Eroi contro il fuoco…e non solo

Un titolo che non è affatto un’esagerazione. Una parola che ben rappresenta la miriade di sensazioni che ho provato e che davvero può riassumersi solo in questo senso.

Bellissimo come certe esperienze, che mai si potrebbe pensare di fare nella vita, possano ampliare così tanto la visione delle cose, dando il giusto spazio ad una particolare dose di maturità, che altrimenti sarebbe impossibile possedere, addentrandosi in un mondo totalmente nuovo e avvincente che, per quanto possa essere raccontato da cinema, letteratura o notiziari di tutti i giorni, è impossibile comprendere appieno se non lo si sperimenta, anche solo in minima parte.

Partendo casualmente da un’interessante esperienza lavorativa, che mi ha condotto al corso per addetti antincendio (essendo l’azienda in cui lavoro ad elevato rischio), ho potuto immergermi in una due giorni di corso di sicurezza e misure dispositive per affrontare un focolaio di incendio, nella malaugurata e spero remota possibilità che possa verificarsi.

Sono sincero nel dire che, da subito, la sorpresa è stata tantissima nel varcare la soglia della caserma del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Bologna.

Subito nell’atrio il visitatore viene accolto da una serie di cimeli e ricordi di divise e attrezzature degli anni che furono, mentre grandi pannelli raccontano storie di avventure e  tragedie nelle quali persero la vita eroici volontari del corpo e nomi meritevoli campeggiano orgogliosamente, restando subito impressi nella memoria, che inizia a farsi avida di sapere.

Veniamo accolti da chi introdurrà il corso e ci preparerà ai primi due moduli e, con rinnovato stupore, mi rendo conto che l’attenzione rimane costante e attiva per tutte le ore di lezione, durante le quali le regole da apprendere si alternano ai racconti personali di un’esperienza trentennale, che il nostro insegnante non lesina e anzi narra con piacere ed entusiasmo, condendo il tutto con un sano pizzico di ironia.

Come se non bastasse, al momento del pranzo e di condivisione della mensa con i pompieri in servizio, ecco che ogni mio pregiudizio residuo è destinato a polverizzarsi di fronte alla realtà.

 

Non ho trovato per niente un ambiente chiuso, di stampo puramente militare e rigido oltre i limiti.

Certo, penso che in casi di addestramento o emergenza, la serietà e la concentrazione siano ben presenti e costanti da parte di tutti, ma nei momenti di pausa, il clima che si respira è quello di grande cameratismo e cordialità, anche verso chi, come noi corsisti, non ha mai avuto alcuna esperienza di spegnimento incendi né conosceva le nozioni basilari sull’argomento.

In tanti hanno chiacchierato informalmente con noi, tra aneddoti e passione per il pericoloso lavoro che svolgono ogni giorno da anni, a prezzo di grandi sacrifici e sempre con l’ammirevole obiettivo di salvare le vite altrui.

Possono sembrare luoghi comuni o concetti che tutti conoscono, ma credetemi se vi dico che ciò che abbiamo sempre pensato o che le televisioni ci hanno mostrato, è soltanto una minima parte di quello che ho avuto la fortuna di vivere in soli due giorni.

Tanto impegno sì, ma anche un senso di comunità e di corpo che è ormai raro vedere nelle persone comuni, durante la vita di tutti i giorni.

Dubbi, domande o curiosità sono state soddisfatte sempre con grande gentilezza e pazienza e questa esperienza rappresenta, almeno per il sottoscritto, un grande tesoro da portare dentro.

A ben ripensarci ora  mi vergogno di aver giudicato che fare il Vigile del Fuoco fosse ormai un lavoro come un altro.

Pur avendo dato solo una fugace occhiata ad un mondo tanto vasto, ho imparato a nutrire profondo rispetto e ammirazione verso degli eroi che non mancano di esternare grande empatia con le persone, interessandosi anche al loro punto di vista, anche per svolgere il loro mestiere (più giusto dire la loro “missione”) con sincera umanità.

Due giorni stimolanti, di teoria e pratica, sotto attenta e competente supervisione e protezione, che non possono però non mettere alla prova i nervi e porsi in discussione in più di un momento, nel tentativo di essere pronti a qualcosa per cui pronti non si è mai.

Spero di poter tornare a far visita alla caserma e di poter parlare e intervistare questi eroi in uniforme, in modo da dar voce, nel mio piccolo, alle problematiche che sicuramente sono all’ordine del giorno, sia a livello pratico che burocratico e delle quali non si parla mai abbastanza, ma anche per dare spazio alle testimonianze appassionate di chi crede fermamente in quello che fa, rischiando la vita per salvarne diverse.

 

 

Foto di Fabrizio Carollo

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