Punto Salute della Pescarola
Il Comune di Bologna utilizzerà circa 20 milioni di fondi europei per realizzare servizi di prossimità che possono sostenere le famiglie in difficoltà e le persone più fragili. Le linee strategiche di questo piano sono state illustrate nell’ambito della tre giorni “Abitare, Salute e Conoscenza per la Grande Bologna” dall’assessore alla Salute e Welfare Luca Rizzo Nervo.
Il primo obiettivo è realizzare equipe multiprofessionali di prossimità, diffondendo a tutta la città, l’esperienza dei Punti Salute, già attivi in Piazza dei Colori e a Pescarola, nelle zone dove maggiormente insistono la fragilità sociale e la diseguaglianza in salute. Il tutto attraverso lo sviluppo di nuove competenze, partendo dalla presenza di un infermiere di comunità e di un operatore sociale come veri e propri agenti di promozione della salute.
Altro ambito su cui si investirà è quello dell’accompagnamento dei cittadini nei percorsi assistenziali verso il domicilio: sviluppando, oltre quanto già oggi succede con le “dimissioni protette”, dei percorsi di orientamento, accompagnamento e assistenza per le famiglie dei cittadini sia in uscita dagli ospedali che sul territorio, anche attraverso la formazione e il pronto reperimento di assistenti familiari qualificate e formate.
Un altro punto di attenzione del piano riguarda la maternità e la genitorialità. Il momento che segue la nascita è delicato: spesso, dopo percorsi nascita ricchi di supporto e servizi, si scontano solitudini, fame di consigli e supporto. Mutuando esperienze positive che si sono realizzate in altri distretti della città metropolitana, il Comune supporterà la figura dell’ostetrica al domicilio.
Un’altra figura di prossimità su cui si punterà, insieme ad Ausl, è quella dello psicologo di comunità: si tratta di sperimentare servizi di consulenza psicologica di base sul territorio, in cui operatori specializzati offrono supporto e sostegno alle persone che vivono momenti di fragilità psicologica, sia in termini di supporto individuale, sia in termini di un lavoro comunitario sul benessere mentale della comunità in un’ottica di prevenzione.
Infine particolare attenzione sarà data agli adolescenti per promuovere la loro salute mentale e il loro benessere, affrontando le problematiche relative ai disturbi alimentari, al ritiro sociale, alle forme, sempre più diffuse e preoccupanti, di autolesionismo, alla dipendenza da internet e alle altre forme di disagio, che osserviamo in preoccupante crescita dopo il Covid.
Altri punti di attenzione riguarderanno: il digital divide di molte persone, specie le più anziane, le persone senza dimora, e il tema delle dipendenze e della riduzione del danno, partendo dalle esperienze di Fuori Binario, sede dell’Unità di Strada e Area 15, luogo di integrazione sociosanitaria in zona universitaria che offre agli studenti e ai giovani adulti (e alle loro famiglie) uno spazio di prevenzione e consultazione sul consumo.