Il Circolo LEGAMBIENTE SettaSamoggiaReno accompagnerà i legionari nella prima tappa Bologna – Brento
Questa iniziativa, ideata e promossa dal nostro Circolo LEGAMBIENTE alcuni anni fa e realizzata ora con altre associazioni, enti pubblici e privati, dopo 2200 anni porta i legionari romani a percorrere nuovamente la Flaminia Militare.
Le tappe saranno sette: 12/9 Bologna – Brento, 13/9 Brento – Madonna dei Fornelli, 14/9 Madonna dei Fornelli – Monte di Fò, 15/9 Monte di Fò – Trebbio, 16/9 Trebbio – Olmo, 17/9 Olmo – Fiesole e 18/9 Fiesole – Firenze.
Elena Agostini, figlia di Cesare, accompagnerà i legionari, da Bologna a Brento
Franco Santi e Cesare Agostini
Partenza da Bologna (Piazza VIII Agosto) domenica 12/9 2021 alle ore 10 – Arrivo previsto a Brento ore 19:30
Un evento che vuole anche ricordare Cesare Agostini e Franco Santi, i due scopritori della Flaminia Militare 40 anni orsono, entrambi scomparsi da poco tempo, ed un percorso, sul quale per centinaia di anni sono transitati uomini e donne che dal nord viaggiavano verso sud e viceversa.
Durante i sette giorni di marcia i legionari incontreranno Monte Adone, la Piana degli Ossi, attraverseranno il lago del Bilancino (sotto il quale si trovano ancora i resti del ponte romano) per arrivare al teatro romano di Fiesole e raggiungere Firenze il 18/9/2021.
E’ la riscoperta di un territorio che, negli ultimi anni, ha fatto del turismo lento il suo punto di forza. Dopo la crisi economica del 2009 e, ora, con rinnovato vigore dopo la pandemia, le comunità appenniniche emiliane del crinale tra il Savena ed il Setta e quelle toscane dell’alto Mugello hanno saputo convertirsi all’accoglienza dei turisti e di quanti vogliono trascorrere nelle località toccata dall’antica strada, il loro tempo libero.
Un gioco di squadra tra associazioni, cittadini, operatori economici e istituzioni che sta dando ottimi risultati.
Lungo il percorso i legionari verranno accolti dagli amministratori locali, dalle comunità e da quanti vorranno condividere questo evento.
Sono queste le iniziative che, coniugando storia, ambiente, turismo non invasivo, finiscono per apportare benefici in modo continuativo e con scarsissimo dispendio di pubblico danaro, alle popolazioni interessate da questo flusso. Purtroppo non tutte le comunità e gli amministratori delle aree appenniniche, parlo della zona bolognese, hanno capito l’importanza di valorizzare i percorsi transappenninici di cui alcuni aventi migliaia di anni di frequentazioni e che attraversano zone e paesi ricchi di un patrimonio storico ed architettonico unico. Speriamo che la “cultura” della meccanizzazione, delle ruspe in azione e della devastazione ambientale volga in breve al tramonto.