E di nuovo eccoci in viaggio. Nel piacere dell’esplorazione, per percorrere ricordi, mestieri e vite trascorse, nello scenario di quell’Appennino che in tanti, ma non tantissimi conoscono e che, in questo periodo merita certamente di essere rivissuto appieno.

La prima tappa di quest’estate nelle colline del territorio è qualcosa di incredibile e al tempo stesso, enormemente reale e fiero.

 

Il pericolo di una frana.

La paura arrivata a minacciare la tranquilla vita di una comunità montana come tante e la drastica decisione di abbandonare le proprie abitazioni e salvare tutto ciò che si poteva, mentre il terreno proseguiva nel suo movimento e la collina cambiava aspetto.

All’inizio degli anni cinquanta, Borgo Caselle veniva abbandonato per sempre ed oggi, la piccola borgata resiste ancora allo scorrere del tempo ed alla natura che, come sempre accade, torna a impadronirsi dei suoi spazi, avvolgendo le abitazioni in pietra pericolanti e parzialmente crollate, rendendo lo scenario ancora più suggestivo e interessante per chiunque voglia addentrarsi in questo angolo di storia dell’Appennino tosco emiliano.

Una volta raggiunta la frazione di Ospitale, a Fanano, il borgo fantasma è facilmente raggiungibile attraverso una passeggiata nella natura, che offre scorci e scenari in grado di catturare immediatamente occhi, cuore e mente di qualsiasi amante del trekking e delle fotografia, com’è successo al sottoscritto.

Ben segnalato e ripulito a dovere, il sentiero CAI 407 vi condurrà alle porte del paese dimenticato; la frana lambì solamente Caselle, ma fu sufficiente per convincere gli abitanti ad andarsene in tutta fretta.

Solo negli anni 70, una comunità hippie decise di insediarsi tra le mura consunte e le abitazioni nel verde, ma vi rimase per poco tempo e di lì in avanti, Caselle è rimasto completamente cullato dall’Appennino che lo ha visto nascere.

Ci si rende conto di essere arrivati alla meta, quando un muretto in sasso appare davanti allo sguardo entusiasta e, dopo qualche metro, le case fanno la loro apparizione (anche se un paio di esse già si erano palesate durante la marcia).

Nonostante gli alberi e le foglie che coprono parzialmente ciò che fu, Caselle mantiene immutato il suo fascino e ci si addentra con decisione e rispetto nelle piccole viuzze tra le case, osservando e documentando, ma soprattutto immergendosi nel passato e immaginando la vita delle persone che abitarono quella zona, mentre attorno potenti alberi dai larghi tronchi sembrano fare da severi guardiani.

Vite di sacrifici, fatiche e rinunce, ma avvolte da quella libertà e un senso di appartenenza al mondo che oggi tendiamo sempre più a dimenticare.

Entrando nelle abitazioni, ove ancora questo è consentito e facendo attenzione a dove si mettono i piedi, è possibile ammirare camini che ancora resistono fieri, quando anche i tetti hanno deciso da anni di lasciarsi andare al suolo, mentre scheletri di letti, pezzi di antiche stufe e tracce sporadiche di intonaco sulle pareti alimentano l’immaginazione e permettono di ricordare quello che neanche si è vissuto.

E’ d’obbligo un momento magico di ristoro al tavolo di pietra, che accoglie in quella che doveva essere una piccola area di ristoro serale, dove magari ci si poteva concedere un’ora di relax e chiacchiere, per riposarsi dalla giornata lavorativa e pianificare l’attività della seguente.

Nonostante l’abbandono e il tempo che sta lentamente e inesorabilmente cancellando le tracce dell’uomo, Caselle resiste fiero e potente, regalando un gradito senso di accoglienza e quasi ringraziando i visitatori che si fermano ad esplorare la sua storia e non dimenticheranno mai un incontro del genere.

Un borgo che rappresenta, come tanti altri nel cuore delle nostre colline, la testimonianza delle tradizioni e vite montanare che non devono essere dimenticate e appaiono tanto lontane dall’era tecnologica e virtuale, che oggi contraddistingue la nostra generazione, ma che non farà mai davvero parte di quelle che sono le nostre vere e solide radici.

 

Su Youtube potete trovare un interessante, anche se breve, documentario d’epoca, che riassume la vita del Borgo Caselle, magistralmente realizzato da Istituto Luce.

Il link è il seguente : https://www.youtube.com/watch?v=xxsuXaC3L8où

 

Foto di Fabrizio Carollo

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