Il “Cavallino” galoppa ancora

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Enzo Ferrari

 

Enzo Ferrari, il Grande Vecchio, il Drake, un uomo, un mito che tutto il mondo ci invidia.

Nel mese di febbraio, esattamente il 18 febbraio si celebrerà il centoventottesimo anno dalla nascita di un uomo nato con l’automobile e cresciuto con essa, considerato il più famoso costruttore mondiale di auto da corsa, le dimensioni della sua popolarità si possono toccare in America dove è considerato l’italiano più popolare dopo Cristoforo Colombo:sulle sue vetture si sono alternati quasi tutti i più famosi e celebri piloti.

Stiamo parlando di Enzo Ferrari, il “Grande Vecchio”, il “Drake” che ha legato la sua vita all’evoluzione dell’automobile. Nato a Modena il 18 febbraio 1898, ma denunciato all’anagrafe solo il 20 febbraio, ha un’infanzia non proprio felice.

Dopo la morte del padre e del fratello maggiore Alfredo, nel 1919 al suo ritorno dal servizio militare viene scartato, dopo un colloquio, dalla allora neonata F.I.A.T. che non riconosce in Enzo il carisma del buon operaio.

Viene assunto però dalla C.M.N. (Costruzioni Meccaniche Nazionali) nella quale oltre a fare il meccanico debutta come pilota nella Targa Florio con un lusinghiero nono posto. L’anno seguente (1920) lasciato la C M.N., fa il suo ingresso ufficiale nella squadra dell’Alfa Romeo e partecipa alle corse con alterna fortuna fino al 1929.

Tra le sue più significative affermazioni sono da ricordare: nel 1920 un secondo posto nella Targa Florio: nel 1921 un secondo posto assoluto con Alfa 20+30 ES al Circuito del Mugelloo, un primo posto assoluto su RL al primo Circuito del Savio, ove ha inizio la prima parte della sua leggenda. Viene premiato con uno scudo recante l’emblema del cavallino rampante dai parenti dell’asso dell’aviazione italiana Francesco Baracca, Ferrari al momento della fondazione della sua scuderia ne farà l’emblema ufficiale contornando il simbolo con il giallo colore della sua città natale, Modena. Nel 1923 si afferma nel Circuito del Polesine, e nel 1924 sempre su RL nella coppa Acerbo a Pescara. Nel periodo fino al 1929 Ferrari si scopre pilota valido ma non di eccelse capacità, specie di fronte a certi mostri del volante di allora, togliendosi pero anche alcune soddisfazioni come quella di battere il “mito” Tazio Nuvolari.

Ma Ferrari vive per l’auto e non può “maltrattarla” come invece deve fare un pilota per vincere e dopo alterne vicende pilota, il 1° dicembre 1929, a soli 33 anni decide di smettere di correre: la sua passione per l’organizzazione, per la scoperta dei talenti del volante aveva superato in lui quella del corridore, e fonda a Modena la scuderia Ferrari prelevando dall’Alfa Romeo le auto da competizione: poi tutto il periodo in cui la Casa del Portello si astiene ufficialmente dalla partecipazione delle corse elabora nuovi progetti, apporta modifiche ed effettua messe a punto con l’assistenza tecnica ed anche il personale dell’Alfa Romeo.

Il giovane pilota Enzo Ferrari

 

Tra i suoi primi piloti figura il leggendario Tazio Nuvolari. Nel 1937 rientra in seno all’Alfa Romeo ma a seguito a dissidi con altri dirigenti del settore tecnico nel 1939 esce definitivamente dalla scuderia con una frase emblematica passata alla storia dell’automobilismo: “Passavo otto ore a difendermi e due a produrre”. Non potendo, causa accordi presi in precedenza con l’Alfa Romeo, progettare e produrre auto con il nome Ferrari per un determinato periodo, Ferrari impianta una fabbrica di macchine di precisione che lavorerà anche durante la seconda guerra mondiale, in una piccola officina di Maranello e dove alla fine del conflitto intraprenderà la sua vera strada: costruirà e firmerà la sua vettura dì formula uno la Ferrari 125 GT. Deve aspettare il 25 maggio 1947 per poter assaporare la prima vittoria quanto Franco Cortese, nel circuito di Caracalla vince ilGP Roma con la Ferrari 125, è il primo successo in corsa di una Ferrari che al termine della stagione ne conterà ben sei.

Nel 1948 Clemente Biondetti vince la prima Mille Miglia e il GP. di Stoccolma, è il primo successo all’estero della Ferrari.

 

Poi fino al 14 luglio 1951, la Ferrari non si impone in nessuna altra gara, e a rompere il lungo digiuno è Froilen Gonzales, che con Ferrari 375, vince il GP di Inghilterra a Silvestrone, davanti ali’ Alfa Romeo di Manuel Fangio. un evento storico, si tratta del primo successo della Ferrari nel Campionato del Mondo iniziato l’anno prima ed è la vittoria di una monoposto, non sovralimentata, su quelle dotate di compressore che avevano dominato sino a quel giorno. Si tratta anche della prima vittoria della Ferrari sull’Alfa Romeo nel Mondiale di F1.

Nel 1952 Alberto Ascari, con la F 500 F2, vince il campionato del Mondo di F1 e la Ferrari si aggiudica il campionato Mondiale Marche. Dopo una lunga serie di eventi felici, con la vittoria nel Campionato Marche (1953 e 1954) ed il mondiale Piloti (1953), per Enzo Ferrari vi è un gravissimo lutto. Il 30 giugno 1956, colpito da distrofia muscolare progressiva, muore l’amatissimo figlio Dino e a nulla serve la doppia affermazione nel mondiale (piloti con Fangio e marche) per attenuare il dolore del “Grande Vecchio”. A Ferrari rimane un grande vuoto e un grosso dispiacere non essere riuscito a compiere sul proprio figlio il miracolo che egli era riuscito con le sue vetture, la tabella da lui preparata per cercare di salvare le reni del figlio non aveva funzionato. A ricordo dei figlio chiamerà Dine il motore che anche il figlio, pur soffrendo della malattia che lo costringeva a lunghe degenze, vi si era dedicato con passione, competenza al lavoro di studio e di progetto.

Nel 1960 a Bologna viene insignito della Laura “honoris causa”, in Ingegneria presso l’omonima Università. Nel 1964 John Surtess, con Ferrari 158, vince il Campionato del Mondo di F1. Poi inizia un lungo digiuno, fatto di alti e bassi, di risultati validi e di altri deludenti che i successi nel Mondiale Sport non valgono a lenire. In questo periodo Ferrari si batte affinché il discorso della sicurezza non passi in secondo piano, venendo così accusato dai rivali di nascondersi dietro a questo motivo per mascherare una mancanza di vetture competitive. Ma egli è abituato ad essere al centro di polemiche e non se ne danna più di tanto anzi a sua volta prende posizioni nei confronti di tutti gli altri personaggi del mondo delle corse.

Solo nel 1975 la Ferrari ritorna a conquistare il Mondiale Piloti con Niki Lauda e con lo stesso pilota vivrà un triennio meraviglioso con due titoli mondiali (1975 e 1977) e un secondo posto, quest’ultimo maturato a seguito di un ritiro di Lauda nell’ultima gara, titolo perso per un punto. Nel 1979 Jody Scheckter, con la 312 t4, vince il Mondiale di F1 con alle sue spalle il giovane Gilles Villeneuve, pilota benvoluto da Ferrari che vede in lui l’entusiasmo, il coraggio, la generosità, la voglia di vincere oltre ogni limite che aveva sempre ammirato nei piloti più forti.

Quando nel maggio dell’82 Gilles muore, Ferrari ne soffre come se avesse perso un altro figlio. Ma la vita continua e Ferrari trova un uomo che lo fiancheggia in una lotta sempre più difficile: Piero Lardi Ferrari, suo figlio naturale che egli ha riconosciuto solo ad età avanzata.

Nel 1983 la Ferrari vince il titolo mondiale, quello riservato ai costruttori nel campionato di F1. Nel 1988, qualche giorno prima del suo novantesimo compleanno, l’Università di Modena gli assegna la Laurea Honoris Causa di Dottore in Fisica.

Nello stesso anno, il 14 agosto, muore nella sua casa di Modena, in Largo Garibaldi. L’annuncio alla stampa viene dato solo ad ossequi avvenute, come da sua precisa richiesta.

Termina così la sua vita terrena, ma inizia la grande leggenda di Enzo Ferrari, un uomo sempre teso ad ottenere il meglio ovvero la vittoria.

 

Le vittorie più importanti sotto la sua gestione

14 Campionati Mondiali Marche

9 Campionati Mondiali Piloti F 1

2 Campionati Mondiali Costruttori F 1

6 Coppe Internazionali FIA Costruttori di F i

9 Vittorie alle 24 Ore di Le Mans

8 Vittorie alla Mille Miglia

113 Vittorie in Gran Premi di F1

 

 

Lamberto Bertozzi

da “Cronache bolognesi”

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