33 anni fa ci lasciava Enzo Ferrari

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Nel mese di febbraio si sono celebrati i 123 anni della nascita di un uomo
nato con l’automobile e cresciuto con essa, considerato il più famoso
costruttore mondiale di auto da corsa, le dimensioni della sua popolarità si
possono toccare in America dove è considerato l’italiano più popolare dopo
Cristoforo Colombo: sulle sue vetture si sono alternati quasi tutti i più famosi e
celebri piloti.
Stiamo panando di Enzo Ferrari, il “Grande Vecchio”, il “Drake” che ha legato la
sua vita all’evoluzione dell’automobile. Nato a Modena il 18 febbraio 1898, ma
denunciato all’anagrafe solo il 20 febbraio, ha un’infanzia non proprio felice.
Dopo la morte del padre e del fratello maggiore Alfredo, nel 1919 al suo ritorno
dal servizio militare viene scartato, dopo un colloquio, dalla allora neonata
F.I.A.T. che non riconosce in Enzo il carisma del buon operaio.
Viene assunto però dalla C.M.N. (Costruzioni Meccaniche Nazionali) nella quale
oltre a fare il meccanico debutta come pilota nella Targa Florio con un
lusinghiero nono posto. L’anno seguente (1920) lasciato la C M.N., fa il suo
ingresso ufficiale nella squadra dell’Alfa Romeo e partecipa alle corse con
alterna fortuna fino al 1929.
Tra le sue più significative affermazioni sono da ricordare: nel 1920 un secondo
posto nella Targa Florio: nel 1921 un secondo posto assoluto con Alfa 20+30 ES
al Circuito del Mugolio, un primo posto assoluto su RL al primo Circuito del
Savio, ove ha inizio la prima parte della sua leggenda. Viene premiato con uno
scudo recante l’emblema del cavallino rampante dai parenti dell’asso
dell’aviazione italiana Francesco Baracca, Ferrari al momento della fondazione
della sua scuderia ne farà l’emblema ufficiale contornando il simbolo con il
giallo colore della sua città natale, Modena. Nel 1923 si afferma nel Circuito del
Polesine, e nel 1924 sempre su RL nella coppa Acerbo a Pescara. Nel periodo
fino al 1929 Ferrari si scopre pilota valido ma non di eccelse capacità, specie di
fronte a certi mostri del volante di allora, togliendosi pero anche alcune
soddisfazioni come quella di battere il “mito” Tazio Nuvolari.
Ma Ferrari vive per l’auto e non può “maltrattarla” come invece deve fare un
pilota per vincere e dopo alterne vicende pilota, il 1° dicembre 1929, a soli 31
anni decide di smettere di correre: la sua passione per l’organizzazione, per la
scoperta dei talenti del volante aveva superato in lui quella del corridore, e
fonda a Modena la Scuderia Ferrari prelevando dall’Alfa Romeo le auto da
competizione: poi tutto il periodo in cui la Casa del Portello si astiene
ufficialmente dalla partecipazione delle corse elabora nuovi progetti, apporta
modifiche ed effettua messe a punto con l’assistenza tecnica ed anche il
personale dell’Alfa Romeo.
Tra i suoi primi piloti figura il leggendario Tazio Nuvolari. Nel 1937 rientra in
seno all’Alfa Romeo ma a seguito a dissidi con alti dirigenti del settore tecnico
nel 1939 esce definitivamente dalla scuderia con una frase emblematica
passata alla storia dell’automobilismo:
“Passavo otto ore a difendermi e due a produrre”. Non potendo, causa accordi presi in precedenza con l’Alfa Romeo, progettare e produrre auto con il nome Ferrari per un determinato periodo, Ferrari impianta una fabbrica di macchine di precisione che lavorerà anche durante la seconda guerra mondiale, in una piccola officina di Maranello e dove
alla fine del conflitto intraprenderà la sua vera strada: costruirà e firmerà la sua
vettura di formula uno la Ferrari 125 GT. Deve aspettare il 25 maggio 1947 per
poter assaporare la prima vittoria quanto Franco Cortese, nel circuito di
Caracalla vince il GP Roma con la Ferrari 125: è il primo successo in corsa di
una Ferrari che al termine della stagione ne conterà ben sei.
Nel 1948 Clemente Biondetti vince la prima Mille Miglia e il GP. di Stoccolma, è
il primo successo all’estero della Ferrari.
Poi fino al 14 luglio 1951, la Ferrari non si impone in nessuna altra gara, e a
rompere il lungo digiuno è Froilen Gonzales, che con Ferrari 375, vince il GP di
Inghilterra a Silvestrone, davanti all’Alfa Romeo di Manuel Fangio, un evento
storico, si tratta del primo successo della Ferrari nel Campionato del Mondo
iniziato l’anno prima ed è la vittoria di una monoposto, non sovralimentata, su
quelle dotate di compressore che avevano dominato sino a quel giorno. Si
tratta anche della prima vittoria della Ferrari sull’Alfa Romeo nel Mondiale di F1.
Nel 1952 Alberto Ascari, con la F 500 F2, vince il campionato del Mondo di F1 e
la Ferrari si aggiudica il campionato Mondiale Marche.
Dopo una lunga serie di eventi felici, con la vittoria nel Campionato Marche
(1953 e 1954) ed il mondiale Piloti (1953), per Enzo Ferrari vi è un gravissimo
lutto. Il 30 giugno 1956, colpito da distrofia muscolare progressiva, muore
l’amatissimo figlio Dino e a nulla serve la doppia affermazione nel mondiale
(piloti con Fangio e marche) per attenuare il dolore del “Grande Vecchio”. A
Ferrari rimane un grande vuoto e un grosso dispiacere non essere riuscito a
compiere sul proprio figlio il miracolo che egli era riuscito con le sue vetture, la
tabella da lui preparata per cercare di salvare le reni del figlio non aveva
funzionato. A ricordo del figlio chiamerà Dino il motore che anche il figlio, pur
soffrendo delia malattia che lo costringeva a lunghe degenze, vi si era dedicato
con passione, competenza al lavoro di studio e di progetto.
Nel 1960 a Bologna viene insignito della Laura “Honoris causa”, in Ingegneria
presso l’omonima Università. Nel 1964 John Surtess, con Ferrari 158, vince il
Campionato del Mondo di F1. Poi inizia un lungo digiuno, fatto di alti e bassi, di
risultati validi e di altri deludenti che i successi nel Mondiale Sport non valgono
a lenire.
In questo periodo Ferrari si batte affinché il discorso della sicurezza non passi in
secondo piano, venendo così accusato dai rivali di nascondersi dietro a questo
motivo per mascherare una mancanza di vetture competitive. Ma egli è
abituato ad essere al centro di polemiche e non se ne danna più di tanto anzi a
sua volta prende posizioni nei confronti di tutti gli altri personaggi del mondo
delle corse.
Solo nel 1975 la Ferrari ritorna a conquistare il Mondiale Piloti con Niki Lauda e
con lo stesso pilota vivrà un triennio meraviglioso con due titoli mondiali (1975
e 1977) e un secondo posto, quest’ultimo maturato a seguito di un ritiro di
Lauda nell’ultima gara, titolo perso per un punto. Nel 1979 Jody Scheckter, con
la 312 t4, vince il Mondiale di F I con alle sue spalle il giovane Gilles Villeneuve,
pilota benvoluto da Ferrari che vede in lui l’entusiasmo, il coraggio, la
generosità, la voglia di vincere oltre ogni limite che aveva sempre ammirato nei
piloti più forti.
Quando nel maggio dell’82 Gilles muore, Ferrari ne soffre come se avesse perso
un altro figlio. Ma la vita continua e Ferrari trova un uomo che lo fiancheggia in
una lotta sempre più difficile: Piero Lardi Ferrari, suo figlio naturale che egli ha
riconosciuto solo ad età avanzata.
Nel 1983 la Ferrari vince il suo ultimo titolo mondiale, quello riservato ai
costruttori nel campionato di F1. Nel 1988, qualche giorno prima del suo
novantesimo compleanno, l’Università di Modena gli assegna la Laurea Honoris
Causa di Dottore in Fisica. Nello stesso anno, il 14 agosto, muore nella sua casa
di Modena, in Largo Garibaldi. L’annuncio alla stampa viene dato solo ad
esequie avvenute, come da sua precisa richiesta.
Termina così la sua vita terrena, ma inizia la grande leggenda di Enzo Ferrari,
un uomo sempre teso ad ottenere il meglio ovvero la vittoria.
14 Campionati Mondiali Marche
9 Campionati Mondiali Piloti F 1
2 Campionati Mondiali Costruttori F 1
6 Coppe Internazionali E IA Costruttori di F 1
9 Vittorie alle 24 Ore di Le Mans
8 Vittorie alla Mille Miglia
113 Vittorie in Gran Premi di F 1
Lamberto Bertozzi

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