Ancora una volta la Regione Emilia-Romagna sceglie scientemente di escludere dal confronto istituzionale una rappresentanza legittima e consolidata come la Confsal Emilia-Romagna, rappresentata dal sottoscritto Alfredo Sepe, Segretario Regionale Confederale. Un atto politicamente grave e inaccettabile, che denota una volontà chiara di limitare il pluralismo sindacale e restringere il confronto alle solite sigle “addomesticate” – CGIL, CISL, UIL – che ormai da anni non rappresentano più la pluralità dei bisogni reali dei lavoratori e dei cittadini.
La presa di posizione della Confsal
Dietro a comunicati trionfalistici e rassicuranti, si nasconde l’amara verità: si introduce un aumento dei ticket sanitari, che non può e non deve essere giustificato in alcun modo. È una scelta regressiva, che colpisce la parte più fragile della popolazione e che avrà come unico effetto quello di allargare ulteriormente le disuguaglianze sociali e alimentare la rinuncia alle cure da parte dei ceti meno abbienti.
Il Segretario Confsal Emilia-Romagna dice “no” alle politiche classiste
Il cosiddetto “ripristino della progressività” sull’addizionale IRPEF è poco più di un’operazione cosmetica. Non solo la fascia di reddito 28.000-50.000 euro viene penalizzata in un momento storico di inflazione e stagnazione salariale, ma si continua a ignorare ogni intervento strutturale sui grandi patrimoni, sulle rendite finanziarie, sui profitti delle grandi aziende. Si parla di equità, ma si praticano politiche classiste.
Introduzione ticket sui farmaci
Gravissima, poi, l’introduzione dei ticket sui farmaci, che rappresenta un tradimento dei principi di universalità e accessibilità del sistema sanitario pubblico. Le esenzioni per reddito o patologia già esistono, e non bastano a compensare l’impatto devastante di un ticket “a pioggia”. Anche l’impegno a “rimodulare” il provvedimento nel 2026 è una foglia di fico: l’aumento è deciso ora, e ora va denunciato.
Questa deriva ha precise responsabilità politiche e sindacali. Non possiamo tacere sull’atteggiamento complice e remissivo di chi come CGIL, CISL e UIL – ha avallato una manovra che peggiora le condizioni di vita di milioni di cittadini, mascherando tutto dietro la retorica del dialogo e del “metodo partecipativo”. Siano di fronte a una gestione concertativa che ha completamente perso il senso del proprio ruolo sociale.
Le proposte della Confsal ER
La Confsal Emilia-Romagna propone alternative concrete praticabili, che avrebbero permesso di evitare il ricorso ai ticket e tutelare davvero la sanità pubblica:
– Introduzione di un contributo straordinario sulle grandi rendite finanziarie e immobiliari regionali;
– Taglio netto alle consulenze esterne e spesa pubblica improduttiva in sanità;
– Riconversione di parte del Fondo regionale per la comunicazione istituzionale a copertura
delle prestazioni sanitarie essenziali;
– Efficientamento dei costi amministrativi delle AUSL attraverso la digitalizzazione dei
servizi;
– Recupero dell’evasione fiscale su scala regionale attraverso un protocollo operativo con la
Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Entrate.
Confsal al lavoro per tutelare il diritto alla salute
Chiediamo con forza l’immediata revoca dell’introduzione dei ticket sanitari, la riapertura del confronto con tutte le rappresentanze sindacali e una verifica politica sull’operato della Giunta regionale in materia di equità sociale. La Confsal Emilia-Romagna non resterà a guardare. Continueremo a denunciare pubblicamente ogni deriva antidemocratica, a mobilitarci e ad agire in ogni sede istituzionale e giuridica per tutelare il diritto alla salute, il lavoro e la dignità delle persone.