S.BENEDETTO VAL DI SAMBRO (BO): Un murale nel processo di rigenerazione urbana del Residence Valsambro

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Nelle scorse settimane è comparso sulle facciate di uno degli immobili del Residence Valsambro un gigantesco murale, rientrante nel più ampio progetto di arte pubblica denominato “Ruralis” che l’associazione culturale The Wall ETS ha ideato per l’Unione dei Comuni dell’Appennino Bolognese all’interno del progetto “Street e Land Art” finanziato con risorse a valere sul CLoSER – Comunità Locale Sostenibile Ecologica e Rurale finanziato dal PNRR M2C1 – Intervento 3.2 Green Communities e, come tale, non ha comportato alcuna spesa a carico del Comune. In questa ottica, la proposta è stata pensata quale leva per innescare percorsi rigenerativi nella comunità locale, la quale attraverso workshop e laboratori ha portato il proprio contributo.

L’opera realizzata a San Benedetto Val di Sambro dall’artista Andrea Casciu, sotto la direzione artistica di Fargo e quella tecnico-organizzativa di Alex Sabattini, rappresenta un’immagine iconica nella quale il volto, mezzo uomo e mezza donna, simboleggia al tempo stesso giovani e futuro, la forma della coppa l’elemento da cui dissetarci, la corona floreale di querce (tipica di queste terre) lo storico riferimento alle icone romane, e poi l’uccello che migra nell’Appennino guidato dalla stella madre.

Esprime la sua soddisfazione il Sindaco di San Benedetto Val di Sambro Alessandro Santoni: “Nel più ampio processo di rigenerazione in atto all’interno del Residence Valsambro abbiamo pensato anche alla street art urbana poiché gli innumerevoli esempi che ci sono in Italia e nel mondo ci dimostrano come la stessa generi appartenenza ed al tempo stesso contribuisce a sviluppare e caratterizzare l’identità di un luogo, anche grazie alla grande visibilità che queste opere producono e che ci aspettiamo contribuisca a produrre il risultato atteso assieme agli altri progetti di riqualificazione in corso. Se da un lato l’obiettivo è quello di definire una nuova consapevolezza del cittadino che riesca a trovare un senso innovativo nei luoghi abitati, dall’altro c’è la voglia di generare interesse anche da parte di coloro che semplicemente lo attraversano. Ecco dunque che la capacità dell’autore, che saluto e ringrazio, ha come obiettivo quello di richiamare l’attenzione sui temi trattati, spingendo le persone a fermarsi per una riflessione critica sul tema, anche a discuterne, e dunque più in generale per il contesto in cui si inseriscono, contribuendo a focalizzare l’attenzione su ambiti dimenticati oppure nascosti, diventando uno strumento capace di fare intravedere la possibilità di una più complessiva trasformazione in punti di interesse, dove l’arte può contribuire a creare dei veri e propri poli di attrazione. Non mancano infatti esempi, soprattutto in epoca moderna dove la comunicazione mediatica e social letteralmente impazzisce per questo genere di cose, utilizzando i murales come un’attrattiva sia per le persone del posto che per i turisti”.

Ecco dunque che in questo ambito, la street art nata negli anni Settanta in America come forma di denuncia, affermazione di un’identità, riappropriazione di uno spazio urbano, e come tale a lungo considerata una forma di vandalismo da reprimere e punire, oggi vive un’inversione di rotta, venendo riconosciuta come strumento di riqualificazione urbana su cui investire per impreziosire ambiti urbanizzati e quartieri, cambiandone la visione e la percezione anche per mezzo di queste nuove ed inaspettate prospettive, che definiscono scorci inusuali e inattesi che si delineano sulle quinte urbane scrostate o su facciate cieche.

 

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