Sala del Centro Civico di Osteria Grande affollatissima, applausi e commozione al termine della proiezione per l’anteprima di “Sono Cesare, ma chiamatemi Mimmo”, il docufilm sulla vita di Cesare Alberti, grande e sfortunato bomber di Bologna e Genoa negli anni Venti del secolo scorso. Prodotta da Barbylando Production e Genoma Films, l’opera è stata realizzata da Orfeo Orlando, noto attore e regista bolognese, qui impegnato appunto alla regìa, sviluppando una sceneggiatura di Marco Tarozzi, scrittore e giornalista.

La proiezione della pellicola ha riscosso un notevole successo tra gli oltre cento spettatori che gremivano la sala, alla presenza di regista, sceneggiatore e di alcuni degli attori che hanno lavorato al film. In prima fila anche chi ha sostenuto la realizzazione della serata: il Bologna Club Castel San Pietro “Nicolò Galli”, il cui presidente Andrea Persico ha lavorato alacremente per la riuscita della serata, la Pro Loco castellana, rappresentata dalla presidente Raimonda Raggi, e naturalmente il Comune di Castel San Pietro, con l’assessore ai Lavori e Patrimonio pubblico, Giuliano Giordani, presente in sala.

Il nostro lavoro vuole essere un modesto ma sincero tributo”. Ha spiegato il regista Orfeo Orlando, “alla figura di un grande giocatore della storia rossoblù, che soltanto la sfortuna e una morte prematura avevano consegnato all’oblìo. Quando Marco Tarozzi mi ha proposto questa storia, insieme abbiamo subito deciso che dovevamo toglierla dalla polvere degli anni che l’aveva avvolta. Abbiamo lavorato con un budget che definire ridotto è eufemismo, ma con tanta passione. Per questo mi sento di ringraziare dal profondo del cuore tutti quelli che hanno partecipato al progetto, da tutti gli attori, ben trentasette e tutti impeccabili e coinvolti, a chi ha lavorato dietro le quinte, a Giorgio Comaschi che con la sua partecipazione straordinaria ha impreziosito l’opera, e non ultimo il maestro Daniele Furlati, che grazie alla sua scuola di musica ci ha consegnato una colonna sonora originale che ha nobilitato il nostro lavoro”.

Passione è effettivamente la parola chiave di questa storia”, ha aggiunto lo sceneggiatore Marco Tarozzi. “La vita di Cesare Alberti è stata guidata dalla passione, e così il nostro lavoro. Questo ci ha permesso di non fermarci davanti agli imprevisti o alle difficoltà: volevamo semplicemente che questa storia tornasse alla luce, ed ora il nostro desiderio è che più gente possibile possa vederla. Un omaggio a un grande campione a cui il destino ha troppe volte voltato le spalle”.

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