RICORDI ROSSOBLU’: Angelo Schiavio

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La rete di Schiavio contro il Pisa

 

Una vita, una gloria, una  squadra:

ANGELO SCHIAVIO

 

In questo periodo di Covit-19, a seguito di mancanza di gare, lo sport vive solo di chiacchiere. Oltre alle varie idee di quando si ripartirà e se si ripartirà, uno dei motivi principali riguarda gli stipendi degli atleti.

Le società cercano di trattare con i propri tesserati, per cercare una soluzione, sul tipo di percentuale da applicare per decurtare i loro stipendi consentendo di ridurre le perdite.

Tutto ciò mi riporta alla mente quello che si può definire il più grande giocatore rossoblù di sempre: Angelo Schiavio. Vi chiederete il motivo di questa mia associazione. Rispondere è facile. Angelo Schiavio ha vestito la maglia rossoblu senza mai percepire un solo “soldo”.

Angelo viveva dei   ricavi   che   realizzava   dai   negozi   “Schiavio-Stoppani”,   negozi   di abbigliamento aperti a Bologna, ad inizio del 1900 dai suoi genitori. I presidenti che si sono avvicendati nella sua lunga carriera: Cesare Medica, Angelo Sbarberi, Antonio Turri, Ruggero Murè, Enrico Masetti, Paolo Graziani, Gianni Bonaveri e il mitico Renato Dall’Ara non hanno mai dovuto litigare sulla cifra da scrivere sul suo contratto d’ingaggio.

Nei vent’anni da giocatore Angelo ha ricevuto due regali ambedue fatti da   Dall’Ara:   la   Coppa   del   Trofeo   dell’Esposizione   di   Parigi   e   un autovettura che prontamente adibì a macchina aziendale.

Ecco una breve storia di Angelo Schiavio come giocatore.

Nato a Bologna il 15 ottobre 1905, il popolare Angelo è chiamato dai tifosi di federossoblu ‘Anzlen’.

La carriera calcistica di Schiavio si svolge completamente in maglia rossoblu; debutta in prima squadra nel 1922 collaborando alla conquista del terzo posto nel girone B (lega nord) del campionato di prima divisione. Non tragga inganno la scritta prima divisione perché agli albori del calcio il campionato era strutturato in due leghe (nord e sud) e in due gironi per ogni lega, le vincenti delle quali si incontravano tra loro per designare la squadra campione d’Italia.

L’anno seguente vede Angiolino con il suo Bologna gareggiare senza fortuna per il titolo della Lega Nord contro il Genoa; ma sarà di buon preludio per gli avvenimenti dell’anno successivo.

Il campionato 1924/25, regala a Schiavio e al Bologna la soddisfazione di vincere il loro primo titolo Italiano. Fu un campionato molto combattuto e dopo avere vinto il proprio girone mettendo in mostra un attacco veramente scatenato composto da Della Valle-Schiavio-Perin ed autore di ben 121 reti in appena 47 partite; Schiavio e compagni si ritrovano di fronte il Genoa che li aveva battuti, l’anno precedente.

Angelo Schiavio – 1925

 

Per designare il campione della lega nord furono necessari ben cinque incontri. Infatti dopo la vittoria del Genoa a Bologna 2 a 1 (per i rossoblù segnò Schiavio) e del Bologna a Genoa 2 a 1 (reti di Muzzioli e Della Valle) fanno seguito due partite di spareggio ambedue pareggiate: 2. a 2 a Milano (Muzzioli e Schiavio) 1 a 1 aTorino (ancora una rete di Schiavio). Alla fine dell’incontro alla Stazione ferroviaria di Porta Nuova succede il fattaccio. Alla partenza dei treni speciali carichi dei tifosi delle due città, dal treno bolognese partono alcuni colpi di pistola che colpiscono ferendolo un tifoso genoano. Ciò obbliga le due squadre ad incontrarsi in quello che sarà il match decisivo a porte chiuse alle sette e un quarto del mattino in un campo della periferia di Milano quello della “Forza e Coraggio”.

L’incontro vede prevalere i rossoblu per 2 a 0 con reti’di Pozzi e Perin; e Schiavio e il suo Bologna possono fregiarsi del titolo di Campioni d’Italia, le finali nazionali non impensieriscono e si risolvono con un 4 a 0 a Bologna e con un 2 a 0 a Roma, avversaria era l’Alba di Roma. Neo campione d’Italia Angelo Schiavio debutta in maglia azzurra a Pa-dova appena ventenne contro la Jugoslavia.

In un incontro che in certi momenti assunse caratteri di lotta violenta, vide il nostro campione elevarsi a salvatore della squadra. In svantaggio di una rete gli azzurri si buttarono all’attacco a capofitto e toccò al piede di Schiavio prima pareggiare, dopo un ubriacante dribbling ai danni del malcapitato Pazur suo marcatore, e in seguito suggellare la vittoria azzurra con un tocco felino su di un pallone servitegli da Zizi Cevenini.

Passano tre stagioni, giocate ad alto livello, prima di rivedere Schiavio raggiungere i massimi livelli sportivi, ovvero la vittoria in campionato e una medaglia Olimpica. Ma andiamo in ordine.

Viene convocato per disputare ad Amsterdam i Giochi della IX Olimpiade e nelle quattro partite da lui disputate segnerà quattro reti, contribuendo a conquistare il terzo posto, ovvero la medaglia di bronzo, miglior risultato fino ad allora ottenuto.

Il campionato 1928/29, ultimo a due gironi, vide il Bologna stravincere il suo girone con ben otto punti di vantaggio sulle seconde classificate Juventus e Brescia e conquistare un primato eccezionale: 24 partite di seguito senza conoscere sconfitta con 20 vittorie e soli 4 pareggi!

In finale per il titolo incontra il Torino e con il quale da vita a tre combattutissimi incontri. Il Bologna si impone in casa per 3 a 1 con una doppietta di Angiolino Schiavio e una rete di Della Valle; viene sconfitto a Torino per 1 a 0 e vince un match drammatico, sul neutro di Roma, per 1 a 0. Fu un incontro che sembrava deciso a favore del Torino quando al 17′ del secondo tempo i Felsinei si trovano a dover giocare in soli 9 uomini a causa di due espulsioni. Ma il carattere di Schiavio portò i suoi compagni alla vittoria. Ricevuta la palla dal portiere Gianni, Angiolino scende sulla destra del campo e con una serie di dribbling evita quattro avversari, giunge sulla soglia dell’area di rigore e appena gli ultimi difensori convergono su di lui appoggia al centro al liberissimo Muzzioli il quale trafigge il portiere Bosia è il goal che decide l’incontro e il titolo Italiano.

Dal 1929 al 1935 inizia un periodo nel quale sia Angiolino che il Bologna non riescono, nell’ambito del campionato Italiano a diventare protagonisti. Infatti il massimo alloro conquistato è il titolo di capocannoniere conquistato da Schiavio nel 1931/32, in comproprietà con il fiorentino Petrone, con 25 reti.

​Ma se il campionato è avaro la scena mondiale è molto ricca di titoli per il nostro campione. Disputa due edizioni della Coppa Media d’Europa, un torneo che vede ai nastri di partenza le prime due squadre classificate nei campionati d’Italia, Ungheria, Cecoslovacchia e Austria; vincendole entrambi. Nel 1932 disputa tre delle quattro partite segnando una rete; mentre nel 1934 disputa sei delle otto partite mettendo a segno quattro reti.

Ma il 1934 regalerà ad Angelo Schiavio il massimo titolo a cui ambisce un calciatore: il titolo di Campione del Mondo.

In quell’anno il mondiale viene disputato in Italia e la formazione azzurra è una delle favorite.

Gli azzurri partono alla grande e negli ottavi di finale eliminano gli Stati Uniti per 7 a 1 con una tripletta di Angiolino; nei quarti incontrano la Spagna ed hanno bisogno di due incontri per eliminarla, 1 a 1 dopo i supplementari e 1 a 0 nella ripetizione (unica partita che non giocherà Schiavio); in semifinale incontrano l’Austria battendola per 1 a 0 e si trovano così a disputare la finale per il titolo contro la Cecoslovacchia il 10 giugno a Roma.

Questo incontro porterà Angiolino a rivestire un po’ il ruolo di eroe della vittoria italiana al mondiale, infatti il gol che schianta l’animosità dei cecoslovacchi è suo. Concluso II tempo regolare sul punteggio di 1 a 1 con reti di Puc e pareggio di Orsi, l’incontro conosce la sua svolta decisiva al 5′ del primo tempo supplementare; Schiavio, che sfinito dalla fatica era stato spostato all’ala destra, su un perfetto allungo di Guaita segnava il goal della sudatissima vittoria con un tiro da pochi metri, a cui nulla poteva il pur bravo Planicka.

Questa vittoria non portò ad Angiolino e ai suoi compagni nè onoreficienze nè cavalierati o cose del genere come avviene nei nostri tempi, ma si dovettero accontentare di una modesta cifra (si parlò di 5.000 lire) e di una medaglia.

Per Angiolino si trattò anche dell’ultima partita in maglia azzurra, avendo già compiuto ventinove anni, una età alta per un giocatore, a quei tempi si smetteva presto di giocare.

Giocherà ancora quattro stagioni sempre con la maglia rossoblù e riuscirà a conquistare ben due scudetti (1935/36 e 1936/37) e il Torneo dell’Esposizione di Parigi nel 1937, dove Angiolino realizzerà le ultime due reti della sua carriera rossoblù.

Alla conclusione del campionato 1937/38 Angelo Schiavio, giocatore da favola, uno dei più grandi centravanti che mai l’Italia abbia avuto, che ebbe carriera lunghissima, spina perenne nei fianchi delle difese avversarie, artista di quella autentica arte che è la difesa della palla, appende le scarpe al chiodo chiudendo la sua gloriosa carriera con un invidiabile curriculum.

Lascerà la vita terrena il 17 aprile 1990, nella sua abitazione di Bologna.

 

ph da “Collezione di Luca e Lamberto Bertozzi”

 

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