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Ospedale di Vergato: il sindaco chiede un incontro all’AUSL

I componenti la lista “Vergato nel cuore”

 

C’è preoccupazione a Vergato sugli sviluppi concreti del piano di riorganizzazione ospedaliero voluto dall’AUSL e condiviso con il Distretto Socio-Sanitario dell’Appennino bolognese, e per questo motivo il sindaco Giuseppe Argentieri ha chiesto e ottenuto un incontro la prossima settimana con la direttrice del distretto Sandra Mondini e il  presidente Alessandro Santoni.

È di questi giorni la notizia infatti che la Regione Emilia-Romagna ha confermato l’impegno preso a suo tempo dall’assessore Venturi per la realizzazione di centro ambulatoriale di riabilitazione presso il nosocomio vergatese con palestra, studi e ambulatori. Con un po’ di stupore invece è stata accolta la comunicazione che un piano dell’ospedale di Vergato sarà completato e utilizzato per gli uffici amministrativi da trasferire dall’ex ospedale di Porretta. Complessivamente la spesa si attesterà sugli ottocentomila euro.

«Abbiamo chiesto questo incontro perché non abbiamo nessuna preclusione ad accogliere uffici amministrativi distrettuali, solo temiamo che questo possa andare a scapito dei servizi ai nostri cittadini» spiega il sindaco. «È di questi giorni infatti la novità che il nostro Pronto Soccorso non dispone più del radiologo, impedendo quindi un servizio che in occasioni di emergenza è fondamentale per indirizzare il paziente. Per non parlare poi di problemi cronici più volte segnalati, come il fatto che la TAC con il mezzo di contrasto è sottoutilizzata per la carenza di anestetisti e lo stesso può dirsi del pantografo, strumenti che oltre tutto sono stati donati all’ospedale dalle associazioni del territorio».

In un periodo in cui improvvisamente è tornato di attualità il tema della riapertura dei centri nascita in Appennino, diversi cittadini hanno segnalato al sindaco che c’è ancora molto da fare per dare all’ospedale di Vergato quel ruolo distrettuale centrale nelle cure intermedie, nella chirurgia ambulatoriale e nelle terapie riabilitative. I posti letto sono insufficienti, anche perché oltre al fabbisogno locale rispondono anche alle necessità di pazienti che vengono da fuori; le liste di attesa per i nuovi servizi come la chirurgia ambulatoriale o quella maxillo-facciale sono lunghe perché la presenza dei medici non è continua; mancano la dermatologia e l’andrologia, per non parlare di quanto già a suo tempo temuto da tanti, e cioè la netta impressione che i cittadini di Vergato e dintorni anziché recarsi all’ospedale di Porretta per l’ortopedia vadano a Bologna.

«Noi non crediamo» conclude il sindaco «ad una guerra tra poveri con Porretta. Solo ci stiamo rendendo conto che questa riorganizzazione ha impoverito sia noi, con un lento depotenziamento e la riduzione a polo amministrativo, sia loro, che per la loro posizione decentrata non riescono a soddisfare tutte le esigenze, con il risultato che i pronto soccorso di Bologna esplodono. Proporremo inoltre all’AUSL di valutare la fattibilità un’indagine che coinvolga i cittadini e permetta di raccogliere anche le loro opinioni, per valutare non sulla base di cifre e statistiche ma anche delle percezioni e dei sentimenti delle persone».

Entro la fine dell’anno poi il primo cittadino convocherà il “Comitato di Controllo per il Riordino dei Servizi Territoriali ospedalieri dell’Appennino Bolognese”, il tavolo che coinvolge AUSL, sindacati, comitati cittadini e sindaci. In prospettiva, ha indicato Argentieri, c’è anche l’idea di allargarlo in futuro a tutti i comuni del distretto dell’Appennino bolognese e non solo ai quattro più direttamente coinvolti (Vergato, Marzabotto, Grizzana Morandi e Castel d’Aiano).

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