Compie vent’anni la presenza di Fondazione ANT nel Distretto dell’Appennino Bolognese e precisamente nei Comuni di Marzabotto, Vergato, Grizzana Morandi, Monzuno, San Benedetto Val di Sambro, Castiglione dei Pepoli, Castel d’Aiano, Castel di Casio, Lizzano in Belvedere, Gaggio Montano, Alto Reno Terme (dalla fusione di Porretta e Granaglione), Camugnano.
Inserita nella rete delle cure palliative, ANT è presente sul territorio con due dottoresse, Anna Fortuzzi e Catia Frenquelli, e una psicologa, la dottoressa Valentina Passini. L’équipe ANT lavora in collaborazione con le infermiere del Distretto dell’Appennino Bolognese e l’infermiera di Cure Palliative della ASL.
In vent’anni di attività, ANT ha portato assistenza a casa a oltre 2.200 pazienti del Distretto, raggiungendo anche i luoghi più isolati e impervi e consentendo quindi alle famiglie di limitare gli spostamenti e proseguire la propria vita nei luoghi di sempre. Nei soli primi sei mesi del 2022 i pazienti che hanno ricevuto cure a domicilio sono stati 203.
Ogni anno seguiamo in media 230 pazienti a domicilio, con picchi in estate quando si trasferiscono sui monti tanti bolognesi “villeggianti”: arriviamo a Poggiolforato nel Comune di Lizzano fino al confine con Prato. Facciamo anche consulenze negli ospedali di Vergato, Porretta e Castiglione dei Pepoli e quando serve facciamo ambulatorio a Vergato e andiamo in visita nelle RSA – racconta la dottoressa Fortuzzi – La cosa bella è questa è una realtà che si gestisce in un clima familiare, le persone apprezzano il servizio e si mettono generosamente a disposizione per sostenerci, non solo i nostri straordinari volontari, ma la cittadinanza tutta si prodiga per supportarci con eventi e manifestazioni.
La dottoressa Fortuzzi
È proprio in territori come l’Appennino, dove i servizi non sono sempre a portata di mano, che l’attività di ANT raggiunge il suo senso più compiuto: portare a domicilio del paziente un’assistenza di livello ospedaliero, completamente personalizzata e cucita sulle sue esigenze – commenta Raffaella Pannuti, presidente di ANT – Siamo particolarmente orgogliosi del lavoro portato avanti in questi vent’anni, reso possibile grazie alla rete creata con il Distretto e la ASL. Credo sia un modello da replicare, per far rispondere in maniera sempre più puntuale ai bisogni dei cittadini.
Come Sindaco ed ancor di più come Presidente del Comitato di Distretto non posso che esprimere il mio più sincero ringraziamento per questa indispensabile attività che ANT compie quotidianamente sul nostro territorio – dichiara Alessandro Santoni, Presidente del Distretto Socio Sanitario Appennino Bolognese – Se è vero che nella lotta contro le malattie oncologiche la prevenzione assume un ruolo prioritario, è purtroppo altrettanto vero che ancora oggi, nonostante gli enormi passi avanti compiuti dalla scienza, le malattie oncologiche rappresentano ancora una delle principali cause di decesso in Italia e in Europa. Questo purtroppo significa che statisticamente ognuno di noi ha dovuto affrontare o sta affrontando, direttamente o indirettamente, tale percorso. Credo dunque che non la parola migliore per descrivere il lavoro compiuto da ANT in questi 20 anni è GRAZIE.
Del lavoro di ANT in Appennino si è parlerà anche il 21 ottobre dalle ore 9.30 alle 13.30 alla Rocchetta Mattei a Grizzana Morandi, in occasione del convegno “Vent’anni di ANT nell’Appennino Bolognese. Un percorso di integrazione tra sanità pubblica e Terzo Settore per la cura domiciliare del paziente in fase avanzata”.
Dopo i saluti del presidente Raffaella Pannuti e delle autorità, si susseguiranno diversi interventi.
Guido Biasco, Università degli Studi di Bologna e Fabrizio Moggia, AUSL Bologna, saranno i moderatori della prima parte dedicata al tema “Dai bisogni del paziente oncologico alle risorse del territorio”: Anna Fortuzzi di Fondazione ANT parlerà dell’esperienza nel Distretto di Porretta e a seguire si svilupperà il tema “Territorio – Ospedale – Domicilio nel prendersi cura del paziente oncologico” con Massimo Fedele, Oncologo Day Hospital oncologico Vergato e Loiano, Ausl Bologna; Maurizio Ongari, Direttore Unità Operativa Complessa Medicina, Ospedale di Porretta; Barbara Niccoli, Responsabile del Servizio Sociale Territoriale dell’Unione dei Comuni Appennino Bolognese; Marco D’Alessandro, Fondazione Hospice Seragnoli (BO).
La seconda parte affronterà il tema “Un approccio di cura globale dai sintomi del paziente alla presa in carico della famiglia” con moderatori Gloria Mattioli, Caposala infermieristica Distretto Porretta e Sandra Mondini, Direttore Distretto Appennino Bolognese. Danila Valenti, AUSL Bologna interverrà con una lettura su “La Rete di Cure Palliative come garanzia della continuità assistenziale” e a seguire interventi su “Il dolore nel paziente fragile assistito al domicilio” di Boaz G. Samolsky-Dekel, Università degli Studi di Bologna; “Il medico di medicina generale e la rete di cura” di Cesare Tosetti, Medico di Medicina Generale AUSL Bologna; “Gestione infermieristica del paziente oncologico a domicilio” di Rossella Nanni, Infermiera cure palliative ASL Bologna; “La rete ai tempi del Covid-19: criticità ed opportunità” di Nicolino Molinaro, Direttore U.O.C. Medicina Interna, Ospedale di Vergato, Bologna.
Infine un intervento di Silvia Varani di Fondazione ANT su “Il caregiver – una risorsa essenziale”. In chiusura closing remarks di Anna Fortuzzi e Catia Frenquelli e la premiazione dei Volontari Delegazioni Sasso Marconi.
Profilo Fondazione ANT Italia ONLUS
Nata nel 1978 per opera dell’oncologo Franco Pannuti, dal 1985 a oggi Fondazione ANT Italia ONLUS – la più ampia realtà non profit per l’assistenza specialistica domiciliare ai malati di tumore e la prevenzione gratuite – ha curato oltre 149.000 persone in 11 regioni italiane (Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Lazio, Marche, Campania, Basilicata, Puglia, Umbria). Ogni anno oltre 10.000 persone vengono assistite nelle loro case da équipe multi-disciplinari ANT che assicurano cure specialistiche di tipo ospedaliero e socio-assistenziale, con una presa in carico globale del malato oncologico e della sua famiglia. Sono complessivamente 471 i professionisti che lavorano per la Fondazione (medici, infermieri, psicologi, nutrizionisti, fisioterapisti, farmacisti, operatori socio-sanitari etc.) cui si affiancano oltre 2.000 volontari impegnati nelle attività di raccolta fondi necessarie a sostenere economicamente l’operato dello staff sanitario. Il supporto offerto da ANT affronta ogni genere di problema nell’ottica del benessere globale del malato. A partire dal 2015, il servizio di assistenza domiciliare oncologica di ANT gode del certificato di qualità UNI EN ISO 9001:2008 emesso da Globe s.r.l. e nel 2016 ANT ha sottoscritto un Protocollo d’intesa non oneroso con il Ministero della Salute che impegna le parti a definire, sostenere e realizzare un programma di interventi per il conseguimento di obiettivi specifici, coerenti con quanto previsto dalla legge 15 marzo 2010, n. 38 per l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore. ANT è inoltre da tempo impegnata nella prevenzione oncologica con progetti di diagnosi precoce del melanoma, delle neoplasie tiroidee, ginecologiche e mammarie. Dall’avvio nel 2004 sono stati visitati gratuitamente 231.000 pazienti in 88 province italiane. Le campagne di prevenzione si attuano negli ambulatori ANT presenti in diverse regioni, in strutture sanitarie utilizzate a titolo non oneroso e sull’Ambulatorio Mobile – BUS della Prevenzione. Il mezzo, dotato di strumentazione diagnostica consente di realizzare visite su tutto il territorio nazionale. ANT opera in Italia attraverso 111 delegazioni e 63 “da Cuore a Cuore – Charity Point” (luoghi rivolti alla raccolta fondi, ma anche allo sviluppo di idee, progetti e relazioni), dove la presenza di volontari è molto attiva. Alle delegazioni competono, a livello locale, le iniziative di raccolta fondi e la predisposizione della logistica necessaria all’assistenza domiciliare, oltre alle attività di sensibilizzazione. Prendendo come riferimento il 2021, ANT finanzia la maggior parte delle proprie attività grazie alle erogazioni di privati (38%) al contributo del 5×1000 (13%) a lasciti e donazioni (19%). Il 19% di quanto raccoglie deriva da fondi pubblici. Uno studio condotto da Human Foundation sull’impatto sociale delle attività di ANT, ha evidenziato che per ogni euro investito nelle attività della Fondazione, il valore prodotto è di 1,90 euro. La valutazione è stata eseguita seguendo la metodologia Social Return on Investment (SROI). ANT è la 9^ Onlus nella graduatoria nazionale del 5×1000 nella categoria del volontariato. Fondazione ANT opera in nome dell’Eubiosia (dal greco, vita in dignità).