Corno alle Scale: escursionisti e Soccorso Alpino

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Ho letto dell’incremento degli interventi del Corpo del Soccorso Alpino nella zona del Corno alle Scale. Un aumento non trascurabile. Le ragioni ? Una crescita di frequentazione spesso legato al desiderio di andare in montagna dopo mesi di clausura, o quasi, legati al Covid 19. A monte di tutto vi è da farsi una considerazione di fondo : il rapporto tra una persona e l’ambiente che si frequenta. Mi spiego meglio. La stessa identica difficoltà affrontata da una persona preparata sia sotto l’aspetto psicofisico, di esperienza e di attrezzatura possiamo definirla quasi scevra di rischi, la stessa affrontata da una persona priva, o quasi, di dette peculiarità, rischia di trasformarsi nel luogo di un incidente o, peggio, di una disgrazia. Quindi ne consegue che non è la montagna “nemica”, ma come si decide di frequentarla. Scrivo qui alcuni consigli per coloro che decidessero di fare escursionismo non solo al Corno alle Scale ma anche nei parchi collinari attorno a Bologna o in qualche zona dolomitica a quote non elevate e lungo sentieri di normale frequentazione. Partiamo dalla attrezzatura, partendo da piedi e salendo verso la testa. Un paio di pedule che proteggano le caviglie sono indispensabili. Con non molte decine di € si può acquistarne un paio abbastanza valido. Pantaloni lunghi. Girare in pantaloncini quando fa caldo è piacevole, ma, in montagna, il tempo cambia continuamente ed esporre le gambe a correnti fredde non è piacevole. Uno zaino non eccessivamente voluminoso nel quale riporre : Kway o giacca a vento, possibilmente impermeabile, maglioncino a maniche lunghe, berretto protettivo, borraccia, un po’ di cibo, coltello multiuso e, cosa da non dimenticarsi, una torcia frontale, di quelle con bande elastiche da mettere in testa, con pile di ricambio. Uno degli inconvenienti che avviene spesso dopo Ferragosto è leggere :”Sorpresi dal buio, sono stati soccorsi…”. La ragione di questa sorpresa della oscurità è legata al fatto che da mesi, almeno da Maggio, siamo abituati ad aver luce sino alle 21 di sera. Ma le ore di luce si riducono ed adesso alle 19 fa già buio e la mente non si è ancora adeguata al cambiamento. Così non poche persone si trovano in condizione di non potersi muovere causa la mancanza di illuminazione e far mobilitare il Corpo di Soccorso Alpino per una stupida disattenzione. Oggi, detta torcia frontale a led costa pochi o poche decine di € a seconda del modello. Tra l’altro può essere di ausilio in casa per fare lavoretti in posti poco illuminati. Alla base di tutto resta però una buona dose di buon senso e di capacità autocritica sul proprio rapporto nella frequentazione con l’ambiente montano o collinare. Ciò non riguarda solo gli escursionisti più o meno improvvisati, ma persino i “fungaioli”, coloro cioè che frequentano la montagna solo quando è possibile raccogliere funghi. Uno dei numeri più rilevanti di incidenti nell’ambiente montano è a carico di detta categoria di persone. La ragione ? Invece di indossare robuste pedule, calzano, in molti, stivali di gomma. Questo tipo di calzatura, molto flessibile ed impermeabile ed adattissima per la pesca alle anguille nelle Valli di Comacchio, per la sua peculiarità di deformazione e mancanza di rigidità, è il tipo di calzatura meno adatta alla frequentazione della montagna, diciamo che facilita moltissimo la perdita di aderenza con conseguenti scivolate e cadute. Ricordarsi sempre di avvisare persone o conoscenti di dove si è intenzionati ad andare e di non cambiare itinerario. In caso di intervento del Corpo di Soccorso Alpino questo ha la possibilità di arrivare dove necessita nel minor tempo possibile. Oggi, grazie ai telefonini è possibile formulare una richiesta di soccorso con detti strumenti. Ma non sempre la conformazione delle montagne consentono un facile collegamento. Quindi ? Buone escursioni e tanto buon senso !

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