Lo Stato delle Nazioni

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“Questo secolo oramai alla fine

Saturo di parassiti senza dignità
Mi spinge solo ad essere migliore
Con più volontà.
Emanciparmi dall’incubo delle passioni
Cercare l’Uno al di sopra del Bene e del Male
Essere un’immagine divina
Di questa realtà.”

 

Con queste parole Franco Battiato interpreta il brano intitolato “E ti vengo a cercare” tratto dall’album “Fisiognomica” del 1988; si era all’alba del crollo della cortina di ferro e di una nuova balcanizzazione, dove gli equilibri si sarebbero distorti ad un livello tale che neppure oggi si è ancora raggiunto quell’auspicato nuovo equilibrio; anzi, la fluidità sociale e l’imperium della finanziarizzazione della vita stessa impediscono scientemente un nuovo equilibrio.

Questa società iper-liberista NON vuole un  nuovo equilibrio, aborrisce gli status quo, ha bisogno e si nutre di frammentazione, monadismo, timore. Alla guerra, ormai considerata troppo estrema, impegnativa e “definitiva”, questo sistema così radicalmente incistato in ogni ambiente sociale per essere ormai messo in discussione, preferisce la precarizzazione delle certezze ed il terrore dell’ignoto per il governo del presente, del passato e del futuro.

Una strada eterodiretta dagli Istituti Finanziari che dettano le agende politiche, speculano sulle malattie, scommettono su elezioni politiche come fossero una corsa al trotto.

Il debito indotto che ogni attività imprenditoriale definita “libera” si porta appresso va ad accumularsi a quello pubblico ed individuale in un gioco in cui a vincere è sempre il banco.

 

 

La Chiesa, la Scuola e Famiglia risultano deboli, fragilissime, ininfluenti.

La Famiglia distrutta dal permissivismo, dalle infinite, artate, possibilità vacue dell’ego, dai social media, esce disgregata dal vecchio patto sociale, e con essa l’idea stessa di comunità e dunque di società.

La scuola già in sé metastorica per metodi persone e risultati, subisce il colpo mortale della DAD (Didattica a distanza) che in un sol colpo ne demolisce gli ultimi pilastri: la socialità, con l’imparare a convivere con il prossimo civilmente, e la didattica frontale, ispettiva, mediatrice, comprensiva, regolatrice. Il monadismo delle giovani generazioni di oggi sarà il cancro della classe politica che avrà ruoli decisionali domani.

La Chiesa, nel predicare un nuovo pauperismo ed un universalismo d’amore che mai fu realizzato, rischia di marginalizzare i fondamenti stessi che la regolarono per 2000 anni. La stessa classe ecclesiale, divisa sui temi etici, non riesce a concretare i santi auspici che si e ci pone quando, nei fatti materiali, sovente sue propaggini si comportano né più né meno come una qualsiasi realtà laica.

La sfida di oggi, davanti ad un quadro internazionale minato da incertezze di carattere sanitario e geo-politico, ci ricorda in sé un quadro già esperito nelle centinaia di anni conseguenti il crollo dell’Impero Romano d’occidente, con un’unica differenza: la Mano invisibile di uno sfrenato e sradicato potere economico che non consente l’autodeterminazione di alcuna idea politica concretizzabile. Le armi del debito e dell’ignoto sono in mano ad un’unica tribù che non consente dialogo, declinando i destini dei singoli ed orientando la massa tramite la conversione di ogni sua unità.

A tanto è arrivata questa macchina brutale e, quanto mai beffarda appare ora quella frase che accecava qualcuno: “uno vale uno”.

 

T.J. Thorne

 

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