UNIONCAMERE: Bilancio 2017 negativo per le imprese attive (-0.7)

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E’ ancora ampia la flessione

Il 2017 si chiude con un calo delle imprese attive (-2.756 unità, -0,7 per
cento) analogo all’anno precedente. La più ampia riduzione si ha nel
commercio (-1.096), seguono agricoltura, costruzioni e manifattura.
Segnali positivi vengono dai settori dei servizi, che nel complesso
restano però invariati. Crescono solo le società di capitale (+1.743
unità, +2,1 per cento), mentre si amplia la diminuzione delle ditte
individuali (-2.719) e si riduce quella delle società di persone (-1.743).

Una dinamica economica che registra un lieve calo della base
imprenditoriale, più contenuto rispetto al trend degli ultimi anni. E’
questa la lettura che l’Ufficio Studi di Unioncamere Emilia-Romagna ha
effettuato sui dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio
della regione. Secondo Movimprese, la mappa che deriva dall’elaborazione
di Unioncamere-InfoCamere sulla nati-mortalità delle aziende, le imprese
registrate in Emilia-Romagna sono risultate 456.929 a fine anno, quindi
3.191 (-0,7 per cento) in meno rispetto alla fine del 2016. Si tratta
della più ampia flessione dal 2014, anche se nettamente inferiore a quelle
subite nel biennio 2013-2014. A livello nazionale, nel 2017, la tendenza è
risultata positiva e ha condotto a un lieve aumento dello 0,3 per cento
delle imprese registrate. Nel complesso del 2017, in ambito
Emilia-Romagna, le iscrizioni (25.327) sono lievemente diminuite rispetto
all’anno precedente (25.942) e il dato costituisce il nuovo minimo degli
ultimi dieci anni. Le cessazioni sono state pari a 28.674, quindi sono
rimaste sostanzialmente invariate rispetto al 2016 (28.608) e risultano
quindi da tre anni sui livelli minimi del decennio.

Restituisce la misura dell’effettiva capacità della base imprenditoriale
il numero delle imprese attive che al termine del 2017, erano 404.758
ovvero 2.756 in meno rispetto a fine 2016, (-0,7 per cento). In termini
assoluti, la perdita della base imprenditoriale regionale è risultata
allineata a quella riferita ai dodici mesi precedenti (-2.766 unità), e
resta ben al di sotto dei livelli degli anni dal 2012 al 2014. A livello
nazionale le imprese attive hanno segnato un lieve aumento (+0,1 per
cento) nel 2016, a conferma della particolare condizione
dell’imprenditoria regionale.

I comparti di attività economica. A livello macro settori, la base
imprenditoriale regionale dell’agricoltura, delle costruzioni e
dell’industria continua a restringersi, mentre quella dell’aggregato dei
servizi resta sostanzialmente invariata. In dettaglio, i settori che hanno
maggiormente concorso alla riduzione delle imprese attive sono l’insieme
del commercio (-1.096 unità, -1,2 per cento), l’agricoltura, silvicoltura
e pesca (-1.056 unità, -1,8 per cento) e le costruzioni (-968 unità, -1,4
per cento).

Segno rosso anche per l’industria manifatturiera (-676 unità, -1,5 per
cento), al cui interno tre quarti dei comparti registrano una riduzione
delle imprese, il trasporto e magazzinaggio (-249 unità, -1,8 per cento) e
le attività immobiliari (-214 unità, -1,6 per cento).

Segnali positivi solo dai settori dei servizi, in primo luogo
dell’aggregato del noleggio, delle agenzie di viaggio e dei servizi di
supporto alle imprese (+415 unità, +3,6 per cento), quindi dalla crescita
delle attività professionali, scientifiche e tecniche (+250 unità, +1,6
per cento), dei servizi di alloggio e ristorazione (+239 unità, +0,8 per
cento) e dei servizi alla persona (+269 unità, +1,9 per cento). Spicca la
rapidità della crescita delle attive nella sanità e assistenza sociale
(+4,6 per cento) e dell’istruzione (+3,9 per cento), ambiti nei quali lo
stato del settore pubblico ha lasciato ampi spazi all’imprenditoria
privata.

Gli andamenti sono nettamente divergenti anche per le tipologie di forma
giuridica delle imprese. La riduzione tendenziale della base
imprenditoriale è stata determinata dal più forte andamento negativo delle
ditte individuali, scese di 2.719 unità (-1,2 per cento) nonostante una
più contenuta riduzione delle società di persone, diminuite di 1.743 unità
(-2,2 per cento).

Queste ultime risentono negativamente dell’attrattività della normativa
sulle società a responsabilità limitata, che sostiene l’aumento
tendenziale delle società di capitale (+1.743 unità, +2,1 per cento), che
è risultato però lievemente più contenuto rispetto all’anno precedente.

Un commento. C’è da considerare come gli effetti del ciclo economico si
manifestino con ritardo sulla demografia delle imprese. Si riduce
lievemente la natalità, resta invariata la mortalità, entrambe a livelli
minimi, ma prosegue ancora la diminuzione delle imprese attive, nonostante
la ripresa economica.

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