È storia,
È giovane,
giovanissimo,
22 anni.
Ha famiglia,
sposato,
con una splendida piccola creatura, suo futuro, suo stimolo.
È elegante,
potente,
Elengante e potente.
Gli manca la classe.
Forse.
È pragmatico.
Capisce quello che è utile, quello che è inutile, quello che serve, quello che non serve.
Sbagliare una curva non serve a vincere una tappa, però serve a crescere.
Come tutti gli sbagli.
È magro,
sembra un maratoneta,
una gazzella,
in bicicletta.
È Eritreo,
africano,
Nero.
Hemingway diceva Negro,
usava così,
qualcuno lo usa ancora,
senza offesa,
come Ernest che svernava a Cuba, per fuggire, per la pesca, per il baseball. Il baseball quello sport che la storia del Giro d’Italia 2022 l’ha vissuta nel 1947 quando Jackie Robinson esordì in Major League nei Brooklyn Dodgers, primo o quasi, giocatore di valore di pelle nera a calcare i campi americani più importanti.
Jackie Robinson, N 42 dei Brooklyn Dodgers, ha una giornata dedicata in Mlb in cui tutte le squadre schierano tutti i giocatori con il numero 42. Il 15 Aprile, il giorno in cui Jackie esordi in Major League.
Jackie fino a quel giorno aveva giocato nel collage e nel campionato semi professionistico americano riservato ai giocatori afroamericani.
La “Negro League”.
Le differenze esaltano il nostro essere, tutti diversi, non esistono esseri umani, o animali, uguali ad altri, ogni essere è unico e insostituibile. Tutti diversi tra di noi, ma con gli stessi Diritti, e gli stessi doveri.
Queste differenze, così visibili, ci fanno grandi, immensi.
Biniam Gyrmay, Bini è il primo Africano di colore a vincere una tappa di un grande Giro nel ciclismo.
Più di 100 anni dopo l’invenzione dei Grandi Giri, più di 200 anni dopo l’invenzione della bicicletta.
Come ci è arrivato fa capire quanto questo ragazzo, dal sorriso splendente, sincero, pulito, Africano, sia più che una promessa del Ciclismo, come ci è arrivato fa capire quanto oggi in un errore abbia capito che non gli serve stare a ruota al Campione Pou Pou, ma forse il contrario. Oggi in una tappa, in un errore, in una curva che andava fatta e lui non voleva fare, lo abbiamo visto crescere. E proprio in quell’errore forse ha vinto la tappa e ha fatto la storia.
Elegante, potente, calmo, come Mathieu, ma che dopo un incidente che gli fa perdere un minuto e che la sua potenza gli fa recuperare, sforzando troppo, come Saligari, portentoso, ha notato subito, si spegne sulla rimonta più bella alzando, con grande onore, non bandiera bianca, ma un grande pollice, ammettendo la superiorità, più mentale che fisica del meraviglioso eritreo Bini.
Bini fa la storia.
Ne parlo a cena guardando il riassunto su RaiSport. Ne parlo senza dire niente a due adolescenti. Sotto i 16 anni.
Parte la volata, qui si fa la storia, mi guardano, mi chiedono perché, gli dico di guardare.
Vince Bini, il primo Africano Nero a vincere al Giro.
Mi guardano, silenzio, un silenzio che dice:
“Eh allora?”
“È normale.”
Sorrido, e mi sento vecchio.
E contento.
È storia.
Ps. È già storia anche che si stappi il tappo della Magnum nell’occhio e oggi rischi di non partire. Altro che infortunio sul lavoro…
Foto da immagini RAI TV