CICLISMO – GIRO D’ITALIA: 17a tappa, vince Daniel Martin mentre Yates attacca e stacca Bernal.

iI Giro non è ancora chiuso ma è troppo dire che è riaperto!

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Riaperto? Insomma.

Sicuramente la porta verso la Maglia Rosa resta aperta, se qualcuno si aspettava che Bernal la chiudesse a chiave e salutasse tutti, questi qualcuno devono aspettare ancora.

Simon c’è e tra il Passo San Valentino e la salita inedita e splendida di Sega Di Ala ha dimostrato di essere anche molto pericoloso.

Dire che però il Giro è riaperto forse è un po’ esagerato e ingeneroso nei confronti di Bernal.

Yates mette davanti i suoi per tutto il   Passo San Valentino, altra salita tanto dura quanto bella.

Impone il suo ritmo mentre lui in realtà resta a ruota ben protetto nella pancia del gruppo. Due uomini avanti della Bike Exchange e subito dietro di loro Bernal a controllare. Un controllo forse troppo stretto.

Dietro a Bernal alcuni suoi compagni, mentre Gianni Moscon, in fuga, tirava cercando di aumentare il vantaggio sul gruppo.

Gianni menava bene verso il Passo, insieme a Daniel Martin e a Pedrero. Gianni sentiva l’aria di casa, vincere nel suo Trentino sarebbe stato molto bello, ma tatticamente un errore molto grave verso la conquista Colombiana della maglia rosa.

Un uomo in meno a Bernal è costato tantissimo verso di Sega di Ala. Mentre davanti Daniel Martin partiva scomposto ma convinto verso la vittoria di tappa, Moscon non teneva la sua ruota e rallentava aspettando il Capitano in Rosa.

Quando il gruppo Maglia Rosa arriva, Gianni si mette a tirare, ma dura il tempo di qualche pedalata. Troppe energie andate nella fuga, troppa foga. Con Egan rimane solo Daniel Martinez che diventa decisivo per la tenuta del Roditore Colombiano.

Roditore che non rosicchia verso Sega di Ala ma anzi si fa rosicchiare. E non poco.

Quando Yates alza il ritmo il solo Almeida, rinato, tiene la sua ruota. Simon danza sui pedali in modo sublime, spesso sui pedali, forse anche troppo, ricorda un po’ la pedalata di Contador, stacca un paio di volte Joao che però con grande intelligenza riesce sempre a rientrare. Davanti Martin resiste, mentre dietro Egan è completamente piantato.

Sembra crollare ma prima l’arrivo di Caruso, ancora stupendo, poi una sgridata salutare e motivante di Daniel Martinez lo fanno reagire, riuscendo così a tenere la ruota del Siciliano e non soccombendo all’attacco di Yates. L’appoggio di Martinez è stato veramente importante e fondamentale, un salvagente per Egan che così non è affondato improvvisamente. Fece uguale Froome con Wiggins in Maglia gialla, Wiggins in crisi non riusciva a tenere il ritmo del giovane compagno staccandosi anche dagli avversari, Froome si voltò diverse volte per spronarlo. Wiggins reagì e salvo la maglia gialla, che poi conquistò a Parigi.

Daniel Martin riesce a vincere, tenace e con grinta da vendere e con questa vittoria entra tra i pochi ad aver vinto in tutti e tre i grandi giri. Finendoli pure. Ditelo a Caleb Ewan.

Almeida con uno scatto cattivo ed efficace stacca Yates di 17 secondi piazzandosi secondo e rubandogli un abbuono importante.

Il britannico comunque riesce a salire nuovamente sul podio della generale dietro a Caruso che rosicchia tre secondi al roditore.

Yates ora è terzo e ha un ritardo di 3 minuti e 23 da Bernal e 2 minuti e 02 dal nostro siciliano Damiano Caruso, bello, reale, sicuro, ma poco coraggioso. Verso Sega di Ala quando è apparso alla ruota di Egan in molti hanno sussultato, sperando in un altro scatto per staccarlo, ma alla fine Damiano non è riuscito nell’intento tirandosi dietro la maglia Rosa.

Malissimo Hugh Carty della Ef e Vlasov dell’Astana. Per loro i sogni di gloria sono ormai finiti distanti sei minuti dalla prima posizione.

Malissimo anche fisicamente il nostro Giulio Ciccone. Giulio cade in cima al Passo San Valentino insieme a metà gruppetto Maglia Rosa. Il ritmo della Bike Exchange evidentemente era veramente elevato riducendo lucidità che qualcuno ha perso definitivamente all’uscita di una curva, arrotando un collega o forse due. Insieme a Giulio cade anche Vincenzo Nibali. Per Vincenzo l’addio al Giro è vicino, il bracco appena operato è più che dolorante. Difficile vederlo oggi in bicicletta.

Tra i caduti anche Remco Evenerpoel  elastico sulla dura salita del Passo San Valentino. Dopo aver ripreso il gruppo Maglia rosa si stacca di nuovo. Pochi metri che bastano a farlo entrare in panico quando, all’improvviso, si trova davanti diversi colleghi per terra. Il bimbo belga allarga troppo la curva, frena e scavalca il guardrail cadendo rovinosamente. Riparte e arriva a Sega di Ala, ma non ripartirà oggi per Stradella. Per lui Giro finito, un Giro che doveva essere la ripartenza, che lo è stato ma che ha anche evidenziato diversi limiti, naturali del giovane fenomeno belga. Limiti che Remco con una classe innata saprà sicuramente abbattere.

Oggi giornata di recupero. Solo pianura fino a 30 km dall’arrivo, poi alcuni colli dell’entroterra pavese animano il finale.

I Generali si riposeranno anche se, con un Bernal in apparente calo, forse quei bassi colli dell’oltre Po’ potrebbero aiutare ad avvicinarsi ad un sogno rosa.

L’arrivo strizza l’occhio alla fuga, o ai velocisti che non ci sono più.

C’è ancora Elia però.

Sarebbe molto bello.

 

Immagini RAI

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