Testo e foto di Enrico e Fabio Pasini

 

C’erano tutti i Campioni del ciclismo al Giro Dell’Emilia di sabato e molti hanno partecipato anche al “Gran Premio Beghelli” di Monteveglio di domenica.

C’era il nostro Nibali, c’era Egan Bernal vincitore del Tour di quest’anno, c’era Carapaz vincitore del Giro d’Italia, c’era Roglic vincitore del prologo al Giro proprio qui a Bologna, proprio qui a San Luca e vincitore della Vuelta di Spagna, c’era il campione Spagnolo ed ex campione del Mondo Valverde, c’era la nostra giovane promessa Giulio Ciccone, c’erano Mollema e Moscon. C’erano veramente tutti.

Fare cinque volte SanLuca non è da tutti, farlo cinque volte a tutta è da professionisti.

Come sempre la strada era stipata di appassionati e lo spettacolo non è mancato. Lo spettacolo non è mancato né in corsa né sotto i portici di SanLuca, stipati di appassionati, colorati ed esultanti per il passaggio dei loro beniamini.

Il Giro dell’Emilia è una delle gare più importanti della stagione, non è dentro il World Tour, ma rimane una corsa tra le più ambite, ed anno dopo anno i campioni provano a conquistarla. Vincere tra due ali di folla, con i portici straripanti di entusiasmo, arrivare a braccia alzate in cima al Colle Della Guardia, con alle spalle il santuario di SanLuca è sempre più speciale.

Vince Roglic il Giro Dell’Emilia 2019, affrontando i 5 giri del circuito sempre a ruota, limando e risparmiando tutto per gli ultimi 800 metri quando senza scattare, ma con una frullata in progressione fantastica, rimanendo seduto in sella, stacca tutti e va a conquistare, per la seconda volta in un anno, il traguardo in cima a SanLuca. Dopo il prologo del Giro ecco il Giro Dell’Emilia e quanto gli piace questa salita Primoz lo dirà anche a fine gara.

Nibali non partecipa alla vittoria, si stacca appena passato il Meloncello all’ultimo giro, ma fin a quel momento era sempre stato davanti, facendo trepidare i tifosi e ribollire i portici di entusiasmo e passione. La condizione c’è, sperare in una vittoria al Lombardia non è da illusi.

Ciccone ci aveva provato scattando alla curva delle Orfanelle, quella che ormai è diventata la curva di Pantani da una parte e dell’allegria dall’altra, con fiumi di vino e birra che scorrono già di primo mattino. E Giulio era scattato proprio alla Pantani, sotto gli striscioni che ne urlano ancora il grande amore. Era scattato a mani basse, andando in fuga e facendosi riprendere al giro successivo, quando invece Bernal sbagliava a cambiare e si piantava rischiando la caduta ma riuscendo a rimanere in sella e a restare nelle prime posizioni.

È una vera meraviglia vedere pedalare questi ragazzi dal vivo.

Un ordine d’arrivo che neanche l’ultimo mondiale ha avuto quello Dell’Emilia 2019.

Dopo Roglic è arrivata la coppia dell’Education First, Woods e Higuita, poi un grande corridore ma eterno piazzato, Mollena e quinto il Campione più vero che forse ci sia nel gruppo, Alejandro Valverde, campione del mondo 2018 e campione di Spagna in carica.

Alejandro può risultare non troppo simpatico ma la professionalità e la passione verso il suo  lavoro e verso il ciclismo è sicuramente fonte di ispirazione ed esempio per molti appassionati e non solo.

Dopo essersi piazzato all’Emilia domenica Valverde ha corso un grande Beghelli, sempre davanti a tre giri dalla fine era in testa al gruppo a tirare per riprendere la fuga del mattino, e ai meno 5 chilometri è stato uno dei propiziatori della fuga, che lo ha poi visto arrivare secondo dietro al solo Sonny Colbrelli, vincitore per la seconda volta a Monteveglio.

Il GranPremio Beghelli è ormai una classica di settembre del panorama ciclistico europeo ed è sempre più partecipata dalle grandi firme del ciclismo.

La prima volta che si corse sul circuito di Zappolino fu in giugno, nel 1996, Adriano DeZan era il commentatore, Davide Cassani l’opinionista,  i caschi non erano ancora obbligatori e il Beghelli valeva per il Campionato Italiano.

A vincere fu il Re dei velocisti, Re Leone Mario Cipollini, con una volata potente in pieno stile SuperMario. Al contrario della prima edizione il Beghelli è ormai qualche anno che non vede una volata a di gruppo, alla fine i dieci giri, con dieci volte Zappolino, rimangono nelle gambe e la stretta strada che porta a Monteveglio da Stiore diventa il trampolino perfetto per la fuga decisiva.

Negli ultimi anni grandi passisti hanno tagliato il traguardo di Monteveglio a braccia alzate, Bauke Mollema nel 2018 e Luis Leon Sanchez nel 2017 per esmpio, mentre l’ultimo velocista vero e puro a vincere risale al 2009 con Francisco Ventoso, mentre l’anno prima vinse un velocista ancora più puro e forte, il nostro Alessandro Petacchi.

Zappolino è ormai una salita storica del ciclismo, anche se considerare una salita quella che i professionisti percorrono ai quaranta all’ora è forse esagerato.

Ormai il suo tornante è di casa per molti appassionati. Quest’anno è stato casa dei parenti di Steve Morabito che lo avevano adornato con bandiere bianche e rosse, ed è stato casa dei genitori di Sep Van Marke che erano parcheggiati con il loro camper già dal venerdì.

Emilia e Beghelli, le classiche di settembre onorate e vinte dai grandi campioni e da chi lo vuole diventare vincendole, come Jacopo Mosca, in fuga tutto il giorno all’Emilia, solitario leader per due giri a SanLuca, è arrivato ultimo accompagnato nell’ultima scalata verso il Santuario dal mare di tifosi che scendevano verso il Meloncello che si sono aperti al suo passaggio e lo hanno sospinto e incitato come se stesse per andare a vincere. Il giorno dopo Jacopo era ancora in fuga per provare a vincere il Beghelli.

Non ancora campione ma ciclista vero in due grandi manifestazioni che sono ormai una parte integrante del territorio Bolognese e del ciclismo mondiale.

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