mettere da parte. Ricordo qui che un investimento, anche industriale, deve considerare i tempi di recupero delle spese , sia primarie che derivate, in un ragionevole lasso di tempo, di regola fra i 5 ed i 10 anni. Facciamo i conti della serva. Poniamo che tutta l’opera del tram elettrico abbia un costo primario di 100 milioni di € . Se il recupero fosse di 10 milioni di € annui, nello spazio di 10 anni si pareggiano i conti. Ma se a detto costo primario ci fossero da aggiungere i costi derivati in termini di : Disagi, diminuzioni commerciali, allungamento delle vie di percorrenza con relativi costi, difficoltà di parcheggio, difficoltà di accesso a Istituti o centri sanitari, scolastici, sportivi ed altro, compreso il trasporto di persone anziane o molto giovani, a quanto assommerebbero tali costi ed i relativi ritorni ? Ipotizziamo che tutti i costi derivati assommino a 200 milioni di € . Non è una gran cifra se consideriamo un disagio su di un tempo di 5 anni di lavori pubblici per una popolazione di 500.000 abitanti gravanti su Bologna, c’è chi viene a lavorare o studiare da lontano ! Una semplice operazione matematica ci dice che ogni anno questi 500.000 sudditi pagano 40 milioni di €, ovvero € 80 a testa cui vanno ad aggiungersi le contravvenzioni ed i costi primari. Se si era ipotizzato di ritornare a pareggio di rapporto spesa/incassi dei 100 milioni di € in dieci anni, con l’aggiunta dei 200 milioni di spese, costi e disagi aggiuntivi necessitano, interessi esclusi, un altro ventennio, ovvero, per risistemare i conti e rimettere la Sudditanza in carreggiata, si possono ipotizzare una trentina d’anni. Così, i baldi giovani di oggi, finiranno di pagare costi primari+disagi, costi aggiuntivi ecc quando saranno ormai nonni. Onde non dilungarmi in ipotesi matematiche, attendo che la Pubblica Amministrazione di Bologna renda nota a quanto assommino i costi conseguenti all’operazione Tram Elettrico.

 

N.B. : Ho ipotizzato che tale impresa, Tram Elettrico, abbia una sua resa economica e, quindi, in un tempo piuttosto lungo, rimetta i conti, anche nelle tasche dei sudditi, a pareggio. Se la cosa non fosse così, vedi Civis ed altre fantasiose imprese economiche che costellano l’Italia, detti quattrini sarebbero una perdita secca, ovvero un debito senza via d’uscita. In breve, il Suddito deve pagare e stare zitto.