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LUOGHI ABBANDONATI – 1) “Stella Mattutina” attende di brillare ancora

 

Castel D’Aiano

Divertimento, attività ricreative e culturali e tanta voglia di stare insieme e vivere l’Appennino in quello che è stato uno splendido borgo risalente al Medioevo.

Nella mente del sottoscritto, i ricordi sono ancora ben nitidi, pur se tanti anni sono trascorsi da quei dieci giorni di colonia, tra lezioni di canto, preghiere e giochi all’aria aperta.

Il ricordo di un’estate spensierata, passata assieme ai compagni di classe, in vista di un nuovo anno scolastico nell’affollata e caotica Bologna.

Una delle mie prime visite in Appennino, molto prima che ne venissi adottato.

Dieci giorni trascorsi in mezzo alla natura, respirando aria fresca e pulita, lontano dallo smog cittadino, immerso in un mondo che era apparso immediatamente fantastico e sconfinato ai miei occhi di bambino e che ancora non sapevo avrebbe presto fatto parte della mia vita in maniera stabile e ancora oggi sorprendente.

 

 

La colonia montana Stella Mattutina, situata poco sopra le famosissime Grotte di Labante, può vantare non solo il mio, ma altrettanti e numerosi bei ricordi da parte delle centinaia di bambini che hanno vissuto tra le sue mura per una parentesi educativa e di svago, in quella realtà che purtroppo oggi non esiste più.

Sì perché le colonie sono pressoché scomparse, così come i campi solari estivi ed ogni parentesi che certamente poteva regalare qualcosa di importante all’esperienza di un giovane desideroso di immergersi in una realtà del tutto nuova.

Enorme ed imponente nella sua estensione, ma anche accogliente, Stella Mattutina era una meta importante per il turismo giovane in Appennino ed il suo parco non aveva eguali per quanto riguarda la spettacolarità e la diversità di flora che conteneva.

Troppi anni sono trascorsi da quel triste giorno in cui la colonia ha chiuso i battenti e le risate allegre dei bambini si sono ormai trasformate in echi sempre più flebili che ancora sembrano risuonare tra le enormi stanze ormai vuote e gli arredamenti accatastati e rovinosamente in declino, così come tutta la struttura, di grande importanza storica oltre che turistica.

 

 

Diversi i tentativi fatti da enti e associazioni per riportare all’antico splendore questa perla del territorio, ma forse non è stato fatto a sufficienza o forse non c’è più interesse per realtà di questo genere.

È difficile e brutto da credere, così com’è difficile rassegnarsi che Stella Mattutina non potrà mai più tornare a brillare fra le colline di Labante, salutando l’acqua che sgorga dal picco sottostante e che ancora attira i numerosi amanti della natura che fantasticano sulle grotte affascinanti e trasudanti leggende.

È certo che si sta parlando di importanti spese di messa in sicurezza e ristrutturazione, così com’è altrettanto vero che, qualora si compisse il miracolo di riaprire i cancelli della colonia, si dovranno escogitare le più svariate e mirate attività per riportare i giovani turisti e ricreare quella realtà ora svanita, ma perdere il suo passato  e non garantirle un nuovo futuro è qualcosa di inaccettabile.

 

 

Personalmente, credo si possa e si debba ancora fare il possibile per catturare l’attenzione di chi potrebbe fare qualcosa e tentare ancora di cancellare i tristi sospiri delle mura impolverate ed i sussurri spettrali dei corridoi deserti, riportando la Stella all’accecante luminosità dei decenni andati, facendo sì che le mattine del nostro Appennino tornino un po’ più liete.

Stella Mattutina è ancora là che attende,  grida aiuto ed un sostegno da parte di chiunque volesse ascoltarla. Non dimentichiamoci di lei, perché sarebbe come volgere le spalle ad una parte di noi stessi e strappare una radice importante della nostra giovinezza.

 

Foto di Fabrizio Carollo

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