CINEMA – Le nostre recensioni: “Highwaymen – L’ultima imboscata”

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Film targato Netflix HIGHWAYMEN è un titolo che mi aveva intrigato sin dalla visione del trailer e dalle recensioni positive, ma non ero ancora riuscito a recuperarlo fino a qualche giorno fa.

Personalmente, credo che Kevin Costner sia un attore di ottimo livello.

Purtroppo, scelte sbagliate e un carattere non proprio facile, a quanto si vocifera, hanno contribuito a farlo recitare in cagate stratosferiche (me ne vengono in mente due su tutte, ovvero The New Daughter e Dragonfly, che vi sconsiglio caldamente onde evitare problemi alle coronarie..), ma Kevin rimane comunque l’attore che ci ha regalato performance notevoli, che non si possono certo ignorare.

Oltre al sempiterno Balla coi Lupi, che conoscono anche i sassi, recentemente il nostro ha diretto e interpretato un grandissimo pistolero in Open Range-Terra di confine e un pericolosissimo e tormentato serial killer in Mr. Brooks.

Una carriera altalenante e sicuramente sfortunata, ma il buon Kevin, mangiando scatolette di tonno come se non ci fosse un domani, non si è mai perso d’animo e questo HIGHWAYMEN è una pellicola che si può annoverare, a mio parere, tra i suoi ruoli più riusciti.

Ormai lontani i tempi in cui poteva contare sulla fama di sex symbol, Costner è ora imbolsito e non più affascinante come un tempo, ma qui incarna l’ex texas ranger Frank Hamer con una maestria da applauso.

Affiancato dall’altrettanto immenso Woody Harrelson (che spesso gli ruba la scena), nel ruolo dell’amico e collega Maney Gault, i due vengono reclutati dalla governatrice del Texas (una quasi irriconoscibile Kathy Bates) per mettere la parola fine alle famigerate gesta di Bonnie e Clyde, che da due anni riescono a sfuggire alla stretta di polizia ed FBI, rapinando e uccidendo senza pietà, venendo addirittura osannati dalla gente comune che li vedono come eroi in lotta con il sistema.

Ai due esperti ex rangers viene data carta bianca su come procedere e su come chiudere definitivamente la questione sapendo che Hamer è un uomo dai metodi spicci, che non ha mezze misure nel trattare con i criminali di quel calibro.

Diretto dal bravo John Lee Hancock (The Founder, Saving Mr. Banks), la storia ricostruisce appunto la vera caccia alla banda Barrow da parte dei due ex rangers realmente esistiti.

Il ritmo è sostenuto, così come interessanti risultano i metodi di indagine dei due protagonisti che possono contare sul loro istinto e sull’esperienza passata, anche se non hanno a disposizione i moderni metodi di intercettazione della polizia federale.

 

THE HIGHWAYMEN (2019) 

Molto bello e approfondito anche il legame di amicizia di Frank e Maney che, pur essendo molto diversi tra loro, sono legati da reciproca stima, lealtà e un senso dell’onore che li spinge a guardarsi le spalle reciprocamente ed essere consci del fatto che la scia di sangue di Bonnie e Clyde potrà concludersi soltanto in un modo.

Fotografia molto colorata e nitida, che forse poteva essere resa un po’ più retrò per meglio immedesimarsi nel periodo in cui si svolge la storia, mentre la colonna sonora di Thomas Newman è sempre piacevole da ascoltare, ma un pochino sottotono.

Ben fatta la ricostruzione storica, sia nel look dei personaggi che nelle ambientazioni e soprattutto nelle auto dell’epoca (spettacolo per gli occhi, vedere sfrecciare la maestosa Ford V8 Sedan!) ed ho trovato interessante anche mostrare le foto dei personaggi reali allo scorrere dei titoli di coda.

SPOILER!

Penso che in tanti ormai conoscano la storia della banda Barrow e come vennero terribilmente giustiziati da Hamer e compagni e la scena del massacro dei due rapinatori è da annoverare tra le migliori del film, assieme al racconto di Gault su come conobbe Hamer e sulle pesanti conseguenze dell’autorità dell’uomo.

Di sicuro, HIGHWAYMEN, oltre ad essere un titolo di intrattenimento e riproduzione storica, è una vicenda che fa riflettere su come scelte sbagliate possano portare inevitabilmente ad una strada di perdizione, su come il concetto di giustizia sia estremamente labile e sul fatto che Bene e Male non siano sempre netti e distinguibili.

 

Da recuperare per tutti gli appassionati del genere e per chi vuole tornare a vedere Costner fare l’attore come si deve.

So Good!!

 

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