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A quanto pare non siamo solo noi umani a mettere la mascherina: lo fa anche il Covid, mascherato e sfuggente mentre se ne va in giro per le strade nel sole delle giornate estive. Stavolta è il virus a essere messo in quarantena: come noi, fino a qualche mese fa, potevamo uscire solo in alcuni momenti per fare la spesa, adesso è lui a poter vagare soltanto dalle 18.00 alle 06.00, o almeno così decreta l’ultima ordinanza concernente le misure anti-covid. Già, perché l’obbligo di indossare la mascherina nei “luoghi dove c’è rischio di assembramento” (citando testualmente il sito del ministero della Salute, www.salute.gov.it) è stato imposto solo nella fascia oraria serale e notturna, come se dalle 06.01 alle 17.59 il virus sparisse nel nulla. L’efficacia del provvedimento è abbastanza evidente per quanto riguarda la tanto demonizzata movida, a cui sono state tagliate le gambe dalla secca disposizione: “sospensione delle attività del ballo, all’aperto e al chiuso, che abbiano luogo in discoteche e in ogni altro spazio aperto al pubblico.” (altra citazione del suddetto ministero). Il problema sorge quando, per colpire il centro del bersaglio, si impiegano troppi tentativi e si rompono diverse freccette: pessima tempistica, direttive incomplete e poco funzionali, mancanza di chiarezza generale. Naturalmente…ci sono anche dei difetti. Scherzi a parte, saltano subito all’occhio le falle dell’intera ordinanza, che fa acqua da più parti: decidere di dare uno stop agli assembramenti nei locali da ballo dopo Ferragosto è un po’ come uscire di casa durante un temporale, prendersi tutta l’acqua e aprire l’ombrello solo appena varcata di nuovo la soglia; inoltre nel testo del provvedimento si parla solo di locali da ballo, quando la vida loca si svolge nella maggioranza dei casi nei bar, pub e tutti i locali pubblici dove passare la serata tra amici col bicchiere in mano (e se sto consumando la bevuta, la mascherina non ce l’ho di sicuro sul viso).

Foto radiolombardia

 

C’è poi l’interpretazione soggettiva riguardo cosa si intenda per “luoghi dove c’è rischio di assembramento”, definizione che copre praticamente tutti gli spazi esterni e interni in cui ci si possa trovare. Infine, è impossibile non farsi delle domande quando assistiamo quotidianamente a file non debitamente distanziate, mascherine tenute appese a un orecchio o al braccio come gli zaini Invicta anni ’90, gruppi di giovani e meno giovani tutti insieme allegramente (naturalmente tutti congiunti) e moltissime altre situazioni di possibile contagio che, al momento, non conoscono opposizione. Va anche considerato il lato economico, perché conciliare le norme anti-contagio e la ripresa di tutte le attività a pieno regime è auspicabile ma salvare il lavoro è assolutamente indispensabile. Mettere l’ordinanza del 16 agosto in gazzetta ufficiale a luglio o comunque prima del 15 sarebbe stata una mazzata molto difficile da reggere per tutti gli imprenditori. C’è quindi da chiedersi…ha senso fare un’ordinanza di questo genere adesso, ben sapendo che fra un mesetto si tornerà a scuola e a votare? Soprattutto…servirà a qualcosa o la pandemia ci chiederà il conto tra qualche mese? Sonia Agnesi

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