La Cultura (NON) si ferma in Appennino: Miriam Bruni

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Inizia il ciclo di presentazioni “virtuali” organizzate dai Comuni di Monzuno e Loiano, con la direzione artistica di Loris Arbati e Fabrizio Carollo, per i quali la cultura è il più potente degli strumenti al servizio di quel senso di comunità che, in questo momento di grave emergenza sanitaria, deve rimanere più vivo che mai.

 

Rinnovando i ringraziamenti alla disponibilità degli autori, che hanno risposto immediatamente e con entusiasmo all’iniziativa, la prima ospite è la poetessa Miriam Bruni, classe 1979 e residente a Bologna.

Amante della scrittura e specialmente della poesia, sin da bambina, Miriam utilizza la propria sensibilità per comporre versi con cui dialogare con sé stessa e gli altri, ma anche per avvicinarsi alla natura e al mondo, nella sua totalità e nelle emozioni che esso comunica.

Attenta ai dettagli e coltivando l’empatia ad altissimi livelli, Miriam Bruni cerca il Bene, quel qualcosa che va oltre ciò che vediamo, evolvendo nella propria creatività e muovendosi su strade tortuose e sorprendenti, in balìa ora di estasi e soddisfazione, ora di pena e tormento.

Nelle sue opere, la poetessa ricerca costantemente la massima concentrazione e predilige la sintesi, che lei chiama Cristallizzazione.

 

Miriam Bruni. Poetessa per scelta o per caso?

Direi poetessa per vocazione, per destino e per passione

 

Nella raccolta che presenti, dal titolo Così (Ed. Poetry), qual è l’aspetto di te stessa che hai maggiormente messo a nudo?

Cerco di rappresentare ogni mia dimensione in ciascun libro che conduco a pubblicazione. In poesia l’essenziale c’è tutto, basta volerlo captare, accogliere, incontrare. Senza troppi schemi difensivi o interpretativi.

Anche in questa raccolta parlo di me in quanto madre, e di me in quando individuo, e non di rado mi rivolgo sia a Dio che alla Poesia.

 

Questo periodo sta influenzando la tua ispirazione e conseguentemente la tua produzione artistica? Se sì, in che modo?

Contrariamente a quanto forse qualcuno penserà, in questo periodo non sto scrivendo nuove poesie. E’ una fase che prendo più come riflessione sul passato e sui desideri che mi abitano attualmente.

Ascolto conferenze su youtube, sfoglio le Pagine social di amici o colleghi scrittori, cerco di capire come promuovere meglio le opere già pubblicate, e quali nuovi progetti mettere in cantiere. Risistemo le cartelle di foto, aggiorno un po’ i miei due blog, a volte guardo qualche ricetta di cucina e leggo i libri che mi sono stati regalati tra Natale e compleanno. Resta il fatto che scrivere per me non è mai solo l’atto puntuale di scrivere, ma un processo continuo di ascolto, setacciatura, sedimentazione, conquista spirituale.

 

 Dopo cinque pubblicazioni e tutti i versi e le emozioni che hai condiviso con il pubblico negli anni, senti dentro di te una sorta di evoluzione artistica o pensi che la tua identità letteraria sia rimasta costante nel tempo?

Io credo che mantenga la propria identità proprio chi evolve, chi continua a camminare, a interessarsi, a confrontarsi. Chi avverte come una responsabilità il fatto di essere stato chiamato alla vita e ad una vita unica, irripetibile.

Essere se stessi è una grande sfida, una grandissima avventura, e non risparmia a nessuno ferite anche gravi, periodi di languore, smarrimento, ansia e altre mille declinazioni del soffrire. Ma procura gioie altrettanto intense e impagabili. Nei miei libri c’è questo fiducioso abbandono nel tentativo leale di essere me stessa.

Ho amato dire tanto in poche parole fin da ragazzina, e la mia scrittura assume spesso un tono aforistico..

Credo che anche “Così” sia una buona traccia del mio passaggio sullo svalico degli -Anta 

 

Poeti non si diventa, ma si nasce e Miriam Bruni è una valida esponente di quello che rappresenta molto di più di un semplice genere letterario, poiché la poesia è difficilmente incasellabile.

La poesia non segue regole rigide, ma predilige le esperienze vissute ed ogni considerazione del proprio Io, attraverso un cammino che mette eternamente in discussione. Un genere in grado di attingere tantissimo dal contesto che viviamo e dalla parte che spesso si tende a non voler ascoltare e qui sta proprio la più grande sfida del poeta, affrontando milioni di variabili che a volte soddisfano la sua sete di sentimenti, ma che al contempo, lo consumano.

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