UNIONCAMERE: Si accentua la flessione delle imprese attive

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Anche al termine del terzo trimestre, il calo delle imprese attive (-2.875 unità, -0,7 per cento) quasi raddoppia rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La base imprenditoriale nazionale segna solo una lieve diminuzione (-0,2 per cento). La più ampia riduzione è per le imprese del commercio (-1.689), segue l’agricoltura (-1.184), poi la manifattura (-558) e le costruzioni (-555). Infine nel trasporto terrestre lasciano 310 imprese. Tra i segnali positivi, che vengono solo dai servizi, i più rilevanti giungono dall’immobiliare (+303 unità), dalle attività professionali, scientifiche e tecniche (+242 unità), e dalle imprese del noleggio, delle agenzie di viaggio e dei servizi di supporto alle imprese (+241 unità). Prosegue la crescita delle società di capitale (+2.697), ma si amplia sia la discesa delle società di persone (-2.147), che delle ditte individuali (-3.267).

Unioncamere Emilia-Romagna ha elaborato i dati del Registro imprese delle Camere di commercio. Le imprese attive rendono la misura dell’effettiva capacità della base imprenditoriale. A fine settembre, erano 401.637, ovvero 2.875 in meno (-0,7 per cento) rispetto

allo stesso trimestre dello scorso anno. La perdita subita dalla base imprenditoriale regionale è quasi raddoppiata rispetto a quella riferita allo stesso trimestre dello scorso anno (-1.580 unità, -0,4 per cento). La tendenza alla riduzione delle imprese attive anche nel terzo trimestre dell’anno prosegue comunque ininterrotta dal 2012. A livello nazionale le imprese attive hanno subito solo una lieve flessione (-0,2 per cento).

 

I settori di attività economica. La base imprenditoriale regionale si è ridotta in tutti macro settori, più rapidamente in agricoltura, in misura più contenuta nell’industria e nelle costruzioni e solo lievemente nell’aggregato dei servizi. In dettaglio, nell’insieme del commercio all’ingrosso e al dettaglio e della riparazione di autoveicoli e motocicli accelera sensibilmente l’ampia flessione delle imprese (-1.689 unità, -1,9 per cento). La base imprenditoriale dell’agricoltura, silvicoltura e pesca si riduce di 1.184 unità (-2,2 per cento). Nell’industria lasciano 589 imprese con un’accelerazione della tendenza negativa che giunge a -1,3 per cento. Le imprese delle costruzioni perdono 555 unità (-0,8 per cento) e la tendenza negativa pare nuovamente ridursi. Un ulteriore segno rosso è dato dalla dall’abbandono di 304 imprese del settore del trasporto e magazzinaggio (-2,2 per cento).

Segnali positivi vengono solo dagli altri settori dei servizi, in principali giungono dalle imprese dell’immobiliare (229 unità, +0,9 per cento), quindi dalle attività professionali, scientifiche e tecniche (+242 unità, +1,5 per cento) e infine dall’aggregato del noleggio, delle agenzie di viaggio e dei servizi di supporto alle imprese (+228 unità, +1,9 per cento). Spicca la rapidità della crescita delle attive dell’istruzione (+3,6 per cento) e della sanità e assistenza sociale (+3,2 per cento), ambiti nei quali lo stato del settore pubblico ha lasciato ampi spazi all’imprenditoria privata.

La forma giuridica. Gli andamenti sono nettamente divergenti anche per le tipologie di forma giuridica delle imprese. La riduzione della base imprenditoriale è stata determinata dall’andamento negativo delle ditte individuali (-3.267 unità, -1,4 per cento) e dalla riduzione più rapida delle società di persone (-2.147 unità, -2,8 per cento) risultata la più ampia degli ultimi dieci anni. Queste ultime risentono in negativo dell’attrattività della normativa sulle società a responsabilità limitata, che sostiene invece il forte aumento tendenziale delle società di capitale (+2.697 unità, +3,0 per cento).

Le imprese registrate in Emilia-Romagna sono risultate 453.296 a fine settembre, 613 in più (+0,1 per cento) rispetto al termine del secondo trimestre. A livello nazionale la tendenza è risultata analoga per la base imprenditoriale (+0,1 per cento).

Iscrizioni e cessazioni. Nel trimestre, le iscrizioni (4.895) sono lievemente aumentate rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Le cessazioni (4.315) sono rimaste sostanzialmente invariate rispetto allo stesso trimestre del 2018.

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