Il ricordo di Paolo Mengoli

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Chi era Paolo Mengoli, l’Amico Paolo.
Del Suo cursus honorum tutto è stato scritto su carta stampata e virtuale; i ricordi degli amici della DC e delle realtà del “mondo del terzo settore” si sono susseguiti innumerevoli già poche ore dopo il Suo esodo Pasquale.
Matematico, inopinabile esperto di meridiane, ma anche, e soprattutto, politico di alto livello, cattolico praticante ed intransigente nel perseguire il bene dei “piccoli”, quei poveri  seguiti prima in Caritas, poi alla Misericordia, all’ambulatorio Biavati e al Segretariato La Pira (figura cardine per i cristiani democratici formatisi come lui in quegli anni eroici del dopo guerra).
Prendendo in prestito un titolo settecentesco del Pastore Cotton Mather, la vita di Paolo Mengoli è stata interamente dedicata alla “magnalia Christi”, ovvero a quella magnificenza di Dio, a quel messaggio sempiterno che trova in Matteo 5,3-12 il pieno compimento.
Paolo Mengoli giocava anche spesso da solo, ma non certo per egocentrismo; quando i “corifei”, dopo la rovinosa caduta della Democrazia Cristiana, gli proposero di apparentarsi, a destra, come a sinistra, Lui, puro di cuore, capì che non era il tempo dei “ricollocamenti” e si adoperò totalmente ed in prima persona per quelle istanze di aiuto agli ultimi che sempre ne avevano guidato l’azione politica e sociale gettandosi a piene mani in una Vita di Carità e Verità. L’apparente microcosmo della sola Città di Bologna nascondeva e nasconde un vero e proprio abisso di sofferenza.
Stanco delle parole e della burocrazia fine a sé stessa, nel Suo giornalino intitolato “L’altra Bologna”, non ha mai temuto di opporsi a scelte sbagliate, fatte anche da chi formalmente professava l’inclusione, disattendendola nei fatti ed accendendo un faro su intere categorie di diseredati silenziosi, trasparenti…invisibili.
Ha promosso, negli anni, il ricordo di grandi uomini e donne del cattolicesimo bolognese, antico e contemporanea, sicché non se ne perdesse traccia, editando volumi oggi preziosissimi per chi voglia veramente comprendere la costruzione della Bologna del secondo dopoguerra.
Con Paolo ci conoscevamo dal 2006. Colleghi ora in Fondazione CARISBO, (Lui fu anche Membro del CDA della Fondazione Del Monte di Bologna e Ravenna), ci sentivamo settimanalmente, ricordando le avventure degli ultimi ormai vent’anni e di chi ci aveva accompagnato, come l’indimenticabile Tonino Rubbi. E a questo proposito, voglio terminare questo piccolo ricordo come Lui terminava quasi ogni nostra telefonata: “Oh ben ben Enrico cosa mi dici…se ci fosse ancora Tonino!”.
Tonino Ti ha tenuto il posto tra i giusti Paolo, hai avuto sempre Fede ed ora con Lui vivrai in Eterno nella magnificenza di Cristo quale giusta ricompensa al Tuo Servizio.
Enrico Bittoto