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ELEZIONI COMUNALI – APP per Camugnano: l’anima del nostro progetto

 

Il progetto politico della lista civica APP nasce da una duplice scommessa, sul metodo e nel merito. La scommessa metodologica è quella di superare gli angusti confini di una politica incatenata a logiche di partito, in cui prevalgono interessi di parte sulle esigenze del bene comune. Chi è prigioniero di tale logica si chiede innanzitutto che cosa può giovare alla sua “parte”, all’immagine mediatica o “social” che può portare una scelta, una dichiarazione, il fatto di dichiararsi favorevoli o contrari a un provvedimento, del tutto a prescindere da ciò che veramente serve al territorio e alla comunità delle persone che lo abitano. La nostra lista si presenta come “autenticamente civica” non solo perché non abbiamo simboli di partito accanto al logo, né dirigenti nazionali di partito che vengano a “lanciare” la nostra campagna, ma soprattutto perché abbiamo costruito – e stiamo ancora perfezionando – il nostro progetto partendo “dal basso”, dall’ascolto delle persone concrete che operano attivamente sul territorio: imprenditori, volontari, professionisti, responsabili di associazioni, persone che amano la propria terra. Il nostro lavoro di ascolto non è finito, perché anche in questo ultimo tratto di strada che ci separa dalle elezioni, mentre incontreremo le persone per illustrare il nostro progetto e chiedere la loro fiducia, continueremo anche ad ascoltare, a raccogliere istanze, problematiche, idee nuove per uno sviluppo sostenibile e condiviso, perché nel momento in cui avremo la responsabilità di assumere delle decisioni per la buona amministrazione di Camugnano, vorremmo continuare ad essere vicini alla gente, ascoltare, evitare di far calare “dall’alto” delle scelte che dovrebbero essere condivise. Ciascuno si chieda, negli ultimi anni, quante volte è stato interpellato su scelte amministrative che ad un certo punto hanno preso forma, senza un processo di condivisione reale.

La seconda grande scommessa che dà le ali al nostro progetto riguarda l’idea generativa di tutta la proposta, cioè l’idea che alcuni elementi che potrebbero apparire un limite del nostro territorio sia possibile – se si lavora bene – trasformarli in opportunità. È questo il senso in cui nel nostro programma si parla di economia della montagna, che immaginiamo come un equilibrio dinamico che dovrebbe collegare insieme la microimprenditorialità a vocazione agricola e artigiana, con la valorizzazione delle risorse che possono venire dal turismo, sia a livello naturalistico, sia a livello enogastronomico. L’appennino camugnanese può candidarsi a divenire esempio paradigmatico e virtuoso di realizzazione di energie sostenibili, ma anche per la promozione di economie innovative, smart working, e progetti di welfare sociale inclusivo, particolarmente per giovani e anziani.

Il primo ingrediente di un’economia della montagna è il rilancio del turismo, che, in un territorio ampio e sfaccettato come quello del comune di Camugnano non significa semplicemente puntare su uno o due punti di attrazione, ma creare un approccio di tipo sistemico, che colleghi e valorizzi tutti i siti significativi sia dal punto di vista naturalistico che dal punto di vista culturale ed enogastronomico. Abbiamo elaborato un progetto specifico, di alta qualità, mirante a creare una sorta di “brand” attrattivo per l’area camugnanese nel suo complesso, mettendo in rete i diversi siti di interesse del territorio: i laghi (Suviana, Brasimone, Santa Maria), Montovolo, la valle del Limentra, la via della Lana e della Seta, la Ciclovia del sole, Mulino Cati, Palazzo Comelli, i luoghi storici della Linea Gotica, i borghi e le frazioni, la rete di alberghi diffusi. Il tutto cercando di gettare ponti verso i luoghi limitrofi che – nel loro insieme – possono esercitare a loro volta una significativa attrattiva, come ad esempio la Rocchetta Mattei e l’area di Porretta e del Corno alle Scale. Vanno in questa direzione anche le nostre idee riguardo al settore della viabilità e trasporti, per cui è importante che ciascuno dei comuni dell’Appennino sia chiamato a fare la propria parte per far sì che tutti possano uscire da una condizione di isolamento, potenziando le infrastrutture comunicative con criteri di razionalità ed ergonomia. Partecipare in modo propositivo ai vari “tavoli di lavoro” è il minimo che un’Amministrazione responsabile dovrebbe fare.

Grande importanza riveste per noi l’imprenditorialità agricola, che è un presidio strategico per la tutela del territorio (in quanto attua strategie di manutenzione e conservazione del paesaggio, favorendo contestualmente la tutela della biodiversità).  Vogliamo essere interpreti e sostenitori delle istanze avanzate dagli agricoltori convinti del ruolo fondamentale che essi potranno ancora avere sul nostro territorio, cercando anche soluzioni per far fronte ai danni della fauna selvatica, sia per la tutela delle produzioni agricole, sia per il riequilibrio complessivo dell’ecosistema. Per questo sosterremo le aziende per le autorizzazioni al recupero di aree agricole in abbandono e la riqualificazione di edifici agricoli e per sostenerle nei numerosi adempimenti burocratici e amministrativi da cui sono gravate.

Non meno importante, per un’economia della montagna, è la promozione delle energie sostenibili e dei comportamenti virtuosi nel riciclaggio dei rifiuti e la valorizzazione delle risorse naturali, che nel caso dei territori appenninici si concentrano innanzitutto sul recupero delle biomasse che potrebbero derivare semplicemente dalla pulizia dei boschi e dei torrenti. Non si tratta di una semplice operazione di “green washing”, oggi tanto di moda, ma di scommettere su modelli sostenibili, già sperimentati con successo in altri comuni (come Monzuno) con cui siamo già in contatto. Parliamo anche di montagna digitale e innovativa, perché sappiamo che con lo sviluppo delle varie forme di telelavoro e smart working, che ha avuto un impulso molto forte in tempo di pandemia, è emersa con maggiore evidenza la necessità di avere un’infrastruttura digitale efficiente, che consenta alle persone di fare della m- aontagna il proprio ufficio (recuperando un contatto con la natura), ma anche alle imprese già operanti sul territorio di fruire di connessioni veloci e sicure per poter lavorare serenamente.

Tutto questo dovrebbe tradursi in una montagna inclusiva, tanto per i giovani, come per gli anziani. Una delle nostre preoccupazioni è quella di contrastare lo spopolamento della montagna, dove i giovani non sempre trovano opportunità di realizzazione e sviluppo professionale. La piena realizzazione di una buona economia della montagna dovrebbe portare un primo contributo, ma è importante svolgere anche altre azioni, per favorire l’aggregazione giovanile in vista dello studio, dello svago, della fruizione di offerte culturali qualificate e attraenti, del supporto all’imprenditorialità giovanile. Importantissimo in tale prospettiva sarà il rapporto con le scuole, non solo nel territorio camugnanese, ma nell’ambito di tutta la città metropolitana. Per quanto riguarda gli anziani sappiamo che la quiete dell’Appennino è è da sempre indicata come luogo adeguato per le persone anziane, non solo nell’ottica di un’accoglienza di tipo sanitario per le persone fragili, ma anche nell’ottica di un invecchiamento attivo per quanti, liberi dagli impegni lavorativi, desiderino reinventare una propria quotidianità, cogliendo l’opportunità di sentirsi ancora risorse vive per la società. Partendo dalla valorizzazione delle strutture già esistenti abbiamo una chiara strategia che può portare alla realizzazione di una “cittadella senjor”, a cui collegare una rete di supporto che possa intercettare tutte le forme e tutti gli stadi della terza e quarta età.

È in forza di queste idee e di questi progetti che riteniamo possibile – come recita il nostro slogan – RITORNARE A CREDERE. Ritornare a credere in una politica realmente orientata al bene comune, ritornare a credere nella capacità di mettersi in ascolto delle persone per costruire insieme una comunità, ritornare a credere nelle potenzialità del nostro Appennino, ritornare a credere in un contesto vitale, accogliente e inclusivo in cui le persone desiderino venire per una pausa rigenerante, ma anche vivere per avere una migliore qualità della vita.

Nicoletta Marotti Puccetti

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