Tra pentole e fornelli – Fiori di acacia

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Fiori di acacia 1

L’amore platonico è rappresentato, nel linguaggio dei fiori, dal fiore d’acacia.
Un fiore per chi non ama sbilanciarsi troppo; da usare nei primi approcci con il proprio partner. Fiore elegante e ampiamente disponibile in natura, perfetto da utilizzare anche in cucina.

Confettura di fiori di acacia
Ingredienti per un barattolino di “profumo”: 200 gr di petali di fiori d’acacia – 180 gr di zucchero – 200 gr di acqua – mezza mela – 1/2 limone –
Procedimento: lavare e lasciare asciugare molto bene i grappoli dei fiori d’acacia. Staccare i petali e metterli in una ciotola.
Sbucciare la mezza mela, togliere i torsolo e tagliarla a piccoli pezzi. Metterli in una pentola con l’acqua e il succo di mezzo limone. Quando la mela e cotta, togliere dal fuoco e frullare. Unire lo zucchero e rimettere sul fuoco fino a quando il composto non inizierà a caramellare.
Solo in quel momento vanno uniti i petali dei fiori. Mescolare e fare cuocere per 5 minuti. Togliere dal fuoco, frullare, rimettere sul fuoco e fare cuocere fino a quando la confettura non raggiunge la giusta consistenza.
Mettere la confettura di fiori di acacia in vasetti sterilizzati. Conservare la confettura in un luogo buio e fresco.
Frittelle di acacia
Ingredienti (4 persone): 8 grappoli di fiori di acacia – zucchero a velo q.b, brandy q.b. – Per la pastella: 130 gr. di farina 00 – 1 uovo – 2 cucchiai di olio di semi – un po’ di acqua minerale frizzante – un po’ di birra – sale – olio di semi per friggere –
Procedimento: lavare con delicatezza i grappoli di fiori di acacia e asciugarli con la carta da cucina. Cospargerli di zucchero a velo e spruzzarli con un po’ di brandy.
Preparare la pastella: in una ciotola sbattere l’uovo, unire la farina, 2 cucchai di olio di semi, la birra e l’acqua minerale, nella quantità sufficiente per ottenere una pastella omogenea della consistenza di una crema. Aggiungere un pizzico di sale.
Lasciare riposare la pastella 20 minuti. Trascorso questo tempo prendere i fiori di acacia, passarli nella pastella e friggerli in abbondante olio di semi. Servire caldo.
Risotto con fiori di acacia
riso vialone nano – brodo di carne (1 lt. circa) – 1 cipolla(o cipollotto o porro)
qualche manciata di fiori d’acacia – un bicchiere di vino bianco –
Procedimento: tritare la cipolla (meglio quella rossa) e metterla nella pentola con olio e burro. Far soffriggere e unire i fiori d’acacia privi del picciolo.
Quando saranno appassiti unire il riso (2 pugni per persona) e far tostare.
Sfumare con il vino bianco. Unire pian piano il brodo fino a far cuocere il risotto mescolando con attenzione.
Confettura di fiori di acacia
Ingredienti per un barattolino di “profumo”
200 gr di petali di fiori d’acacia – 180 gr di zucchero – 200 gr di acqua – mezza mela – la metà di un piccolo limone –
Procedimento: lavare e lasciare asciugare molto bene i grappoli dei fiori d’acacia. Staccare i petali e metterli in una ciotola.
Sbucciare e togliere il torsolo alla mezza mela, tagliarla a pezzi metterla in una pentola con un bicchiere di acqua e il succo del limone. Portare a cottura e, quindi, con un frullatore ad immersione, ridurre la mela a purea.
Unire lo zucchero e lasciare sul fuoco fino a quando il comoposto si sarà parzialmente ridotto ed inizierà a caramellare.
Solo ora unire i petali dei fiori e, mescolando, cuocere per circa 5/6 minuti, poi frullare.
Continuare la cottura della marmellata fino ad ottenere la giusta densità.
Versare la confettura in vasi sterilizzati.

Curiosità: l’acacia appartiene alla famiglia delle Mimosacea e conta 1300 specie diverse. Ha proprietà curative: è indicato nelle diete in quanto attenua l’assorbimento dei grassi e diminuisce il senso della fame.
L’acacia è stato scelto come simbolo floreale dalla Massoneria in quanto ritenuta vigorosa e gentile simbolo di immortalità e purezza, che non appassisce mai durante il corso delle stagioni eppure si rinnova sempre.
Per questo simboleggia la purezza e l’immortalità: la varietà bianca, poi si riferisce in particolare all’amore platonico.

(Tratto da “Tu cucinale se vuoi…..Emozioni – Collana I Quaderni del Loggione – Damster Edizioni)

 

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