UNIONCAMERE: Crescono ancora le imprese straniere, flettono le altre

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Imprese straniere in regione a quota 48.162 con una accelerazione (+3,0
per cento, +1.412 unità), che è la più rapida dal 2015 nel trimestre e si
contrappone alla riduzione delle altre imprese (-0,8 per cento).
L’Emilia-Romagna è la terza regione per crescita, davanti alla Lombardia
(+2,4 per cento). In evidenza le ditte individuali (+818 unità), e le
società di capitale (+13,9 per cento). Settori leader i servizi (+859
imprese, +3,6 per cento), in particolare alloggio e ristorazione (+253),
commercio (+216), costruzioni (+1,8 per cento) e manifattura (+4,2 per
cento).

La crescita delle imprese straniere è un dato oramai quasi strutturale in
Emilia-Romagna, dove hanno un ritmo superiore a quello nazionale, sia lo
sviluppo della base imprenditoriale estera regionale, che risulta il più
rapido dal 2015 nel trimestre, che la flessione delle imprese non
straniere, che non cessa. Al 30 settembre le imprese attive straniere
salgono a quota 48.162 (l’11,9 per cento del totale) con un aumento in un
anno di 1.412 unità, pari al +3,0 per cento, il più rapido registrato dal
2015. A livello nazionale, la crescita delle imprese straniere (oltre 536
mila, pari al 10,4 per cento del totale) risulta inferiore (+2,3 per
cento), come anche la diminuzione delle altre imprese (-0,2 per cento) è
più contenuta. Questi sono i dati più rilevanti del Registro delle imprese
delle Camere di commercio elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna. Le
imprese straniere diminuiscono solo in tre regioni italiane.
L’Emilia-Romagna è la terza regione per crescita, dietro Campania e Lazio,
precede la Lombardia (+2,4 per cento) e stacca il Veneto (2,1 per cento).
Peraltro, in Lombardia e Veneto la flessione delle imprese non straniere è
più contenuta di quella emiliano-romagnola.

I settori. La tendenza alla crescita delle imprese straniere è dominante
in tutti i macro settori di attività economica. L’espansione si concentra
nei servizi (+859 imprese, +3,6 per cento) che trainano quella
complessiva. Deriva più dal rapido incremento nell’aggregato degli altri
servizi (+643 imprese, +5,2 per cento) che dall’aumento nel commercio
(+212 imprese, +1,8 per cento). Si mantiene elevata la crescita della base
imprenditoriale estera dell’industria (+4,2 per cento, +205 unità) e
accelera nelle costruzioni (+1,3 per cento, +228 unità), mentre in
entrambi i settori le imprese non straniere si riducono dell’1,8 per
cento. Infine, la crescita è rapida in agricoltura (+5,0 per cento), ma è
un settore che resta ancora marginale per le imprese estere. La forma
giuridica. La spinta deriva sempre innanzitutto dalle ditte individuali
(+818 unità, +2,1 per cento), pari l’81,6 per cento delle imprese
straniere, ma sempre più anche dalle società di capitali, che crescono più
rapidamente (+593 unità, +13,9 per cento), sostenute dall’attrattività
della normativa delle società a responsabilità limitata semplificata.
Questa ha contribuito però a comprimere la dinamica delle società di
persone (+0,2 per cento). Diminuiscono invece leggermente le cooperative e
i consorzi (-0,7 per cento).

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